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Con Rabbia e con amore: «Poche cose al mondo sono in grado di non mentire. La scrittura è una di queste». De Angelis torna in libreria

Con Rabbia e con amore: «Poche cose al mondo sono in grado di non mentire. La scrittura è una di queste». De Angelis torna in libreria

De Angelis

 “Con rabbia e con amore” è un omaggio alla città di Potenza e al suo hinterland partorito nel cosiddetto “anno gerardiano”, ovvero l’anno in cui il patrono della città morì nel capoluogo lucano, nel 1119. L’autore, Dino De Angelis, docente, narratore e formatore, ci racconta la nascita della sua opera ripercorrendo alcune tappe importanti: “In quella occasione, parlando con alcuni esponenti istituzionali, venne fuori che non c’era tanto materiale sulla città di Potenza a partire dal terremoto del 1980 ad oggi.

In realtà avevo scritto tanto nel corso di questi ultimi decenni, così non ho dovuto fare altro che andare a ripescare una serie di elaborati e collocarli razionalmente. Grazie all’aiuto di alcuni amici, abbiamo creato varie “sezioni” della pubblicazione per non procedere in un ordine non casuale: la prima dedicata alla identità (“Riconoscersi”), la seconda alle tradizioni locali (“Il Santo e la città”), la terza a quelle figure che per varie ragioni hanno abbandonato il campo (“Allontanamenti”), e l’ultima che è un racconto onirico che attraversa tutti i territori della Basilicata a seconda delle sue mutevoli e cangianti sfaccettature cromatiche (“Variazioni d’azzurro”)”.

Il libro è stato impreziosito dalla prefazione di Rocco Sampogna (già sindaco di Potenza) e dalla postfazione di Mariano Paturzo (esperto di cultura e teatro) proprio per avere due punti di vista diversi ma complementari sulla città e sulla regione.

“Può sembrare strano parlare di sentimenti di rabbia e di amore riferendosi ad un luogo, eppure immagino la relazione con la città di Potenza proprio come se fosse una donna o un caro amico. Un luogo non è mai un luogo e basta, è costellato di quelle presenze che te lo riconsegnano alla memoria ancora più ricco di significati. Sono sicuro che ciascuno di noi sarebbe in grado di collocare una persona cara in ciascuno degli spazi di questa città. Ho presente in maniera nitida la fermata dell’autobus da cui salutavo ogni sera la mia prima fidanzatina, o la piazza in cui ci davamo appuntamento con gli amici per partire. Rivedo esattamente i loro volti, uno ad uno, anche se sono passati un mucchio di anni. Parte da qui l’attaccamento ad una città che molti di noi hanno sperato che potesse diventare sempre qualcosa di meglio, e invece lei niente: è rimasta in quel limbo di algida ipocondria da cui avremmo voluto con tutte le forze sollevarla. Prendendo a piene mani da quel sentimento che negli anni ha portato a ruminare mille considerazioni, alcune indigeste al punto che non sono ancora del tutto smaltite, non ho fatto altro che andare a ripescare pensieri distratti appuntati su fogli sparsi, reali o virtuali. Ne sono scaturite storie basate su cose vere o immaginate, considerazioni sulla festa patronale, versi dialettali e non, memorie per alcuni amici che hanno, loro malgrado, lasciato il campo.”

Questa raccolta, in definitiva, è una specie di “diario di bordo” nel quale si trovano, una accanto all’altra, pagine di urla disperate, rime distratte e ispirazioni d’animo autentiche. “Te ne accorgeresti subito se non lo fossero: poche cose al mondo sono in grado di non mentire. La scrittura è una di queste”. Aggiunge De Angelis.

“Con una scrittura che svaria dal quadretto di genere, col gusto dei ritratti di sapore vagamente impressionista, con giusta ironia e saggia strafottenza, l’autore abbandona i lazzi, le sbornie, le tonache e i ceri a devozione per offrici un ultimo passaggio attraverso il quale riesce ad infilarsi per parlare della sua terra - la Basilicata – anziché della sua città e s’inventa l’unico Personaggio del libro: il colore. È il vero interprete dalle mille sfaccettature, proprio come un grande attore di teatro.” (dalla postfazione di Mariano Paturzo).

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