IL MATTINO
I problemi della fede
19.07.2024 - 17:48
La prima dichiarazione rilasciata dall’arcivescovo Viganò, in merito alla sua scomunica è stata: “Non mi presenterò al processo canonico, perché è una farsa. Gli eretici sono loro”. Il vero motivo della scomunica ha radici più profonde. In passato l’arcivescovo Viganò accusò il vescovo di Roma Bergoglio di aver saputo e coperto gli abusi su minori dell’ex cardinale statunitense McCarrick. Infatti, il 26 agosto 2018 è stato pubblicato un dossier dettagliato su un’indagine complessa di pedofilia, Viganò, ex nunzio apostolico in America, dichiarò in merito a Bergoglio: “In questo momento estremamente drammatico per la Chiesa universale riconosca i suoi errori, in coerenza con il principio di tolleranza zero sugli abusi di pedofilia. Papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a cardinali e vescovi che hanno coperto gli abusi di McCarrick e si dimetta insieme a tutti loro”. In Pennsylvania nel 2016, una complessa indagine portò alla luce un dossier nel quale si evidenziava un numero superiore a mille casi di abusi su minori, con un elevato numero di prelati coinvolti in sei diverse diocesi americane negli ultimi 70 anni. McCarrick nel luglio 2018 venne accusato di aver abusato di un adolescente 45 anni prima, quando era ancora un semplice sacerdote a New York. Vennero fuori anche presunti abusi su diversi seminaristi da parte sua. Viganò dichiarò di aver avvisato Bergoglio già nel 2013, chiedendogli di applicare le norme pubblicate da Benedetto XVI, in cui i vescovi e cardinali accusati di coprire i prelati pedofili dovrebbero essere ritenuti responsabili al pari di questi, ma il papa argentino non lo ascoltò minimamente. Il 14 agosto 2018 è stata pubblicata un’inchiesta di circa 1.400 pagine su casi di pedofilia, e venne resa pubblica dal procuratore generale della Pennsylvania Josh Shapiro, con tanto di nomi degli oltre 300 preti pedofili, con l’accusa di aver commesso abusi su più di mille minorenni accertati. Nel dossier venne annoverato tra le vittime il deputato alla Camera dei rappresentanti della Pensylvania Mark Rozzi, il quale confessò al “The Guardian” di aver subito abusi sessuali quando aveva 13 anni dal prete della sua parrocchia, all’interno di una doccia. Già in precedenza fece scalpore il caso Spotlight, da cui uscì un film che vinse il premio Oscar: il “Boston Globe” aveva condotto un’indagine in cui si evidenziarono casi di abusi su minorenni da parte di oltre 70 preti dell’Arcidiocesi di Boston, casi di pedofilia nascosti aelle autorità ecclesiastiche.
Ci sono voluti sei anni, ma la scomunica “per il grave delitto di scisma”, è arrivata puntuale anche per l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, come ad alti sacerdoti resilienti, ma questa volta è toccato ad un alto prelato, ben voluto da molti, a dispetto di tanti bergogliani che spudoratamente stanno tentando di coprire di fango Viganò. Il problema di questa scomunica di scisma non è nessuna accusa di modernità della Chiesa da parte di Viganò, né di sue opinioni sul Concilio Vaticano II, da sempre adombrato da accuse di modernismo, ma il vero motivo di tale gesto di Bergoglio e delle autorità ecclesiastiche competenti è la crepa che venne a crearsi sei anni fa circa, ma anche di più, tra Viganò e Bergoglio. Per il resto si tratta di tentativi di denigrare l’arcivescovo accusato di scisma, che adesso si è rifugiato nel silenzio più assoluto di un eremo. È opinione di tanti adesso che nella Chiesa Cattolica latina i prelati in disaccordo con Bergoglio vengano prontamente accusati alla fine di scisma, mentre i prelati pedofili vengono semplicemente spostati da una parrocchia ad un'altra, se sacerdoti, o da una diocesi all’altra, se vescovi, ancora oggi. A irrompere in questo silenzio dello scismatico Viganò è stato il polverone provocato da Mel Gibson sui social, il quale senza mezzi termini ha dichiarato pubblicamente la sua vicinanza all’arcivescovo scomunicato, sostenendolo con queste parole in particolare: “La tua scomunica deve essere per te un vanto, spero di potermi vantare un giorno anche io di aver ricevuto una scomunica da parte di questa Falsa Chiesa”. Mel Gibson non disperi, perché oggi nella Chiesa latina va di moda scomunicare di scisma quanti sono in disaccordo con Bergoglio. Anche se fin ora è toccato soltanto a pochi sacerdoti e a un arcivescovo dissidenti, può darsi che un giorno anche un laico come lui potrà ricevere il “privilegio” di una scomunica, perché la Santa Inquisizione è tornata all’opera a tutti gli effetti, magari quando sarà pubblicato il suo secondo film sulla Passione di Cristo. Per il prossimo film sulla Risurrezione di Gesù, in cui prende spunto principalmente dai Vangeli e dagli Atti degli Apostoli, Mel Gibson ha infatti dichiarato: “Sto pensando di tirar fuori qualcosa dal cappello in vostra difesa”, riferendosi alla scomunica subita da Viganò, da quella che il regista americano considera ormai la “Falsa Chiesa”. Per adesso la scomunica resta un “privilegio” di pochi sacerdoti e vescovi dissidenti, vedremo in futuro cosa accadrà.
edizione digitale
Il Mattino di foggia