IL MATTINO
Cultura e società
02.07.2024 - 12:22
L'Italia è da sempre un paese più propenso a subire le rivoluzioni che a farle, forse perché l’avere abbracciato una religione che vede nell’aldilà la risposta a qualsiasi disastro esistenziale, e vede nel pentimento, in punto di morte, una forma di redenzione, ha fatto decadere qualsiasi impeto sovvertitore, tanto da arrivare ad accettare la realtà a qualsiasi costo, anche a costo del ridicolo.
Questa impostazione ha condizionato ogni cosa, inglobandola, senza che le novità “declassassero” il passato (e anche le cattive abitudini) a favore di una convivenza di stili di vita e di generi altri, sicuramente più innovativi e umani, fermo poi urlare allo scandalo, giusto per fare ammuina alla maniera della marina borbonica.
E così è accaduto con la rivoluzione sessuale, un modo per accedere, in Italia, soprattutto, e senza problemi, alla promiscuità e a quella scopata senza cerniera, cioè libera e senza problemi, professata da Erica Jong nel ‘73 in “Paura di volare”, in luogo di una visione del sesso finalizzato alla riproduzione, e quindi all’affermazione del maschio, una condizione che si è ulteriormente rafforzata grazie alle vedove di guerra.
La ragione? L'avvento del turismo di massa, espressione globale del sempiterno Grand Tour, rese l'Italia il paese prescelto da giovani di tutto il mondo per godere delle bellezze artistiche e paesaggistiche, e di rapporti più intimi con i suoi abitanti, complici le rotonde sul mare, la bella musica, i chiari di luna, le discoteche e la morale cattolica.
E se i padri avevano conosciuto il sesso attraverso la frequentazione dei bordelli, i figli si erano impratichiti con le straniere, talmente disinibite da arrivare, partire, anche in giornata, per salutare, affettuosamente l'amico di penna divenuto amico di letto, senza che questo modificasse e di un millimetro le loro vite.
E così se da una parte in Italia sempre più donne perseguivano lo studio e il raggiungimento della libertà economica, da una parte un esercito agguerrito e silenzioso di donne straniere, le vedove di guerra, contribuiva a condizionarne la vita affettiva, in maniera strisciante eppure sostanziale, attraverso la loro rivoluzione sessuale, vera o apparente?
Sempre Erica Jong in “Senza cerniera. La mia vita” pubblicato da Bompiani nel 2019, tradotto da Marisa Caramella, scriveva nell’incipit:
«Se volete diventare famose, fate in modo di non diventarlo per il sesso. Diventate famose per aver inventato un nuovo vaccino o per la bellezza e la bravura nel recitare ma, per l’amore della dea, non diventate famose per il sesso. Per il resto della vostra vita il sesso vi perseguiterà e farà sì che la gente legga i vostri libri in cerca di tracce di ninfomania. L’America è ancora un paese puritano, e se diventate famose per il sesso nessuno vi leggerà per ragioni diverse da quella. Forse era destino che facessi amicizia con Henry Miller, perché lui ha potuto spiegarmi tante cose su questa esperienza.»
Tutte cose impossibili a comprendersi, il sesso per tantissimi è ancora un tabù, per tanti altri è invece un gioco e un modo, illusorio, di passare il tempo collezionando emozioni, ma questo modo di passare il tempo non è replicabile all'infinito, se non a costo di lacerazioni profondissime e di sospensioni di vita a comando. Soprattutto perché a furia di giocare con qualcuno poi inizia a maturare la convenzione di volere altro (il lieto fine e il principe azzurro sono sempre dietro l'angolo) così che moltissime straniere, dopo avere battagliato a lungo, decidano di rimanere nei luoghi dell'amore, divenendo di fatto vedove di guerra, di quella guerra che si consuma tra sussurri e grida e che ha come contropartita la solitudine assoluta. Essersi divertite "more uxorio", ancora oggi, nella patria della bellezza, l'Italia, vuol dire poi scontare i peccati, come religione vuole, e non basta essere più o meno integrati, nella patria della religione cattolica contano la vita e le opere, e se si è operato per piacere si può solo espiare. E poi nonostante i matrimoni siano in vertiginoso calo, malgrado i Vip, nel paese della cuccagna, sempre l'Italia, il matrimonio continua a essere il sicuro appiglio del maschio, che mai lo farà implodere per dare spazio all’entrata in scena di una vedova di guerra, sua compagna di sollazzi passati ed eterni, perché va bene giocare ma poi contano la famiglia, la moglie, i figli, i genitori, i fratelli, le sorelle, gli zii, i cani, gatti e la casa al mare, e la libertà sessuale?
Basta andare in giro senza mutande a qualcuno lo spettacolo piacerà, alle vedove di guerra di sicuro, solo che il sesso è tutta un'altra cosa ma per comprenderlo servirebbe rimettersi le mutande, e vivere la vita dignitosamente.
È possibile?
Forse, attraverso una vera rivoluzione umana, quella sessuale mi sembra lontanissima da venire, malgrado la pillola anticoncezionale, la scolarizzazione femminile sempre più ampia, la maternità vissuta come scelta e non come dovere, la possibilità di delegare la cura dei parenti, il rifiuto di trasformarsi in vedove di guerra (le guerre del sesso sono guerre effimere e destinate al nulla,, con il tempo), la capacità di decidere ogni cosa per sé (senza aspettare che un uomo lo faccia per noi), insomma siamo ben distanti dalle donne che combattevano “la smutandataggine” a colpi di preghiere, e pure da queste benedette vedove di guerra, eppure tutto sembra fermo a quell’epoca, celebrata ampiamente dal cinema e dalla letteratura, e per questa ragione insuperata. Tra qualche secolo se mai qualcosa cambierà, e pure le vedove di guerra vivranno il proprio tempo, come cantava Piero Pelù, senza posizionarsi solo e sempre nel passato, che non esiste, ovviamente, soprattutto a letto.
Erica Jong da un'intervista a Tgcom 24, in occasione della sua venuta in Italia nel 2015 per la presentazione del suo libro:” Donna felicemente sposata cerca uomo felicemente sposato”, Edizione Bompiani, traduttore Vincenzo Vega
In molti definiscono i suoi libri "erotici"...
Ho sempre scritto per la libertà delle donne e degli uomini, di entrambi, il mio obiettivo è sempre stato quello di cambiare il mondo, perché fosse più equo. Se le donne vengono imprigionate, lo saranno anche i bambini e gli uomini. […]Bisogna garantire la libertà di espressione, di usare i propri talenti, le proprie capacità, i doni che abbiamo ricevuto come essere umani. Se tutti fossero veramente liberi di esprimere il proprio talento, sarebbe un mondo migliore.
[..]
Nel libro c'è un po' di tutto, c'è sesso, anche se un sesso diverso da quello di "Paura di volare", e c'è il terrore della morte, la paura di invecchiare, di non essere più belle, ammirate, desiderate... Cosa significa essere una donna over sixty nella nostra società, diventare vecchi, trasgredire?
Oggi la trasgressione è rappresentata dalla mortalità, abbiamo paura di guardare alla fine della nostra vita, ma oggi viviamo il doppio di quanto vivessero i nostri bisnonni, e cosa ne facciamo di questa lunga vita, nessuno ne parla, dobbiamo tutti guardare uno schermo di pc? Dobbiamo trovare una passione ed esercitarla, che sia la musica, la pittura, la cucina, l'insegnamento, più si invecchia e più si desidera dare qualcosa alle nuove generazioni, è questa è una bellissima idea su come trascorrere il nostro tempo...
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