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Da Famiglia cristiana un focus sulla Basilicata

I lucani nel mondo hanno un protettore: san Giustino de Jacobis da San Fele

I lucani nel mondo hanno un protettore: san Giustino de Jacobis da San Fele

Secondo i dati ufficiali, sono circa 600 mila i lucani nel mondo, con storie di emigrazione e fatica, ma anche di caparbietà e grandi successi. Chi vive all'estero ha un protettore molto particolare, san Giustino de Jacobis, sacerdote missionario di inizio '800, che ha saputo comunicare la fede oltreoceano, divenendo patrono dei lucani nel mondo" e i "viaggi del cuore" per gli emigranti passando quindi anche da San Fele (Potenza), che ha dato i natali a questo santo. Lo scrive Famiglia Cristiana in un articolo dedicato al turismo religioso in BASILICATA, che il settimanale chiama "turismo della passione": una regione che ha sempre ispirato il senso del mistico e del sacro, come spiega Antonio Nicoletti, direttore della Apt. Lo testimoniano i tanti santuari e luoghi di preghiera che costellano parchi e campagne e i campanili che svettano al centro dei nostri borghi. Tutti integrati in paesaggi naturali la cui bellezza invita alla contemplazione. Un viaggio che parte dal cuore della Murgia materana, in questa scenografia unica al mondo: strade che si inerpicano, scorci, case scavate nella roccia; un presepe a cielo aperto, scelto per rappresentare la Terra Santa e l'antica Gerusalemme in molti film. Come La passione di Cristo (The Passion) di Mel Gibson, girato tra i Sassi di Matera, una delle città più antiche al mondo. Passando quindi per i Sassi di Matera, patrimonio Unesco dal 1993, con la secolare della Madonna della Bruna. "I devoti e i turisti che giungono in BASILICATA sono affascinati dai paesaggi mozzafiato. Chi arriva dalla costa tirrenica sul golfo di Policastro viene accolto dal Cristo di Maratea, statua del Redentore posizionata sul Monte San Biagio, a picco sul mare, alta 21 metri, seconda come dimensioni solo al Cristo del Corcovado di Rio de Janeiro", si legge, realizzata con un particolare impasto di cemento misto a scaglie di marmo di Seravezza dall'artista fiorentino Bruno Innocenti negli anni '60.

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