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Diritti umani

Istanbul, al confronto sulle innovazioni del diritto in campo internazionale in materia di protezione delle donne anche il giornalista lucano Fabio Amendolara

L'Università Kultur ha ospitato lo scorso 6 marzo un simposio con il professor Marcello Pacifico, la presidente dell'Associazione delle avvocate italiane Pina Chiariello e l'avvocata Fatima Mertad. Lavori introdotti dal decano di Giurisprudenza Ozturk e dalla rettrice Uney Yuksektepe

Istanbul, al confronto sulle innovazioni del diritto in campo internazionale in materia di protezione delle donne anche il giornalista lucano Fabio Amendolara

ISTANBUL- Un confronto sulle innovazioni del diritto in campo internazionale in materia di protezione delle donne e su come sono state recepite: dal Codice rosso italiano alle introduzioni per prevenire la violenza contro le donne nel diritto penale turco. Con focus culturali e del diritto dell'informazione. Le tre sessioni sono state ospitate il 6 marzo scorso dall'Università Kultur di Istanbul nella sede della Facoltà di Giurisprudenza. Nel discorso di apertura del simposio, il preside della Facoltà di Giurisprudenza Bahri ÖZTÜRK ha richiamato l'attenzione sull'importanza della legge 6284 adottata nel 2012 per proteggere la famiglia e prevenire la violenza contro le donne e ora a rischio abrogazione. ÖZTÜRK ha detto che la legge 6284 «è ben al di sopra degli standard mondiali». Al simposio hanno partecipato il Rettore dell'Università Kultur Fadime ÜNEY YÜKSEKTEPE, che ha ricordato che il Senato universitario ha accettato il piano d'azione sull'uguaglianza di genere, la presidente dell'Associazione avvocate italiane Pina CHIARIELLO, che ha descritto le innovazioni del Codice Rosso, il giornalista investigativo Fabio AMENDOLARA, che si è occupato dei pregiudizi di genere nel procedimenti penali e in fase d'indagine, l'avvocata con studio a Milano e New York Fatima MERTAD, che ha concentrato il suo intervento sulle donne, il lavoro e la crescita economica, la dottoressa Munevver MERTOĞLU della Camera di diritto dell'Università Kultur, che ha illustrato gli studi psico-educativi per uomini che perpetrano violenza e alcune precauzioni che possono essere adottate per prevenire la violenza contro le donne. La prima sessione è stata moderata dalla coordinatrice della cooperazione internazionale della Camera di diritto dell'Università Kultur Aysen ÖNEN. Durante la seconda sessione, moderata dalla dottoressa Yasemin SAYGILAR, sono intervenuti Najwa ATTIGA (Consigliere Giuridico degli Emirati Arabi Uniti), con un focus sull'emancipazione economica delle donne negli affari e sul posto di lavoro nel mondo arabo, la dottoressa Ozge SIRMA GEZER, ricercatrice della Facoltà di giurisprudenza dell'Università Kultur, che si è occupata degli sviluppi recenti sulla prevenzione della violenza contro le donne nel diritto penale turco, e il professor Marcello Pacifico, segretario del sindacato Anief e professore dell'Università Pegaso, che ha tenuto una lezione sulle donne e il potere nel medioevo. La terza sessione, moderata da Tugce KARAÇOBAN GÜNEŞ, ha visto la partecipazione dei ricercatori della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Kultur Ozlem ACAR ÜNAL, che è intervenuta sui recenti sviluppi legislativi sul cognome della donna nella legge turca, Ceren YILDIZ sui diritti delle donne e Serkan SEYHAN sul ruolo dei governi locali nella prevenzione della violenza contro le donne.

Al Mattino il giornalista Amendolara ha spiegato che «spesso i pregiudizi di genere hanno un peso nelle indagini e riescono perfino a deviarne il corso. Le vittime di violenza vengono ancora sottoposte a torture durante le loro audizioni, con domande che nulla hanno a che fare con le indagini e che spesso minano la loro credibilità. Viene chiesto loro perché sono rimaste in compagnia dell'aggressore o anche perché hanno deciso di bere con lui un drink o di scambiarci quattro chiacchiere. Insomma devono giustificarsi. Mentre a una vittima di furto o di rapina non ho mai visto chiedere perché aveva lasciato la porta aperta o perché non aveva una cassaforte». 

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