IL MATTINO
Analisi
07.12.2021 - 12:18
Papa Francesco
La figura di Papa Francesco vacilla anche nelle sue visite apostoliche, non più solo sui social. L’urlo del pope atenese “Ereticos” non è passato in secondo piano. Non si tratta dell’accusa di un’eresia dogmatica, in quanto questo papa afferma tutto e il contrario di tutto. È un’accusa pubblica di un atteggiamento, di un dualismo a cui stiamo assistendo da una buona metà del suo pontificato ad oggi. “Voglio una Chiesa povera”, ma si allea con i Rothschild, definendo il “Council for inclusive Capitalism”, mentre gli altri papi hanno combattuto il capitalismo con tutto il loro coraggio, vedi per esempio un certo Woitila, che ha dato una notevole spallata al muro di Berlino, oppure un certo Roncalli, che è stato un mediatore fondamentale per la guerra fredda. Questo papa invece non solo s’inginocchia davanti ai potenti, ma sancisce accordanze inclusive al capitalismo delle istituzioni povere, le quali sono affondate proprio dal capitalismo. Alleanze cieche, senza senso che incentivano nei fatti ancora di più il divario tra istituzioni ricche e povere. La teoria del papa della giustizia e dei poveri si è rivelata un passaggio di pallone vincente per i potenti capitalisti di oggi, che stanno approfittando del Covid per arricchirsi, vedi la figlia di Mario Draghi, accolto da papa Francesco come il salvatore dell’Italia, e vedi anche il marito della Ursula von der Leyen, entrambi invischiati in trattative con le più grandi case farmaceutiche mondiali. Il suo metodo ormai consolidato è quello di additare i preti e vescovi come cancro della Chiesa per captare benevolenza. Infatti, papa Francesco affronta gli scandali economici della Chiesa Cattolica sono come chi cura un malato di tumore con terapie omeopatiche, nient’altro che fumo negli occhi dei mass media. A marzo di quest’anno Report manda in onda l’inchiesta sui soldi investiti dalla Chiesa Cattolica nel corso di un ventennio fino al 2016 sulla casa farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo, la Sandoz, è stata una delle più rumorose di quest’anno. Mentre le associazioni pro-life
insistono sull’obiezione di coscienza di medici e farmacisti, Report continuava le sue inchieste sugli investimenti della Chiesa Cattolica. Attraverso l’APSA, l’ente che gestisce il patrimonio immobiliare e finanziario della Santa Sede, il Vaticano ha posseduto quote azionarie per circa 20 milioni di euro con le due industrie farmaceutiche Novartis e Roche. Della Novartis fa parte la Sandoz, che produce la pillola del giorno dopo, ovvero evita l’annidamento nell’utero dell’ovulo fecondato dopo un rapporto, provocandone l’aborto. Per evitare lo scandalo internazionale, le quote di Novartis vengono cedute, una delle società tra i nomi delle industrie farmaceutiche a cui andavano i finanziamenti del Vaticano era proprio la Sandoz. Nell’inchiesta precedente, Report mise in luce l’investimento in fondi Georisc di quattro milioni di euro, in caso di catastrofi o guerre geopolitiche, i rendimenti del fondo fecero un salto inaspettato con la pandemia, la Morgan Stanley lo chiude, e viene chiamata a rispondere sui rimborsi. Tra le altre cose vengono fuori i 480 mila euro investiti sul film di Elton John, il quale rilascia una dichiarazione contro la Chiesa Cattolica per il proprio moralismo avverso alle coppie gay, mentre poi investe sul suo film, considerato icona dei diritti della persone omosessuali. Questi sono gli ultimi tra i paradossi di un’istituzione per cui molti hanno dato la vita, contraddizioni insostenibili, che meritano riflessioni serie, mentre si continua a mettere il cumulo di polvere sotto il tappeto. Dopo le due inchieste di Report su questi fatti ed altri, Papa Francesco pubblicava il 29,04,2021, a due giorni dalla seconda puntata, il Motu proprio sulla trasparenza delle finanze pubbliche. I dipendenti della Santa Sede, alti prelati e laici, devono sottoscrivere all’atto dell’assunzione una dichiarazione da rinnovare ogni due anni, in cui attestano di non essere sottoposti a processi pendenti, inerenti a indagini per delitti di partecipazione a un’organizzazione criminale, frode, terrorismo, sfruttamento di minori o tratta di sfruttamento di esseri umani. Ultimamente monsignor Perlasca, nel video pubblicato dal Corriere della Sera, nel caso dell’immobile a Londra dichiara che il Papa era a conoscenza di tutto l’evolversi del caso fin dall’inizio, e mentre Perlasca era per una linea dura e di denuncia, mentre proprio Papa Francesco impone la linea del tentativo di trattare. Qualcosa è andato storto, ora anche la linea del papa inizia ad avere nei fatti crepe molto profonde.
edizione digitale
Il Mattino di foggia