IL MATTINO
Politica
22.08.2024 - 12:43
Il grande illusionista della politica, il pandemista Roberto Speranza, ci regala un’altra delle sue performance. Nella sua apparizione, tra luci e ombre a Chicago, si lancia in un ardito gioco di prestidigitazione: il Partito democratico statunitense, già tutto rinnovato e scintillante come un vestito da sera, e l'ombra di Donald Trump che, per magia, si dissolve in un ricordo sbiadito.
Speranza, con la sua bacchetta magica, dipinge il futuro con i colori dell’ottimismo sfrenato. L’aria di Chicago, che a suo dire sa di nuovo e di trionfo, pare una brezza fresca che spazza via le nebbie del passato, mentre Kamala Harris, come una dolce melodia, si erge a simbolo di speranza e rinascita. Ma il nostro eroe non si ferma qui: tra le sue frasi, come foglie al vento, fa danzare l'idea che il gioco sia ancora aperto e che la partita si giochi con la fiducia dei delegati, come se fosse una roulette d’oro.
E come un maestro della narrazione, Speranza ci regala anche una visione idilliaca del legame tra il Pd italiano e i democratici statunitensi, come se fossero due gemelli separati alla nascita e ora riuniti da un destino di gloria comune. La Schlein, nella sua visione, è la stella polare di un tempo nuovo, una guida audace che condurrà attraverso le tempeste, mentre l’Italia, secondo il nostro narratore, è un palcoscenico che suscita ammirazione e riflessione Usa.
Ma dietro questo incanto da salotto politico, non possiamo non scorgere il trucco di un prestigiatore. La realtà è che il Pd, con la sua velleità di somigliare ai Democratici Usa, rimane prigioniero dei suoi stessi giochetti di prestigio. I sogni di Speranza, tra promesse e illusioni, sono come una pioggia di coriandoli che si dissolve all’alba. E così, mentre i delegati si esaltano e i riflettori si spengono, rimane la verità nuda e cruda: la scena politica è ha un attore pronto a recitare la sua parte, sperando che il pubblico non noti le trame nascoste dietro le quinte.
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