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Il caso

Il meteorite Matera analizzato nei laboratori del Gran Sasso

Solo quaranta al mondo ad avere le stesse caratteristiche

Il meteorite Matera analizzato nei laboratori del Gran Sasso

È di qualche giorno fa la notizia di un meteorite in caduta sulla Terra e, più precisamente, sulla Basilicata. A Matera.
La città dei Sassi, tra i tanti primati che può annoverare, ha ottenuto anche quello di prescelta per accogliere un meteorite in caduta libera sul nostro pianeta. Ha scelto, tra le altre cose, il giorno più romantico di tutti: San Valentino. Il 14 febbraio, infatti, si è assistito a un fenomeno di certo non frequente: una scia luminosa e poi uno schianto a trecento chilometri orari. I frammenti di quello che si è poi scoperto essere un meteorite sono caduti sul balcone di un'abitazione privata tra le contrade Rondinelle e Serra Paducci e sono stati ritrovati alcuni giorni dopo, il 17 febbraio.
Dalle dichiarazioni di Carmelo Falco (Istituto nazionale di astrofisica) si è appreso che: «La straordinarietà di questo intervento è stata nella capacità di aver fatto funzionare al meglio il sistema "Prisma", una sorta di videosorveglianza su atmosfera e meteore, il quale in Puglia ha alcune camere che hanno osservato questo grosso evento. Noi ci siamo allarmati e attraverso le immagini di Prisma siamo riusciti a capire dove sarebbe potuto cadere esattamente il meteorite, ovvero alla periferia nord della città dei Sassi».
Ma non solo. La sua caduta non è l’unico elemento eccezionale dell’evento. Ciò che più di tutto ha colpito gli studiosi è stata la possibilità di poterne osservare la sua composizione e le sue caratteristiche dopo aver recuperato anche il terzo frammento, il più grande. Infatti, non avendo avuto alcuna contaminazione con il terreno, questi frammenti saranno sottoposti ad attente analisi dalla straordinaria rilevanza scientifica, in grado di svelare nuovi elementi riguardanti il sistema solare. La “purezza” e la possibilità di calcolarne l’orbita, permettendo di risalire al punto dal quale proviene, lo rendono un caso più unico che raro: sono soltanto quaranta al mondo ad avere queste caratteristiche.
Il materiale raccolto sarà analizzato nei laboratori del Gran Sasso e potrebbe fornire notizie preziose sulla formazione dei pianeti sebbene, secondo gli esperti, sarà necessario attendere più di un anno per portare a termine una loro analisi completa ed esaustiva.
Nel frattempo, l’intenzione è quella di svolgere una serie di eventi dedicati all’astronomia e all’astrofisica per discutere di quanto accaduto e, inoltre, dedicare uno spazio nel Museo nazionale «Ridola» di Matera: l’Amministrazione comunale, col sindaco Domenico Bennardi, vorrebbe disporre le parti di meteorite, circa 70 grammi suddivisi in dodici frammenti principali, che si affiancherebbero ai resti fossili della balena pleistocenica rinvenuta nel 2006 in città.

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