IL MATTINO
l'inchiesta
09.01.2024 - 16:14
Cpr Palazzo San Gervasio
Al medico di base Donato Nozza è stato notificato invece il divieto di esercitare la professione per un anno nel Cpr con accuse di maltrattamenti, falso ideologico e violenza privata pluriaggravata. Tra gli atti dell’inchiesta vi è anche la vicenda di un migrante, costretto ad assumere uno psicofarmaco sulla base del fatto, che potrebbe rivelarsi falso, che l’uomo avesse aggredito una infermiera e cercato di ferire un agente di Polizia. I casi di maltrattamenti accertati nell’ambito dell’inchiesta sono stati 35. Nella conferenza stampa il procuratore Curcio ha ringraziato la Polizia di Stato “per la capacità di svolgere indagini su persone al suo interno”. In un altro filone dell’inchiesta, gli investigatori hanno riscontrato “un vero e proprio monopolio dell’assistenza legale” all’interno del Cpr, con parcelle “in un caso anche di 700 mila euro” liquidate dallo Stato a un solo studio legale
"Questa indagine puo' fornire degli spunti a partire dall'idea di affidare a privati che perseguono giustamente il profitto economico, la gestione di centri in cui viene ristretta la liberta' personale, anche nell'inchiesta di Milano sono emerse anomalie, da verificare in caso processuale, sullo standard e sulla qualita' dell'assistenza che deve essere data a soggetti che pur non avendo specificamente commesso reati in quel momento, vengono ristretti per poter essere rimpatriati". Lo ha ribadito il procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, a margine della conferenza stampa sull'inchiesta che sulla gestione del Cpr di Palazzo San Gervasio (Potenza) e che ha portato all'arresto di un ispettore della Polizia e ad altre tre misure interdittive, si tratta dell’ispettore Olivieri che dovrà rispondere dei reati di violenza privata pluriaggravata, falso ideologico, calunnia e truffa aggravata ai danni dello Stato. "Adesso e' il momento di fare delle valutazioni, noi le faremo in sede processuale e chi ha una diversa responsabilita' lo fara' in sede politica e di alta amministrazione". "Penso che la somministrazione massiva di un farmaco antiepilettico a soggetti che si ritiene possano dare ipoteticamente fastidio all'interno del centro, perche' magari li si vede un po' agitati, sia calpestare la dignita' umana che lo Stato per primo ha il diritto di preservare. Ricordiamo che questi centri - ha aggiunto Curcio - dovrebbero garantire assistenza sanitaria, psicologica a soggetti che sono ristretti del bene piu' prezioso che e' quello della liberta' personale e che sulla base degli indizi raccolti, da verificare, anziche' fornire questa assistenza si e' ricorso massivamente, secondo le risultanze investigative, alla somministrazione di un farmaco antiepilettico con effetto sedativo. Bisogna rispettare la dignita' di tutti che siano cittadini o non cittadini", ha concluso Curcio.
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