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La mala del Vulture

Melfi, Delli Gatti era pronto a lasciare la rivendita di paglia per buttarsi nell'affare del fotovoltaico

Melfi, Delli Gatti era pronto a lasciare la rivendita di paglia per buttarsi nell'affare del fotovoltaico

Era pronto ad abbandonare il settore della raccolta e della rivendita della paglia per passare al fotovoltaico. Lorenzo Delli Gatti, uno degli indagati per associazione di stampo mafioso, in una telefonata con la moglie spiega le nuove mire della famiglia. Si parla di un «contratto» riconducibile secondo gli investigatori «all'affare relativo alla realizzazione di un parco fotovoltaico, in ragine del quale l'indagato riferisce alla moglie di voler abbandonare il settore della raccolta e della rivendita della paglia, ipotizzando di poter percepire un budget di tre, quattrocento carte all'anno, ovvero di 300.000 o 400.000 euro annui». E in una successiva telefonata con il cugino Antonino Delli Gatti parla del possibile impiego come guardiano e supervisore. Lorenzo gli spiega di aver «già concluso positivamente accordi sul punto. Aggiungendo di aver iniziato a intavolare le trattative con la cordata imprenditoriale già nella precedente stagione invernale». Il parco sarebbe dovuto nascere nella zona dell'ex zuccherificio. Gli accordi di Lorenzo Delli Gatti con la cordata imprenditoriale riferibile a Donato Macchia si sarebbero concretizzati poco dopo. Da una successiva telefonata con la moglie, si sarebbe evinta, sostengono gli investigatori, «l'avvenuta assunzione di Delli Gatti alle dipendenze di Macchia con apposita sottoscrizione contrattuale per le mansioni di gestore dei terreni e custode delle porzioni fondiarie interessate dalla realizzazione del parco energetico di San Nicola, dietro la corresponsione di 1.000 euro al mese».

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