IL MATTINO
Ambiente
11.07.2022 - 18:28
Da qualche giorno la cittadina di Lauria, in provincia di Potenza, compare tra i paesi più sostenibili d’Italia.
Lo scorso 4 luglio il Comune ha annunciato attraverso la sua pagina ufficiale Facebook, infatti, di essere stato inserito nell’elenco da parte dell’Associazione nazionale “Paesi più sostenibili d’Italia” che raggruppa i comuni con l'obiettivo di supportare le pubbliche amministrazioni nel perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Dopo una valutazione attenta durata alcuni mesi, Lauria “taglia” simbolicamente un traguardo importante, che segna l’inizio di un percorso per un comune più virtuoso che possa fare da traino anche per tutti gli altri in regione e non solo. "Il raggiungimento di questi obiettivi è una grande opportunità soprattutto per i piccoli comuni. E’ un punto di partenza per essere parte di un sistema di promozione non solo legato al tema della cultura e del patrimonio, ma anche per valorizzare le scelte di sviluppo della comunità di Lauria”, queste le parole del sindaco Gianni Pittella, che lasciano trapelare entusiasmo, soddisfazione, ma anche il desiderio che questo sia solo l’inizio di un viaggio fatto di collaborazione e cooperazione con tutto il territorio.
Come si legge a conclusione del post sopra citato, il processo per portare Lauria ad essere sostenibile deve prevedere una sinergia in cui tutti siano protagonisti, dai cittadini alle istituzioni.
In quanto capofila della valle del Noce, Lauria si è domandata quali fossero le strade da intraprendere per diventare a tutti gli effetti un comune sostenibile e le risposte sono tante, ognuna delle quali legata questioni cruciali anche nell’ottica dell’Agenda 2030.
Dunque, cosa fare? Attraverso l’unione di cultura e ambiente Lauria punta a lanciare i temi della sostenibilità ambientale, conscia del fatto che per riuscire nell’intento sia necessario assicurare un migliore uso del territorio, promuovere l’aumento del verde urbano e degli orti urbani, garantire il funzionamento del sistema di raccolta differenziata, riscaldare senza inquinare, passare a una mobilità più green e dolce, assicurare il dialogo e l’interazione tra cittadini e attori politici e su tutti aprirsi alla frontiera del co-working. La chiave? L’economia collaborativa che possa mettere in circolo beni, servizi, saperi, competenze e tempo.
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