IL MATTINO
covid19
23.03.2022 - 19:18
«Agli albori dello scoppio dell'epidemia da SARS-COV2 in Italia, in una situazione già devastante, con oltre 80.000 contagi e più di 8.000 decessi, a Pratica di Mare sbarcava un contingente militare russo composto da tredici quadrireattori, ai quali se ne aggiunsero in seguito altri quattro, e 104 componenti, di cui la maggior parte erano militari e solamente trentadue tra medici ed infermieri. A distanza di due anni dalla vicenda, e con l'invasione dell'Ucraina, sono emersi dubbi e sospetti sulla collaborazione offerta dal Cremlino, in merito ai reali obiettivi del contingente russo, composto solo in parte da medici. Questo lascia aperto il mistero sugli accordi stretti in quell'occasione dal Governo italiano e quello Russo. Invero, il sospetto emerso in queste settimane, è quello che vedrebbe la Russia aver usato la missione con lo scopo di inviare un'intelligence sanitaria in grado di sviluppare un vaccino contro il virus da SARS-COV2, il vaccino Sputnik, partendo da un campione di virus prelevato in Italia. In un tweet del 5 marzo il sindaco di Bergamo Giorgio Gori si chiedeva: "Col senno di poi è inevitabile tornare alla missione russa in Italia della primavera 2020. Sono testimone dell'aiuto prestato a Bergamo dai medici del contingente, ma va ricordato che a Pratica di Mare arrivarono più generali che medici», così i parlamentari di Italia Viva che chiudono sarcasticamente: «Fu aiuto, propaganda o intelligence?».
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