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Reportage/2

Viaggio lungo le coste della Campania e della grande Lucania e del loro sogno del mare d'inverno. Salerno e la Costiera

Viaggio lungo le coste della Campania e della grande Lucania e del loro sogno del mare d'inverno. Salerno e la Costiera

Salerno è  bagnata dal mare più di quanto non lo sia Napoli, per parafrasare Anna Maria Ortese, perché Salerno ha una provincia  molto più ampia di quella napoletana, una provincia per gran parte lambita dall'acqua.
A Salerno il mare è un fatto concreto grazie anche al porto, uno dei porti commerciali italiani più importanti, e grazie al fatto che a Salerno il mare è vissuto in maniera totale, complici la manutenzione costante del lungomare e le luminarie natalizie, luminarie natalizie che fanno sì che anche d’inverno la città goda dei flussi turistici. Eppure i flussi turistici invernali non riescono a imprimere una vera e propria trasformazione alla città. Il loro andamento è disomogeneo, mai perfettamente assimilato al tessuto economico e sociale, nonostante questo sviluppo faccia da traino all'economia della Regione, fatto tutt’altro che nuovo visto che Salerno ha vocazione turistica e culturale antiche, vocazioni che in parte soffrono di queste ondate discontinue e disomogenee di soldi e di persone, come se lo sviluppo fosse un fatto mai capace di afferrare del tutto l'anima borghese della città.
 
Mercatello


Mercatello, il luogo in cui Salerno si fa spiaggia per tutti, e che è sempre stato un punto di richiamo per la Provincia, sia per chi più distante da essa preferiva spostarsi sulla costa tirrena piuttosto che su quella ionica, meno urbanizzata in passato, sia per chi a Salerno andava a studiare: il primo mare in cui andava a bagnarsi era quello di Mercatello. Il resto del litorale che da Salerno porta nel Cilento era ancora scarsamente inurbato, e il fatto che fosse una zona dedita, prevalentemente, all'agricoltura incideva non poco sulla mancanza di suggestioni che il mare potesse avere.
Era talmente privo di attrattive questo tratto di costa salernitana che pure il famoso sbarco di Salerno, sbarco che non avvenne a Salerno ma a Campolongo - dove il fondale basso e la mancanza di abitazioni residenziali consentivano operazioni militari più semplici e agevoli, e la possibilità di risolverle, rapidamente, in maniera brillante - è passato alla Storia in maniera differente .  
A Salerno, d’estate, erano soliti fare le vacanze anche i lucani, lucani che, pur potendo usufruire del loro litorale, preferivano la città campana e il suo mare, per poter evadere con la consapevole sicurezza di trovare relax, e un luogo dove poter trascorrere il tempo in maniera differente, non solo futile.
La "vacanza sotto casa", e con tutti i comfort e le abitudini saldamente preservati, era il motivo per cui poi il mito della vacanza in pantofole resisteva a qualsiasi richiamo, compreso quello esotico. 
Oggi che del mare si intravedono meglio le potenzialità lavorative tutto l'anno, a differenza di quello che è accaduto sul litorale Domizio, si cerca, da quest'altra parte della costa campana, di investire sul mare con maggiore determinazione.
In questa ottica è da vedersi l'operazione di riqualificazione del litorale salernitano, operazione che oltre alle barriere marine - barriere marine che hanno lo scopo di garantire una migliore tenuta idrogeologica - ha previsto il ripascimento. In questo modo si creano le condizioni per un salto di qualità e per una fruizione del mare differente.
“Per sostenere gli operatori del comparto abbiamo approvato una delibera di Giunta Comunale – ha affermato il sindaco Vincenzo Napoli – che permette la destagionalizzazione dell’ attività balneare. Sarà possibile offrire servizi balneari senza più vincoli stagionali permettendo una fruizione del mare e della spiaggia durante tutto l’anno con attività adeguate all’andamento delle condizioni climatiche. Ci faremo trovare pronti a ripartire alla grande”.
Sono dichiarazioni programmatiche queste del sindaco Napoli, dichiarazioni che servono ad affrontare l'estate, non di certo servono a sciogliere il nodo della possibilità di fare del mare un luogo buono per tutte le stagioni, per quanto il Lungomare di Salerno, grazie a Vincenzo  De Luca, sia un punto d’incontro che non conosce stagionalità, insieme al bisogno dei salernitani, di scendere da casa in pantofole per andare a mare, a prescindere da qualsiasi accidente.

Salerno e La Costiera

Salerno però vuol dire anche Costiera e la presenza di un turismo più evoluto, internazionale, a fronte di una disponibilità di un territorio meno facile da raggiungere  e di un modo differente di intendere il mare.
La Costiera, con Amalfi e Positano, in testa gode di una fama differente non solo per le sue frequentazioni, presenti e passate ma proprio per il suo essere rimasta roccia e mare, quindi identità non contaminata dall’urbanizzazione, urbanizzazione difficile a farsi su un territorio che proprio della sua storia, e sulla sua storia, ha fatto il biglietto da visita primario, biglietto da visita che si rivela, nei fatti, un'arma a doppio taglio. Il biglietto da visita prestigioso viene utilizzato anche per non fare, come se si potesse fermare l'avanzata del tempo, e con esso la decadenza dei luoghi, grazie alla memoria e ai biglietti da visita, più che alla realtà fattuale.
E così i binari del mare a Salerno sono a più velocità, la gestione del mare, e di tutte le problematiche di risoluzione e manutenzione che esso comporta, rimangono sullo sfondo, mentre la Costiera, a Salerno legata, continua a conservare e a custodire proprio l'anima antica della città capoluogo, quell'anima borghese e marinara così presente e così distante dalla Salerno cittadina, e che Alfonso Gatto ricompone in versi.
« Odorosa di ragia, di fragaglia / la costa di Cetara e d’Erchie sale / nella memoria, tesse i muri, impaglia / le pergole di agrumi: per le scale / dei monti svetta il bianco delle case. / E chi partì per sempre ne rimane / leggero come l’aria delle cene / inebriate dalla luna nuova. / Dopo tanto cercare quel che trova / – la sua stanchezza estrema – gli sta bene. / È bacio vino amore, la deriva / portante che l’aggalla alle sue pene. / Così il mare s’addorme alla sua riva ».

( 2 – continua )
 
 

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