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superbonus e crediti fiscali

Superbonus, Bardi chiede di evitare il caos. Basilicata sul pezzo con la Pdl a firma Coviello (FdI)

Nella serata del 16 febbraio, con il Dl 11/2023 il governo è intervenuto per bloccare la cessione dei crediti fiscali futuri e lo sconto in fattura lanciando, per il tramite del ministro Giorgetti, un serio allarme sulla tenuta dei conti pubblici e sollevando al tempo stesso le preoccupazioni di sindacati e imprese

Superbonus, Bardi chiede di evitare il caos. Basilicata sul pezzo con la Pdl a firma Coviello (FdI)

Dopo il summit a Palazzo Chigi tra il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, i ministri Giorgetti, Urso e Fratin e l’Associazione delle Banche, Cassa Depositi e Prestiti e Sace (presente l’amministratore delegato Alessandra Ricci). Presente anche il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. E a seguire un secondo incontro con i vertici delle associazioni di categoria: Ance, Confindustria, Confedilizia, Confapi e Alleanza delle Cooperative italiane, Cna e Confartigianato inizia a tramontare l’idea delle cartolarizzazioni dei crediti. Mentre spunta quella delle compensazioni tramite F24 con le banche e dello sconto in fattura solo per gli incapienti. La ratio, in ogni caso, come specificato dal titolare del Mef è: "Sgonfiare la bolla dei crediti incagliati". Per il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara: “Tra le varie soluzioni proposte nelle scorse settimane, c’era quella, poi accantonata, di coinvolgere comuni e Regioni che con le loro società finanziare avrebbero potuto comprare dalle banche i crediti fiscali in eccedenza”, aggiungendo che con questa misura “gli enti locali avrebbero avuto una formidabile occasione di guadagno, perché avrebbero comprato i crediti a un prezzo scontato, a esempio tra 90 e 95, e poi incassato dallo Stato centrale il valore pieno cioè 110: il governo avrebbe di fatto finanziato sindaci e presidenti di regione”. Tra le Regioni, in primis Sardegna e Basilicata, avevano manifestato una certa attenzione al tema per poi essere stoppate dal governo. Il Piemonte - addirittura - aveva previsto di comprare da banche o intermediari crediti di imposta per circa 50 milioni all’anno. Tutto inutile. A spingere il governo verso il blocco delle cessioni è stato il timore, divenuto concreto dopo la revisione dei criteri di classificazione dell’Eurostat sui crediti fiscali, di appesantire il bilancio dello Stato. La linea di demarcazione dell’intervento l’ha già tracciata il decreto: lo stop alla cessione dei crediti futuri serve proprio a facilitare lo smaltimento di quelli passati, o semplicemente incagliati. Le norme del decreto non sembrano però sufficienti. Ecco allora che scende in campo Sace (società controllata dal Mef specializzata nel settore assicurativo e finanziario) che potrebbe rafforzare, con vigore, le garanzie pubbliche per lo smaltimento dei crediti incagliati. Ad oggi sono due le proposte sul tavolo, anche se il governo sembra ora propendere per una delle due. La prima, la cartolarizzazione, è uno strumento di mercato e al momento appare accantonata. La seconda, con le compensazioni tra crediti e debiti fiscali, è un meccanismo di finanza pubblica. L’ipotesi F24, invece, è quella avanzata congiuntamente dall’Abi e dai costruttori dell’Ance, che hanno chiesto al governo anche di sollecitare l’acquisto di crediti mediante società pubbliche controllate

IL COMMENTO DEL GOVERNATORE LUCANO VITO BARDI

"Come Regione Basilicata continuiamo a dare la disponibilità ad acquistare i crediti a sostegno delle famiglie, così come tanti altri enti locali. È a ogni modo necessario prima di tutto dare una prospettiva certa a famiglie e imprese, nel breve e nel lungo termine. Il governo Meloni ha avuto il coraggio di raccontare la verità agli italiani, adesso però tutti insieme bisogna evitare il caos". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. "Il Superbonus - ha aggiunto - era già bloccato prima dell'ultimo decreto e non a caso erano intervenute le Regioni. Sono sicuro che i parlamentari miglioreranno il decreto, in sede di conversione, con le risultanze degli incontri tra governo e associazioni di categoria: si parla degli F24 delle banche, del coinvolgimento delle aziende pubbliche - c'è anche una proposta di legge depositata in consiglio regionale di Basilicata dal capogruppo di FdI - e quindi confidiamo in una soluzione positiva".

LA PROPOSTA DI LEGGE COVIELLO DEPOSITATA IN CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA
LO SCORSO 16 FEBBRAIO

La Pdl presentata da Coviello (FdI) segue una direzione, ormai nota, tracciata da Abi e Ance con il coinvolgimento delle società pubbliche controllate e l'ipotesi F24

"È sempre più centrale nel dibattito politico nazionale e regionale la questione dei crediti fiscali derivanti dai lavori agevolati con il superbonus e altri bonus edilizi. È notizia di ieri che il governo è intervenuto nella direzione di non consentire né lo sconto in fattura né la cessione del credito per il futuro. Il Decreto Legge impedisce, inoltre, alle pubbliche amministrazioni (inserite nell’elenco di cui all’art. 1 comma 2 della Legge 31 dicembre 2009 n. 196) di acquistare i crediti attualmente incagliati, Regioni in primis. Lo stop decorre da oggi ". Affermava il capogruppo di FdI in Consiglio regionale della Basilicata lo scorso 17 febbraio. "A tal riguardo - rimarcava Coviello – poiché l'acquisto di crediti fiscali è stato uno dei principali elementi di discussione circa la possibilità anche da parte delle PA di acquistare crediti fiscali, già nella mattinata di ieri 16 febbraio, prima delle decisioni del governo, ho presentato una proposta di legge sulla 'Circolazione dei crediti fiscali per efficientamento energetico del patrimonio edilizio'. L’obiettivo della proposta, (in assenza di una norma di rango primario) escludendo l’intervento diretto della Regione al fine di scongiurare qualsiasi impatto in materia di contabilità e di finanza pubblica, limita il ruolo della stessa a favorire l’acquisto dei crediti fiscali da parte degli enti pubblici economici regionali a prevalente caratterizzazione economica e/o le società partecipate e controllate dalla Regione. L'intento - secondo l'esponente di FdI - è quello di sostenere le imprese e i professionisti che hanno fortemente creduto e investito nei bonus edilizi disincagliando ingenti cifre, che per la Regione Basilicata sono stimate in circa 200 milioni di euro. Ciò consentirà alle categorie interessate di non veder pregiudicati gli investimenti effettuati e recuperare liquidità, monetizzando i lavori eseguiti".

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