IL MATTINO
sputnik
21.01.2022 - 18:18
«Tutti i vaccini anti-Covid attualmente autorizzati perdono significativamente attività nei confronti di Omicron. I risultati degli esperimenti di laboratorio, condotti in collaborazione tra Istituto Spallanzani e Istituto Gamaleya di Mosca, hanno documentato che oltre il 70% delle persone vaccinate con Sputnik V mantengono un'attività neutralizzante contro Omicron, e tale attività si mantiene in buona parte anche a distanza di 3-6 mesi dalla vaccinazione». Lo sottolinea in una nota il team tecnico scientifico dell'Inmi Spallanzani di Roma. Il vaccino russo è stato finora lasciato in orbita, non ancora autorizzato dalle agenzie europea ed italiana del farmaco Ema ed Aifa. «Questi risultati, appena usciti in preprint, risultano estremamente incoraggianti e utili per definire nuove strategie vaccinali in rapporto alla evoluzione delle varianti di SARS-CoV-2», sottolinea l'Istituto nazionale per le malattie infettive. Una possibile svolta quella certificata dal team congiunto di ricercatori dei due istituti (il Gamaleya è quello che ha creato lo Sputnik V). Perché, stando alle prime spiegazioni, la capacità di rispondere alla variante Omicron da parte del vaccino russo sarebbe maggiore a quella registrata da quello americano: «Più di 2 volte superiori rispetto a 2 dosi di vaccino Pfizer (2.1 volte superiori in totale e 2.6 volte superiori 3 mesi dopo la vaccinazione)». Con un risultato finale che certificherebbe una riduzione «significativamente minore (2.6 volte) dell'attività di neutralizzazione del virus contro Omicron in confronto alla variante Wuhan di riferimento rispetto al vaccino Pfizer (riduzione di 8.1 volte per Sputnik V rispetto a 21.4 volte per il vaccino Pfizer)».
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