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Pasticcio elettorale a Palermo, ira della Lega: «Lamorgese deve dimettersi»

Il caos seggi a Palermo scatena la furia di Salvini che ha espresso «preoccupazione e sconcerto» al Capo dello Stato per quanto sta succedendo a Palermo. Il leader della Lega, riferendosi alla mancanza di decine di presidenti di seggio, sottolinea «Il grave danno per la democrazia in una delle città più importanti d’Italia»

Pasticcio elettorale a Palermo, ira della Lega: «Lamorgese deve dimettersi»

Lamorgese e Salvini (archivio)

Nel capoluogo Siciliano, dove vota il Capo dello Stato scoppia il caso di presidenti e scrutatori assenti per la regolarità del voto nei seggi. «Sarebbe stato opportuno attivare immediatamente le forze dell’ordine, l’esercito e la marineria di porto per avere un elenco di sottufficiali disponibili a svolgere questo compito. Trovando così una soluzione prima che si arrivasse a questa situazione vergognosa»

«Il responsabile della regolarità del voto in qualunque elezione è unicamente il ministro degli Interni, che oggi risponde al nome di Luciana Lamorgese. In Sicilia stamattina per un certo numero di ore non si è potuto votare, negando un diritto garantito dalla Costituzione, per la vergognosa mancanza di presidenti di seggio e i cittadini che si sono presentati ai seggi sono stati invitati a tornare più tardi. Se le urne sono aperte dalle 7 alle 23 tutti i cittadini in quello spazio temporale hanno il diritto costituzionale di votare, diritto che oggi in Sicilia è stato negato. Un vulnus enorme del diritto di voto. Non solo, nei tanti comuni dove si vota per le amministrative gli scrutatori al seggio hanno chiesto se l’elettore volesse o meno anche le schede per il referendum, opzione che non discende da un operatore di seggio ma discende direttamente dalla Costituzione, e quindi l’operatore avrebbe dovuto solo consegnare le schede per le amministrative e per i referendum, senza porre domande. Un altro vulnus nel diritto di voto. È evidente a tutti che la riduzione del tempo per poter esprimere il voto e il considerare opzionale il voto referendario rappresentano un doppio vulnus della Costituzione e del nostro ordinamento, pertanto chi oggi non è stato in grado come ministro degli Interni di garantire il rispetto della Costituzione e delle nostre leggi deve fare solo una cosa: dimettersi. Noi del ministro Lamorgese ci ricorderemo per sempre in negativo e non solo per il voto di oggi!», tuona l'esponente del Carroccio e vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. «A Palermo non aprono i seggi per la mancanza di presidenti e scrutinatori, si rischia di inficiare un appuntamento elettorale fondamentale per Palermo, chiamata ad eleggere il suo nuovo sindaco, e per tutto il Paese, per la concomitanza dei referendum sulla giustizia. È scandaloso che, a distanza di ore dall’apertura dei seggi e dall’inizio delle palesi difficoltà che i cittadini stanno riscontrando nell’esercitare il proprio diritto democratico al voto, il ministro Lamorgese non ci abbia messo la faccia, intervenendo in prima persona. Abbiamo fatto una figuraccia mondiale per una gestione totalmente inaccettabile delle operazioni di voto: un grave danno per tutta la nostra democrazia. Vista l’impasse, e visto che le criticità si sono riscontrate già nella giornata di ieri, sarebbe stato opportuno attivare immediatamente le forze dell’ordine, l’esercito e la marineria di porto per avere un elenco di sottufficiali disponibili a svolgere questo compito. Trovando così una soluzione prima che si arrivasse a questa situazione vergognosa». Lo dichiara, invece, il vicecapogruppo della Lega alla Camera dei deputati Alessandro Pagano.   

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