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Intervista

L'avvocato Monico: «L’amministrazione di sostegno come faro per sostenere la fragilità»

L'avvocato Monico: «L’amministrazione di sostegno come faro per sostenere la fragilità»

La tutela della fragilità, rappresenta certamente una forte esigenza sociale e familiare ed è proprio per questo che in questo campo, è fondamentale muoversi con la massima cautela dovendo, imprescindibilmente, considerare il rispetto della dignità umana, l’elemento centrale nel perseguimento di tutte le azioni di tutela che la legge mette a disposizione per difendere e tutelare chi ha bisogno di protezione perché fragile. Uno degli strumenti istituiti con la L.n.6 del 2004 che ha come finalità quello di tutelare con la minore limitazione possibile la capacità di agire le persone prive in tutto o in parte di quella autonomia capace di permettere di poter espletare le funzioni della vita quotidiana è certamente l’Amministrazione di sostegno ( AdS). Ne discutiamo con l’avvocato Pietro Monico con studio legale SLM in Melfi, e fondatore di PiùFamiglia SLM Consulenza Assistenza Multidisciplinare in ambito Familiare.

Perché è cosi importante l’istituto dell’amministrazione di sostegno?

Prima di tutto partirei col dire perché rispetto a quanto accadeva nel passato in cui l’approccio alle fragilità si fondava su di una concezione prettamente assistenzialistica che finiva di fatto per categorizzare l’individuo senza mai interpellarlo rispetto ai suoi reali bisogni, oggi invece, al contrario, la fragilità, la persona fragile, viene considerata portatrice di propri interessi di vita e di desideri. In secondo luogo perché l’amministrazione di sostegno diversamente dall’interdizione, porta con sé due principi fondamentali che sono quelli del: non abbandonare e non mortificare. In poche battute: mentre nell’interdizione e inabilitazione tendenzialmente si pone sullo stesso piano la fragilità con la conseguenza di una applicazione uniforme della disciplina normativa, nell’amministrazione di sostegno vi è un rovesciamento che finisce per applicare una disciplina capace di modularsi rispetto alle esigenze del caso concreto. Perché?  perché qui, i possibili destinatari, non sono solo soggetti che versano in situazioni di salute precaria (soggetti colpiti da infermità mentale ecc.), ma anche soggetti che hanno difficoltà a gestire, da un punto di vista patrimoniale e personale, tutti i propri impegni quotidiani (anziani, tossicodipendenti, ludopatici ecc.).

Questa ampia platea di possibili destinatari cosa comporta?

Come facilmente si può intuire, questa ampia platea di possibili destinatari apre anche ad esigenze di tutela diverse tra loro che esclude l’applicazione di una disciplina uniforme ed impone un lavoro di analisi dal basso da parte del Giudice Tutelare che dovrà ascoltare l’interessato per raccogliere i suoi bisogni e le sue richieste specifiche individuando le effettive esigenze di protezione. In questa misura, il Giudice Tutelare   diventa un garante capace di intervenire all’insorgere di nuove esigenze attraverso una procedura modulabile a seconda della gravità della fragilità scavando al suo interno per offrire una protezione adeguata al caso sottoposto al suo giudizio.

Ma chi è legittimato a proporre il ricorso per l’apertura di una Amministrazione di sostegno?

Proprio con la finalità di poter garantire e favorire l’accesso a questa forma di tutela, la legge stabilisce che oltre al   coniuge o il convivente stabile; i parenti entro il quarto grado; l’affine entro il secondo grado; il tutore; il curatore; il pubblico ministero, anche la stessa persona interessata da una sua eventuale applicazione può presentare ricorso e questo, è certamente importante perché si riconosce una sua piena legittimazione processuale. 

Cosa consiglia a chi decide di affidarsi a questa misura?

Considero le persone fragili, come portatrici di propri desideri, di aspirazioni e progetti esistenziali e, benché il procedimento di nomina dell’amministratore di sostegno non richieda necessariamente l’assistenza di un legale, vista la delicatezza della procedura, è importante affidarsi sempre ad una consulenza qualificata per poter essere seguiti in ogni fase di questo importante percorso. Inoltre è sempre importante analizzare il caso da sottoporre al vaglio del giudice tutelare perché le ultime sentenze sul tema, ci dimostrano che non sempre, anche in presenza di una fragilità, potrà essere applicata e riconosciuta questa misura.

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