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Rivedere il numero chiuso alla facoltà di medicina: Bardi sta col ministro Bernini

Rivedere il numero chiuso alla facoltà di medicina: Bardi sta col ministro Bernini

Bernini e Bardi

Un gruppo di lavoro per definire il fabbisogno dei medici e adeguare le capacità e l'offerta potenziale del sistema universitario. È quanto prevede il decreto del ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini che istituisce una commissione di esperti con l'obiettivo di "esaminare ed approfondire le criticità afferenti alla carenza di medici e professionisti sanitari nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, a misurare l'entità del fenomeno e a individuare le cause e le possibili soluzioni, con particolare riferimento alla necessità di garantire un acceso sostenibile alle professioni sanitarie". Il gruppo di lavoro vede il coinvolgimento anche del ministero della Salute e della Conferenza delle Regioni. È presieduto da Eugenio Gaudio, ordinario all'Università La Sapienza di Roma. È costituito da: Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; Salvatore Cuzzocrea, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (la CRUI); Carlo Della Rocca, Presidente della Conferenza Permanente delle Facoltà e Scuole di Medicina e Chirurgia; Gianluca Cerracchio, Direttore della Direzione Generale degli Ordinamenti della formazione superiore e del diritto allo studio del Ministero dell'Università e della Ricerca; Rossana Ugenti, Direttore della Direzione Generale e dell'Ufficio delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale del Ministero della Salute. A livello nazionale, in ordine di tempo, l'ultima facoltà di medicina e chirurgia istituita è quella afferente all'Ateneo lucano con sede a Potenza. E proprio dalla Basilicata il governatore Vito Bardi ha manifestato la bontà di questa iniziativa. "L'istituzione di una apposita commissione che, entro la prossima primavera, valuterà la possibilità di modificare l'accesso programmato alla facoltà di Medicina soddisfa finalmente una istanza che viene da più parti e che sosteniamo convintamente". "La carenza di personale medico - dice Bardi - sta mettendo a dura prova i sistemi sanitari regionali che spesso non riescono a garantire nei tempi sperati l'erogazione delle prestazioni ai cittadini, con tutto ciò che ne consegue anche in termini di carico di lavoro per gli stessi specialisti nei reparti ospedalieri". "La pandemia con cui stiamo ancora convivendo ha messo maggiormente in evidenza la necessità di potenziare i sistemi sanitari, con particolare riguardo alla medicina territoriale. Tuttavia - rimarca - per riuscire a raggiungere questo risultato, in linea con quanto è stato programmato nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza che ridisegna la rete assistenziale e dei presidi territoriali, abbiamo bisogno di rivedere una volta per tutte i criteri legati all'accesso alla facoltà di Medicina - che grazie alla mia Giunta per la prima volta nella storia è anche in Basilicata - per disporre di un adeguato numero di specialisti da collocare sul territorio e negli ospedali". "Nella fascia che va ai 23 ai 54 anni, proprio per effetto del numero programmato, è ben visibile il numero inferiore di medici rispetto agli specialisti con una età più avanzata. Inoltre, da qui ai prossimi 7 anni - conclude Bardi - andranno in pensione circa 48 mila medici che andranno sostituiti per evitare di appesantire il Sistema sanitario nazionale che invece deve essere potenziato per andare incontro ai bisogni di salute dei cittadini. Sono dati eloquenti che dimostrano l'utilità di un gruppo di lavoro che approfondisca la questione per assicurare una programmazione lungimirante in materia di reclutamento del personale nel comparto sanitario".

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