IL MATTINO
Diritti
20.03.2022 - 17:46
Qualcosa sembra muoversi in una direzione più equa anche in Basilicata sul piano della toponomastica. Risale allo scorso 17 marzo la notizia dell’intitolazione di una piazza di Avigliano alla dottoressa Rachelina Chiara Laguardia, farmacista nonché prima laureata del posto. Da un sondaggio di un anno fa ad Avigliano era emerso il desiderio di intitolare una strada alla dottoressa Laguardia, distintasi per i suoi meriti.
Rachelina Chiara Laguardia è stata una farmacista che ha rappresentato per decenni un perno per il territorio aviglianese e la sua comunità con la sua attività, un vero e proprio luogo identitario, fortemente ancorato alla cittadina. Una donna che ha lasciato la sua impronta nella città di Avigliano, sapendo guadagnarsi il proprio posto nel mondo. Classe 1927, la dottoressa Rachelina Chiara Laguardia è scomparsa nel 2016, non senza lasciare un vuoto nella popolazione locale che in lei riconosceva un punto di riferimento.
Rispetto ad altri comuni, Avigliano si pone già su una strada più avanzata (se così si può dire) pensando alla questione della toponomastica. Di fatti, alle strade e piazze già dedicate alla memoria di grandi figure femminili lucane e non come Rita Levi Montalcini, Anita Garibaldi, Elena degli Angeli, Maria Montessori, Isabella Morra, si è aggiunta da poco anche la piazza intitolata a Rachelina Chiara Laguardia.
Si pensi che nel capoluogo di Regione, secondo gli ultimi dati, sarebbero solo sette le strade dedicate alle donne, ventisette nella città di Matera. Un dato poco edificante per entrambe le realtà. Si evidenzia troppo spesso, purtroppo, una netta sproporzione tra le strade intitolate a personaggi maschili e quelle intitolate a personaggi femminili. Ebbene, la questione della toponomastica non è una questione meramente formale, linguistica, ma rientra a buon diritto in un tema ancora oggi caldo: quello del gender gap. Il divario tra donne e uomini si nota, dunque, non solo in questioni lavorative, economiche o retributive, ma anche in quelle culturali e sociologiche con le implicazioni che ne seguono. La presenza scarsa di personaggi femminili nelle denominazioni pubbliche (strade, vie, piazze) è spia di un mancato riconoscimento del valore apportato dalle donne alla storia di un luogo, un mancato riconoscimento di battaglie in nome di valori universali e del riconoscimento di una donna in quanto protagonista di un percorso degno di essere ricordato, studiato, tramandato. Il tema è stato sollevato più volte da associazioni lucane del settore impegnate fermamente nella sensibilizzazione e nella diffusione di una consapevolezza maggiore riguardo le disparità attraverso campagne e iniziative che stanno dando i loro frutti. Il vero traguardo sarebbe, tuttavia, non doverne dare notizia.
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