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Un 8 marzo da Rosa Shocking

Un 8 marzo da Rosa Shocking

L' 8 Marzo è la "Giornata Internazionale dei Diritti della Donne", ed è quindi una giornata di riflessione, riflessione che ci permette di andare oltre lo stereotipo della donna come madre, come amica, e che invece ci fa porre l'attenzione su la “donna” e cioè su un essere umano che ha cercato di emanciparsi dalla condizione di angelo del focolare, proprio grazie ai diritti civili, grazie al lavoro fuori dalle mura domestiche, e grazie anche alla rivoluzione industriale, che attraverso le donne e i bambini, ebbe a disposizione un'enorme quantità di manodopera da sottopagare, non essendo quella maschile, ritenuta manodopera di migliore qualità e per questa ragione dal costo più alto.
In virtù di questo braccio di ferro uomo/donna, che è sempre a sfavore delle donne, serve anche sottolineare, dopo che la giornata di riflessione sulla condizione femminile è trascorsa, che oggi le donne si barcamenano tra indipendenza economica, famiglia, lavoro, spesso seguendo lo schema maschile, quello su cui il mondo si regge.
Una forma di risarcimento questa che non risolve, né le concilia con il mondo.
Eppure se ogni anno, l'8 Marzo, ci mettessimo a fare la conta di quante sono le ingiustizie che le donne subiscono, in qualsiasi parte del globo, non riusciremmo a starci dietro, e invece grazie alla narrazione e alla sua possibilità di ribaltare il piano inclinato del ragionamento, "ho fatto raccontare" a un avvocato dei frammenti di vite femminili, frammenti che ci dimostrano come il potere delle donne sia enorme e risieda tutto nella loro capacità di andare oltre il visibile, e di entrare nelle situazioni più assurde con intelligenza, ferocia, sincerità, come mai a nessun uomo sarà concesso. La scelta di una voce narrante maschile, in vece della mia, è utile perché un uomo è lo specchio migliore per qualsiasi donna, e allo stesso modo una donna lo è per egli stesso. Su questa base l’8 Marzo dovrebbe poggiare, per consentire a tutte le donne, non solo a quelle più fortunate per ragioni sociali e culturali, di essere intelligenti, giustamente feroci, sincere, senza diventare inutilmente disumane come un uomo qualunque.

Rosa Shocking

Pioveva e il forte vento aveva fatto cadere un albero nel viale di casa.
Lo aveva osservato comodamente seduto sul divano, mentre fumava il sigaro e beveva il bicchiere di whisky che gli serviva da sonnifero.
Nell’aria Miles Davis aveva impregnato anche le pareti, diventate d’ovatta, ma neppure lui riusciva a spegnere il frastuono che sentiva in testa.
Era diventato talmente scontato vincere le cause da non bastargli più.
Non riusciva a lasciarle andare.
Non che avesse perso il gusto all'ascolto e all’osservazione, al contrario era saturo di tutto questo.
Per risolvere il problema era arrivato ad appuntare su un quaderno i dialoghi, le confessioni, talvolta i pezzi di richieste ai tribunali, tribunali che frequentava spostandosi di qua e di là.
Quei quaderni, che diventavano sempre più numerosi, li leggeva quando la morte tornava a essere il suo solo antagonista.
Riuscire a determinare la morte di un altro era l'unico vero potere che rendesse gli uomini uguali. Niente più di questo rendeva labili, e molli, i confini tra una persona perbene e uno che un tempo era stato, a suo modo, per bene.
Ultimamente la situazione si era fatta più complicata, non c’erano solo gli uomini a uccidere, le donne erano diventate sempre più efferate, criminali.
E a lui le donne si rivolgevano, sempre più spesso, per essere difese.

Parità di generi nel crimine

Aveva deciso di trascrivere, per il corso che avrebbe tenuto all'Università sulla parità dei generi nel crimine, tre casi, dei racconti più che dei casi.
Non poteva fare altrimenti, la deontologia professionale rimaneva la sua fede certa, l’unica, e raccontare i fatti degli altri, come se fossero suoi, sarebbe stato scorretto. Di materiale ne aveva talmente tanto a disposizione, e non era stato difficile mettere insieme i pezzi per offrire degli spunti di riflessione, a chi lo avrebbe ascoltato.

Gli appunti

“Un avvocato penalista sarà sempre a metà strada, mai potrà scindere il bene dal male, mai potrà essere giustizialista, dovrà sempre cercare di garantire agli assistiti la possibilità di riparare al danno arrecato attraverso la pena, per farli diventare, in seguito, persone adatte a vivere in mezzo agli altri responsabilmente.”

1 - Agnese
(l'avvocato non è un giudice)

Era stato difficile mantenersi calmi e soprattutto era stato difficile accettare la difesa di Agnese.
Agnese era una delle tante donne convinte che per amore tutto fosse possibile, anche uccidere, e per salvare suo marito dall’ergastolo, aveva ucciso una donna violentandola con un sex toy, mettendo in scena una rappresentazione identica a quelle del marito assassino, per fare credere che ci fosse un serial killer, e questo serial killer non potesse essere suo marito, era in carcere. E invece era stata scoperta, e il fatto che gli avesse detto: “Vede avvocato, io e mio marito abbiamo la stessa malattia, la violenza ci eccita allo stesso modo, ci siamo salvati così, non è questo l'amore?” – lo aveva convinto a difenderla, non a comprenderla ma a difenderla.

2- Alessandra
(l’infelicità è sempre una scelta comune in una coppia)

Alessandra era arrivata in studio con il marito nel tardo pomeriggio, come loro abitudine.
Ogni volta che avevano voglia di litigare andavano da lui.
Avevano bisogno che qualcuno li ascoltasse, per esibizionismo, non perché avessero bisogno di “un mediatore familiare”, come lo chiamava Alessandra quando voleva essere affettuosa con lui.
L’ultima volta che li aveva visti erano stati più pesanti del solito, e con la loro solita impudicizia si erano fatti malissimo.

Alessandra - La tua sofferenza non la concepisco, per me è insensata. Ti metti a fare i capricci come se fossi un bambino dispettoso.
Marito - Lo capisci che non posso accettare di continuare a vivere nella cattedrale del dolore, cattedrale da cui ti risollevi facendo shopping. I soldi che do a te per comprare i vestiti da Visone, mi basterebbero per vivere altrove.
Alessandra - Torniamo come prima.
Marito - Non esiste, devi rinascere, devi essere “Il fu Mattia Pascal”. Lo capisci?
Alessandra - Non potresti rinnovare te stesso senza disturbarci?
Marito - Sono semplicemente un bancomat per te e per tua figlia. Voi decidete ogni cosa e tu, tu fai la bella vita, non io
Alessandra - Non è la vita che mi piace.

3 - Quote rosa
(Il Potere è conservativo ma ama il colore)

Lui - Stasera è a cena da noi la Principessa.
Lei - A che ora arriva?
Lui - Nel primo pomeriggio da Londra. È una cliente di mio figlio, c'è tutto un protocollo da rispettare con lei
Lei - Lo so.
Lui - Oggi con le donne è un problema comunque, anche se non sono principesse.
Lei - In che senso?
Lui – Ci sono le quote rosa…
Lei - Per le quote rosa nei consigli di amministrazione ce ne devono essere almeno due.
Lui - Avete voluto la parità? A casa con i figli chi ci sta? Io?
Lei - Questa storia delle quote rosa è una vergogna per le donne.
Lui - Se faccio un colloquio a un uomo e a una donna, e la donna è più in gamba, assumo la donna altro che quote rosa.
Lei – Si come no, nei consigli d'amministrazione ci sono le amanti e le ex amanti, poi ogni tanto anche altro ma ogni tanto.
Lui – Non è facile che una donna possa essere efferata quanto una ex, e se una donna non sente l'odore del sangue è difficile che possa comandare.
Una ex lo sente sempre l'odore del sangue.
Lei – E per mascherare questo avete avvolto tutto di rosa…
Lui – Cosa vuoi di più?

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