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Qatargate

Dichiarazioni shock dell'ex eurodeputato vicino a Speranza: «Troppi soldi, li ho gettati nell'immondizia»

Pier Antonio Panzeri è l’ex eurodeputato Dem poi passato tra le fila dello zero virgola di Articolo Uno con gli amici Roberto Speranza e Massimo D’Alema. Nell’ottobre del 2011 Panzeri è co-presidente della commissione parlamentare mista Ue - Marocco e presidente della “Delegazione Maghreb” del Parlamento Ue, postazione privilegiata per essere ritenuto - almeno sulla carta - un validissimo portatore di interessi

Pier Antonio Panzeri: l'amico di Speranza e D'Alema beccato con 500mila euro in contanti

Panzeri e Speranza

Panzeri è “sospettato di essere intervenuto politicamente” con persone “che lavorano al Parlamento europeo”, a favore “di Qatar e Marocco, dietro compenso”

«Avevo troppi soldi - avrebbe detto ai magistrati belgi, durante gli interrogatori - non sapevo cosa farne. A volte è capitato che ho gettato i soldi nei cassonetti dei rifiuti». Antonio Panzeri, colto in flagrante con una valigia piena di contanti, frutto delle mazzette ricavate dal Marocco, dal Qatar e dalla Mauritania è ormai un libro aperto. Panzeri non sapeva dove conservare le banconote che riceveva e ha pensato di gettarne una parte nell’immondizia. A rivelare il contenuto delle interrogazioni dell’esponente dei democratici è stata l’emittente televisiva tedesca Deutsche Welle. Il flusso di banconote è cominciato a circolare dal 2014, ma le vagonate di soldi sono arrivate solo nell’ultimo anno. Panzeri e l’assistente Francesco Giorgi, compagno dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, avrebbero stretto un accordo illecito con il Marocco e la Mauritania: denaro per ottenere voti favorevoli all’Ue. Il salto di qualità, però, è avvenuto con il Qatar. L'inchiesta sul Qatargate, infatti, si estende alla Turchia, passando per Londra: tra il 2019 e il 2021 un importante avvocato turco, Hakan Camuz, che lavora nella City avrebbe versato 75mila euro alla società Equality di Milano che faceva capo proprio a Pier Antonio Panzeri e al suo braccio destro Francesco Giorgi. Altri 200mila euro sarebbero stati versati da un'altra società turca nel 2018. A rivelarlo è il Financial Times, dopo la decisione della procura di Milano di aprire un'inchiesta autonoma sul giro illecito di mazzette, nella quale è emerso il ruolo di Equality per 'ripulire' 300mila euro. Il consulente legale turco vicino al presidente Recep Tayyip Erdogan, intervistato dal foglio britannico, ha affermato di aver stipulato "contratti di consulenza" con Equality per "servizi di lobbying etico" che includevano risoluzioni che condannavano i crimini di guerra in Siria e Yemen, l'agevolazione di incontri con altri deputati al Parlamento europeo, eventi pubblici a Bruxelles, interrogazioni parlamentari e la garanzia di finanziamenti Ue per le sue cause di beneficenza. Camuz si è detto "devastato" dalle accuse fatte a suo carico dallo stesso Giorgi nel corso delle sue deposizioni agli inquirenti, e ha negato di essere mai stato a conoscenza di illeciti da parte di Giorgi e Panzeri, riferendo di stare valutando la possibilità di intraprendere un'azione legale contro l'assistente parlamentare. "Abbiamo fatto un accordo pensando che stessimo parlando con un'entità legittima che ci avrebbe aiutato a sensibilizzare sui casi di cui ci occupiamo", ha sottolineato.

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