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Giallo sulle interruzioni delle gravidanze in Umbria? Speranza valuta una ispezione, la Regione Umbria smentisce

"Abbiamo avuto segnalazioni di donne e di associazioni femministe che in Umbria sta già accadendo quello che sta accadendo in Ungheria. Dal 15 settembre ci sono donne costrette ad ascoltare il battito del feto, vengono addirittura fatte tornare in ospedale più volte perchè all’inizio non si riesce ad ascoltarlo“. Affermazioni shock in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati da parte di Elisabetta Piccolotti candidata alle prossime elezioni con Sinistra italiana

Giallo sulle interruzioni delle gravidanze in Umbria? Speranza valuta una ispezione, la Regione Umbria smentisce

Roberto Speranza

Immediata la replica dell’Assessorato regionale alla Salute. “In nessuna Azienda sanitaria o ospedaliera della Regione Umbria, risulta che le donne che chiedono l’interruzione di gravidanza siano costrette ad ascoltare il battito del feto, così com’è stato dichiarato stamani nel corso di una conferenza stampa”. "Sarebbe opportuno che coloro che hanno portato all’attenzione questa gravi fatti li circostanziassero in modo da permettere alle autorità sanitarie di procedere con le opportune verifiche. In caso contrario, ribadendo che anche dal riscontro chiesto tempestivamente oggi alle Aziende, non risultano in Umbria fatti del genere, la Regione si vedrà costretta a dover tutelare nelle sedi opportune tutti i professionisti e gli operatori che lavorano con professionalità e correttezza, nel Sistema sanitario regionale”, conclude la nota ufficiale. Il ministro della Salute, Roberto Speranza - invece - non ha "conoscenza diretta" di quanto denunciato da due esponenti di Verdi-Sinistra Italiana. A margine di un'iniziativa elettorale a Terni ha anche spiegato di "non essere a conoscenza diretta della dichiarazione rilasciata". "Ma se ci sono elementi va valutata una eventuale ispezione" ha aggiunto. Secondo Speranza, comunque, l'ascolto del battito del feto prima dell'aborto, "è uno scenario totalmente irricevibile, fuori dalla norma vigente che tutti dobbiamo rispettare". "C'è una legge, la 194 - ha proseguito -, che noi difenderemo con tutte le energie di cui disponiamo". Il ministro ha anche sottolineato che se "c'è qualche forza politica che pensa di cambiarla, dovrà confrontarsi con il consenso delle persone che su questo tema, in modo chiaro, si sono già espresse e noi difenderemo questa legge e la sua applicazione".

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