IL MATTINO
misure restrittive
19.03.2022 - 14:41
Garavaglia e Speranza
Schiavi di un Qr code, italiani - unici in occidente - vittime delle decisioni di Roberto Speranza definite dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, "incoerenti". L'obbligo di super green pass - che ribadiamo non ha creato luoghi sicuri e non ha dato garanzia alcuna di "ritrovarsi tra persone non contagiose" nei ristoranti al chiuso fino al primo maggio (mentre all'aperto cesserà già il primo aprile) crea una frattura tra i "migliori" del governo. La linea dura del ministro Speranza si scontra con il fallimetare certificato verde molto politico e poco sanitario. La replica del ministro della Salute: «Un Paese sicuro dal punto di vista sanitario cresce di più e meglio», peccato che anche sotto questo punto di vista i dati siano molto eloquenti. Medesimo problema si è posto per il super certificato vaccinale per pernottare nelle strutture alberghiere che arreca un grave pregiudizio sia per i vacanzieri italiani sia per quelli stranieri. Il ministro Garavaglia ha quindi chiesto di uniformare le date, sottolineando la necessità di rispondere a una categoria messa in ginocchio dal Covid e dalle decisioni del governo e più in generale di anticipare la fine del green pass rafforzato al 15 aprile. Ma la richiesta non è stata recepita perchè la bozza di decreto-legge aveva già ottenuto l’ok delle Regioni. «Ho chiesto ufficialmente 500 milioni al ministero della Salute per i danni recati in aprile per i due ponti rovinati, quello di Pasqua e quello del 25 aprile, si è sfogato Garavaglia con l’Ansa al termine del Consiglio dei ministri. Bernabò Bocca, presidente Federalberghi - invece - sulle colonne de "Il Tempo" ha fatto il punto sulla drammatica situazione degli hotel: «Un dato reale, che riguarda Roma: il 50% degli alberghi è chiuso, e l'altro 50% lavora con un'occupazione intorno al 30%. Sui posti di lavoro, la cassa integrazione Covid ha contribuito a salvarli, abbiamo avuto 3 mesi ulteriori, a fine marzo non ci sarà più e dunque sarà un grande problema: se non riparte la domanda, sono a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro». E ancora, limitatamente alle norme sanitarie il numero uno di Federalberghi non ha dubbi: «Gli altri Paesi sono stati più rapidi di noi ad alleggerirle. In Italia per entrare in un albergo serve un green pass rafforzato, in Francia basta un tampone. In Spagna è tutto libero. Da noi è stata fatta la scelta di privilegiare totalmente l'aspetto sanitario a scapito della competitività. Probabilmente andava trovato un punto di sintesi». La crescita del Paese - evidentemente - la ravvede solo Roberto Speranza, un ministro sconnesso dalla realtà.
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