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Autonomia differenziata, Bardi in Conferenza Stato-Regioni con il Ministro Calderoli è cauto: "Siamo solo all'inizio"

Autonomia differenziata, Bardi in Conferenza Stato-Regioni con il Ministro Calderoli è cauto: "Siamo solo all'inizio"

Calderoli e Bardi

"Uno scambio di vedute tra i presidenti di regione con il ministro Calderoli, dal quale è emerso un metodo di confronto molto costruttivo, rispetto al quale voglio ringraziare il Presidente Fedriga. Abbiamo ben chiare la specificità delle nostre esigenze, ma è chiaro che siamo solo all'inizio di un'ipotesi di percorso di riforma, per cui non capisco le polemiche, se non legandole a legittime esigenze di posizionamento politico''. Così il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, di Forza Italia, a margine dell'incontro in Conferenza stato-regioni con il Ministro Calderoli. ''Vorrei ricordare a tutti che il federalismo approvato dal centrosinistra nel 2001 è stato un disastro - ha detto - ha aumentato il divario nord-sud, e che la spesa storica avvantaggia le regioni del nord e su questi temi in 20 anni non si è mai intervenuto, pur potendolo fare. E poi c'è il tema dei LEP, che sono una precondizione rispetto a ogni prospettiva futura. Ovviamente come Regione Basilicata siamo molto interessati al tema dell'energia, anche considerando che in questi decenni poco è rimasto sul territorio e il primo segnale concreto verso i cittadini lo abbiamo fatto noi con il bonus gas e il bando per i non metanizzati, grazie alle risorse rinvenienti dalle compensazioni ambientali''. Secondo il presidente lucano, ''una maggiore autonomia in tale ambito - ha aggiunto - potrebbe essere un'opportunità e ci darebbe la possibilità di aiutare in maniera strutturale il tessuto produttivo lucano. C'è il tema delle rinnovabili, che non sono 'labor intensive' e che non 'lasciano' benefici sul territorio, pur essendo una grande opportunità per tutti e rispetto alle quali la nostra Regione è già molto avanti e stiamo anche recuperando taluni ritardi del recente passato. Chiaramente il problema principale della nostra terra sono le infrastrutture, rispetto alle quali scontiamo un gap secolare e sul quale ci aspettiamo un intervento importante da parte del nuovo governo, dato che i 600 milioni di euro stanziati dal Pnrr sul tema non sono sufficienti''.

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