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TgR Basilicata, l'appello di un telespettatore: «Basta con la comunicazione compulsiva dei decessi Covid»

Riceviamo e pubblichiamo l'esortazione di un assiduo telespettatore: «Mi domando: al netto delle patologie pregresse di ciascuno, che senso ha quotidianamente ricordarci l'età dei decessi Covid? Che senso ha ricordarci che alcuni ultra 80enni o 90enni hanno purtroppo perso la vita "per" o "con" il Covid? Non si tratta di mancare di rispetto o di scarsa empatia, siamo stati tutti figli e nipoti e la perdita di un caro è un momento psicologicamente molto delicato»

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«Anche nel caso di persone molto giovani o di miei coetanei (di anni ne ho 45 e scrivo dalla provincia di Potenza) che non hanno purtroppo vinto la sfida del virus che senso ha indicare l'età? Che senso ha accompagnare il tutto con immagini di vita ospedaliera?». «Ho notato - prosegue il telespettatore - che il Tg1 da qualche tempo ha cambiato "linea", al Covid viene dedicato un segmento del telegiornale, talvolta senza nessun servizio, una giornalista aggiorna sulle ultime novità in tema di campagna vaccinale e di pressione ospedaliera. Una grafica interattiva, poi, mostra i numeri dei positivi e dei decessi e l'andamento della curva. Apprezzo questo stile sobrio ma serio e puntuale. Il Tg regionale della Basilicata, invece, prosegue con la stessa impostazione dello scorso anno, una comunicazione compulsiva dei decessi e dei positivi. Sappiamo bene che il virus circola ancora tra noi, che il vaccino fa anche la sua parte e che il green pass non tutela la salute pubblica perciò occorre prestare sempre attenzione. Sappiamo che si muore di Covid, si moriva ieri e si morirà domani e quindi: perchè proseguire con questa comunicazione della tensione? Limitatamente ai decessi, è un dato di fatto che anziani fragili e deboli con due o tre dosi di vaccino rischiano di aggravarsi a causa del Covid e di perdere la vita, ogni anno la classica influenza di stagione era un fattore di rischio da non sottovalutare affatto per alcune categorie particolarmente esposte. A volte lo stesso telegiornale al posto di indicare l'età riporta l'anno di nascita». «Spero - conclude - che ci sia una svolta nella comunicazione perchè dopo due anni è diventato difficile ascoltare un telegiornale, c'è voglia di andare avanti e di una normalità fatta anche dai media, sempre e comunque nel rispetto del dolore di chi ha perso un proprio caro. Pietro».

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