IL MATTINO
I nodi della politica
29.11.2022 - 19:27
"Io non scappo davanti alla giustizia. Voglio essere giudicato, però bisogna avere rispetto quando si entra nelle vite delle persone per intercettazioni di dubbia interpretazione". Lo ha detto il consigliere regionale Rocco Leone (FdI), tornato oggi a sedere tra gli scranni del Parlamentino lucano dopo che il Tribunale del riesame ha annullato il divieto di dimora a Potenza, misura cautelare emessa nell'ambito dell'inchiesta sulla sanità lucana. "Quando sono venuto a conoscenza dell'indagine che mi riguardava - ha aggiunto - ho chiesto al pubblico ministero di essere ascoltato e di essere cauti, perché il cittadino deve essere rispettoso nei riguardi del percorso di giustizia ma chi persegue la giustizia deve essere rispettoso nei riguardi del cittadino. In questa vicenda qualcosa non è andato nel verso giusto se io chiedo di essere ascoltato e poi si vuole fare un'ordinanza per arrestarmi". Dall'aula Leone lancia un "appello" al procuratore e al pm perché via sia "rispetto". "Sono stato definito persona socialmente pericolosa - ha precisato il consigliere - atta a consumare quotidianamente atti criminosi. Ma quali sono? I cento bambini al giorno che visito? La disponibilità notturna a rispondere a telefono? Un uomo è un individuo con una storia personale che va osservata prima di sentenziare, perché io sono già stato giudicato mediaticamente, trattato come un delinquente. Torniamo a dare alla giustizia il senso antico di rispetto, altrimenti questa perde la sua autorevolezza. Ringrazio il Tribunale del riesame - ha concluso - che ha fatto chiarezza e ha detto che su 22 capi si imputazione non c'è nessun indizio a carico del dottor Leone".
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