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Ddl Zan, aperto un confronto nel Comune di Venosa

“La cultura dei diritti umani”, l’evento dell’Associazione Anti-Stigma “Alda Merini”, si terrà sabato 26 giugno, alle ore 19.30, in largo Dinardo

Ddl Zan, aperto un confronto nel Comune di Venosa

Scende in campo ancora una volta l’Associazione Anti-Stigma “Alda Merini”. Operante da ben dieci anni nel territorio del Vulture-Melfese, non si è mai astenuta dall’esprimersi su tematiche socialmente impattanti. In questa occasione l’attenzione si punta sulla legge Zan. “La cultura dei diritti umani. Come la difesa dei diritti si trasforma in paura” è l’evento che l’Associazione — con il patrocinio del Comune di Venosa, della Rete Psicologi Arcobaleno e dell’Arcigay Basilicata — propone sabato 26 giugno 2021, alle ore 19.30, nel Comune di Venosa. Rianimare le piazze dei piccoli centri e traslare in esse temi, che altrimenti reterebbero relegati al centro di un dibattito politico nazionale, è uno dei motivi per cui la manifestazione avrà luogo presso lo spazio storico di largo Rocco Giulio Dinardo; luogo che l’associazione ha coerentemente definito “spazio sociale contro le discriminazioni”. Ad aprire la serata i saluti istituzionali del sindaco di Venosa Marianna Iovanni, a moderare il medico psichiatra Maria Antonietta Dicorato e la psicologa Paola Gammone. Tra gli ospiti personalità esperte del settore in grado di trasmettere ai partecipanti un punto di vista scientifico, psicologico, giuridico e politico sull’argomento: lo psicologo e psicoterapeuta Nicola Gammone, il presidente Arcigay Basilicata “Marco Bisceglia” Morena Rapolla e il senatore e membro della Commissione Giustizia al Senato Arnaldo Lomuti. Maria Antonietta Dicorato, tecnico dell’Associazione, anticipa al Mattino alcuni punti che verranno trattati, fornendo traccia di quello che è il pensiero che ha mosso alla creazione di questo dibattito sociale: «» Siamo per la tutela. Purtroppo nelle scuole e nelle istituzioni c’è ancora molto pregiudizio e molta discriminazione.

Al termine del confronto un monologo tratto dal film Tutto su mia madre di Pedro Almodovar, affidato al personaggio di Agrado: “Mi chiamano Agrado, perché per tutta la vita ho sempre cercato di rendere la vita gradevole agli altri. Oltre che gradevole sono molto autentica: guardate che corpo, tutto fatto su misura! Occhi a mandorla 80 mila. Naso, 200 buttate nell’immondizia perché l’anno dopo me l'hanno ridotto così con una altra bastonata. Lo so che mi dà personalità, però se lo avessi saputo non melo toccavo. Continuo. Tette, due, perché non sono mica un mostro, 70 ciascuna, però le ho già super ammortizzate […] Quello che stavo dicendo è che costa molto essere autentica, signora mia, e in questa cosa non si deve essere tirchi, perché una più è autentica, quanto più somiglia all'idea che ha sognato di sé stessa”.

 

 

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