IL MATTINO
prefetture
08.11.2022 - 06:48
il Viminale
"Il nostro sindacato non ha mai assunto posizioni corporative né intende farlo adesso". Lo ha dichiarato Antonio Giannelli, presidente del Sinpref, sindacato maggiormente rappresentativo della carriera prefettizia in riferimento ad alcune dichiarazioni e commenti stampa sulla nomina di prefetti a ministro dell'Interno. "Una funzione - continua Giannelli - che si deve chiarire una volta per tutte: non ha colore. Garantire la sicurezza significa infatti assicurare a ognuno, cittadino o straniero, di poter godere dei diritti che la Costituzione e le leggi gli riconoscono: andare dove vuole in sicurezza, non essere derubato o fatto oggetto di violenze, poter manifestare liberamente il proprio pensiero, poter scegliere i propri rappresentanti con il voto". "Sono tutte funzioni - prosegue il presidente del Sinpref - che il prefetto è chiamato da sempre a svolgere con equilibrio e moderazione, coniugando i diversi interessi e le legittime aspettative, facendo della costante mediazione istituzionale la leva per assicurare la gestione dei conflitti e la tenuta della complessa trama dei rapporti tra i diversi livelli di governo del territorio. Un'attività, dunque, che si fonda sull'autorevolezza e non certo soltanto su quella autorità che, a fondamento del ruolo di responsabile generale dell'ordine e della sicurezza pubblica, solo una visione da tempo superata continua a ritenere caratterizzare esclusivamente la figura del prefetto. Basti riflettere - sottolinea Giannelli - come, nella pratica quotidiana, fatta di costante e faticosa presenza, i prefetti rappresentino il costante riferimento per gli amministratori locali e i vertici istituzionali locali nei tanti tavoli di lavori che coordinano, assicurando al contempo alle persone in difficoltà, e specialmente ai lavoratori, un ascolto sempre disponibile e attento, tanto da svolgere a livello territoriale un ruolo fondamentale per la gestione delle crescenti crisi occupazionali". E aggiunge: "Lo stesso Ministro Piantedosi, inaugurando l'Anno accademico alla Scuola di polizia ha testimoniato tale indole prefettizia, raccomandando ai giovani equilibrio e moderazione, perché è con queste qualità che si tutela la sicurezza dei cittadini in uno stato democratico. Durante il COVID è stata del resto questa la stella polare dei prefetti, sempre alieni dagli eccessi sanzionatori pur nella garanzia della sicurezza anche sanitaria dei cittadini. Le Prefetture sono rimaste sempre aperte, anche a rischio personale di molti colleghi e collaboratori, quando tutti gli uffici erano chiusi. Dovrebbe farci riflettere - sulla supposta natura autoritaria dei prefetti - che anche i detrattori delle nuove norme sui "rave party" ne hanno evidenziato la non necessità, a parer loro, in quanto il prefetto di Modena ha assicurato la conclusione pacifica del rave e lo sgombero del terreno e del capannone, non ricorrendo alla forza fisica ma con quella del dialogo e della mediazione. Non accettiamo, dunque, la strumentale identificazione della funzione prefettizia con la repressione non avendo nulla a che fare la tutela dell'ordine e sicurezza pubblica con l'autoritarismo".
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