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Riletture: "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad

Riletture: "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad

Quando Joseph Conrad scrisse “Cuore di tenebra” mai avrebbe immaginato che il suo Kurtz (il cuore di tenebra fatto sembiante) avrebbe avuto anche una fisicità (quella di Marlon Brando) una riscrittura e un'ambientazione diverse dalle sue, grazie a Francis Ford Coppola e al suo "Apocalypse Now". A riprova di quanto quel libro piccolo, denso, abbia avuto un'importanza non solo per lui, che lo aveva scritto, ma anche per chi, nel tempo, quel libro lo ha letto e ne è stato posseduto in maniera talmente profonda, da attualizzarlo agli orrori del tempo, come è accaduto a Francis Ford Coppola, o in maniera più semplice, a qualsiasi lettore che del cuore conosca le oscure profondità cave, senza mai pensare che queste cave profondità oscure possano essere di burro, come è accaduto anche a Luca Attanasio, l'ambasciatore italiano trucidato in Congo il 22 febbraio del 2021, e la cui morte ha riportato il Congo e la sua perenne storia di rapina alla ribalta, insieme al suo desiderio di fare bene reciso alla maniera di Conrad.
Vediamo perché.
In “Cuore di tenebra” il protagonista del libro non parte solo per una spedizione ben definita da un punto di vista geografico ma parte anche verso l’ignoto, un ignoto che ha il nome di Congo, un paese ricchissimo, tanto da essere diventato un pozzo di avidità, di disumanità, al punto da fare saltare tutte le categorie morali, eppure tanto vero da essere quello il luogo in cui il commercio e il mercato hanno tratto la loro linfa e hanno permesso all'altro mondo, quello in cui viviamo ancora oggi, di esistere. Lo sguardo di Conrad è stato talmente affilato da essere il suo libro ancora un riferimento.
«Si fece scalo in qualche altro luogo dal nome farsesco, dove la gioconda danza del commercio e della morte procede in un’atmosfera greve e terrosa come quella di una catacomba infuocata»
Ma perché nasce “Cuore di tenebra”?
“Cuore di tenebra” nasce dall'esigenza di narrare quella che sarebbe stata l'ultima esperienza di Conrad come capitano di vaporetto, del “Roi des Belges” per la precisione e che si rivelò essere per lui davvero un ultimo viaggio ma di dannazione.
Egli era reduce dal grande viaggio compiuto tra Singapore, Australia, Mauritius come capitano di velieri. Era iniziata l'era dei grandi piroscafi e lo scrittore sapeva di essere ormai tagliato fuori dai grandi ingaggi, eppure gli mancava ancora l'Africa per chiudere in bellezza il suo giro in barca del mondo.
Era il 1890 e la gomma e il suo sfruttamento (uno sfruttamento umano soprattutto) avevano fatto la fortuna di Leopoldo II del Belgio, tale da rendere il Belgio autonomo dai Paesi Bassi.
Il bisogno di Joseph Conrad di fare questo viaggio e la necessità per “La Société Anonyme Belge pour le Commerce de Haut-Congo” di un capitano si incontrarono, grazie a Marguerite Poradowska, una lontana parente dello scrittore che in virtù delle sue conoscenze gli fece firmare il contratto.
La firma del contratto aveva già la sua ombra oscura, il suo cuore nero incluso: Joseph Conrad doveva sostituire il precedente capitano, Johannes Freiesleben, ammazzato in maniera feroce dai congolesi. Un’uccisione rituale che aveva avuto come premio il cuore del capitano da divorare.
Questo inizio tutt’altro che felice, ne nascondeva un altro, la vera ragione di questo ingaggio: l’invasione della ricca regione del Katanga grazie ai suoi giacimenti minerari, e il suo interesse non solo strategico per il Belgio ma anche per l'Inghilterra, e Joseph Conrad con il suo passaporto britannico non era la persona più adatta per un'operazione del genere. In pratica il suo era un conflitto d'interessi oltre che un conflitto di cuore. Questo fece si che in due mesi si consumasse l'esperienza in Congo di Joseph Conrad, che venne sostituito dal belga Alexandre Delcommune.
Per la verità Joseph Conrad lo aveva capito prima che il suo viaggio in Africa era malato, claustrofobico e così aveva abbandonato la nave ed era rientrato a Kinshasa con una canoa, aveva contratto la malaria e nel dicembre del 1890 era tornato in Europa.
Il grumo di dolore e di insoddisfazione che lo avevano portato a girare il mondo via mare in Congo era diventato reale, carnale, tanto da farsi Letteratura, e da dare vita ad un'ineluttabile e concretissima nuova coscienza di ciò che era/è il male. Joseph Conrad aveva compreso che il male non è l'altra faccia del bene ma il divenire del bene stesso, quando la realtà si presenta nuda a noi e del bene, tutto il bene che possiamo contenere, non possiamo farci niente perché il bene non si fa carne mentre "male si diventa".
A Joseph Conrad, come al giornalista del “Times” Edmond Morel, non era sfuggito niente della crudeltà con cui il Belgio vendeva concessioni, cooptava civili e li massacrava al punto di tagliare le mani a chi non riusciva a ricavare gomma sufficiente dagli alberi, quella gomma che aveva permesso a Leopoldo II di liberarsi una volta e per sempre dai Paesi Bassi, diventando a sua volta male.
«Fa gelare il sangue vedere i soldati tornare con le mani degli uccisi, e trovare le mani di bambini piccoli fra quelle più grandi […] Il traffico della gomma gronda sangue» - scriveva Edmond Morel.
Le buone intenzioni in Congo (come nelle cavità più oscure del cuore)non trovano albergo, e forse serve dare alle buoni intenzioni un'altra forma, se davvero si vuole guardare al male con occhi nuovi, in particolare al colonialismo, mai defunto, e alla sua politica di rapina. Le azioni, armate di buone intenzioni, non possono modificare lo sguardo di un millimetro, molto di più possono un libro e anche un film, e non a caso l'ambasciatore italiano in Congo aveva fondato una scuola, proprio perché lui stesso era consapevole di questo.
Del resto un ambasciatore che voglia dare una spinta e un incremento alle relazioni tra Stati deve partire dal niente, in questo caso dell'educazione scolastica, per evitare che il male diventi l’unica ragione di vita possibile.
Ma in un mondo globalizzato è giusto che sia ancora e sempre il singolo a farsi istituzione? E fino a quando le cavità oscure del cuore saranno più forti di tutti questi cuori di burro miopi«mentre il mondo degli uomini continua a essere una solitudine abbandonata da Dio» come scriveva Joseph Conrad?

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