IL MATTINO
Attualità
11.09.2021 - 11:35
Il valore di una emozione si denota anche dal ricordo della stessa e delle modalità di ricezione di quel momento storico preciso. La finale dei mondiali, quella degli europei, i cento metri di Jacobs, l’annuncio della morte di Papa Wojtyla, l’attentato alle Torri gemelle: sai con chi eri, dove eri, chi hai abbracciato. Non lo dimenticherai mai.
Vent’anni fa una intera generazione era collegata su Rai 3, la trasmissione “Melevisione” monopolizzava da anni il pomeriggio, un programma che dilettava e sperimentava un nuovo modo di intrattenimento. L’appuntamento fisso rapiva totalmente bambini e ragazzi, il termine della trasmissione rappresentava per tutti il momento di tornare alla vita da scolaro, i compiti da fare, lo studio e le attività extrascolastiche.
Quel pomeriggio però andò diversamente. Un areo, due… le trasmissioni furono interrotte e il Tg3 mandò in onda quelle immagini che sono storia. Chi è nato dopo quell’11 settembre 2001 non può certamente comprendere quello che è stato il mondo prima di quel fatidico giorno ed è ovvio che gli spettatori del fantabosco dell’epoca, i trentenni di oggi, la generazione dei precari per eccellenza, possono solo raccontarlo in parte. I fitti controlli agli aeroporti, l’ondata di terrore, le guerre in Medioriente, i diritti delle donne sono solo alcuni temi che verranno sviscerati da lì a pochi giorni. Chi è nato tra la fine degli anni Ottanta e il decennio successivo è stato sicuramente influenzato da quei momenti che hanno stravolto la vita di tutti. I giornalisti divennero delle vere e proprie star in collegamento 24 ore su 24 e con loro balzarono agli onori della cronaca i pompieri americani. I calcinacci e le loro facce pieni di polvere tanto sottole da sembrare farina, per giorni nel tentativo di salvare qualcuno di quelle 2.996 vittime a "Ground Zero". Centinaia di giovani vigili del fuoco persero la vita e l’inno americano suonato senza sosta divenne familiare. Non eravamo più sicuri nelle nostre case, nelle chiese e nei palazzi del potere, il “diverso” iniziava a rappresentare un problema da estirpare e il razzismo, male silenzioso, a dilagare nuovamente nei tessuti sociali.
In quell’America così devastata, la corsa all’acquisto delle armi fu inevitabile e ad oggi circa 7,6 milioni di statunitensi possiedono 17 armi a testa. I Pinguini Tattici Nucleari, band i cui membri sono parte di quella generazione, scrivono oggi sul loro Facebook ufficiale: “Scrivile Scemo, un finale migliore per quella puntata della Melevisione, interrotta da torri che andarono in fiamme e bimbi che facevano domande. 20 ”.
Chissà come deve esser finita quella puntata lì.
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