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Stop auto benzina e diesel, da Matera i ministri Urso e Fratin tirano dritto: accompagnare alla transizione

Il Coreper, l'organo che riunisce gli ambasciatori permanenti presso l'Unione europea, ha deciso di rinviare il voto previsto per oggi sullo stop alla vendita di auto nuove diesel e benzina dal 2035, dopo il precedente slittamento del 1° marzo. Il punto è stato tolto anche dall'agenda del Consiglio europeo del 7 marzo, che doveva dare l'approvazione finale e verrà rimandato a una successiva sessione del Consiglio

Stop auto benzina e diesel, da Matera i ministri Urso e Fratin tirano dritto: accompagnare alla transizione

Il regolamento che prevede lo stop alla vendita di auto con motori endotermici (principalmente diesel e benzina) dal 2035 era stato concordato con il Parlamento europeo e approvato in linea di principio, con il voto contrario di Polonia e l'astensione della Bulgaria

"Sono ore importanti per il settore dell'automotive, dopo che la presidenza svedese ha rinviato il punto all'ordine del giorno sine die, vuol dire che l'allarme lanciato dal governo italiano ha sortito effetti e ciò avrà conseguenze forse da subito", ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto invece in videoconferenza. "La sfida del cambiamento e le nuove traiettorie di sviluppo sostenibile" , in merito al rinvio del voto previsto per oggi sullo stop alla vendita di auto nuove diesel e benzina dal 2035. "Le nostre argomentazioni e preoccupazioni erano quelle dei tedeschi e ciò ha influito sulla pausa di riflessione presa dall'Europa per non finire nel tunnel della subordinazione da Russia e Cina che ha il monopolio dell'energia green", ha ribadito Urso. Il governo Meloni parla con una voce unica ed anche il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, fisicamente presente all'Assemblea, nel suo intervento ha ribadito la linea. "Non dobbiamo difenderci dall'elettrico ma accompagnare il cambiamento. C'è tutta la nostra convinzione di andare avanti nella decarbonizzazione ma con l'accompagnamento di un percorso tecnologico compatibile. Per questo abbiamo chiesto all'Europa che ci sia una strategia di unione". Fratin non ha dubbi: "L'Ue è un consorzio, non è una cooperativa che ha fini mutualistici e sociali, non è uno Stato che ha un interesse collettivo da difendere, essendo un consorzio, ognuno porta a casa la sua quota negoziale massimizzando la propria quota di consorzio. Dobbiamo difendere il nostro Paese. Il complesso dell'automotive conta 1 milione e 250mila occupati, il più poderoso settore manufatturiero del Paese. Non dobbiamo difenderci dall'elettrico ma accompagnare il cambiamento, è questo il dovere dello Stato; da qui la nostra posizione a livello europeo".

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