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Patrick Zaki compie 30 anni in carcere: il duro messaggio di Amnesty International Potenza

Secondo compleanno in prigione per lo studente egiziano

Patrick Zaki compie 30 anni in carcere: il duro messaggio di Amnesty International Potenza

Patrick compie 30 anni in carcere, questo il suo secondo compleanno passato in condizioni critiche con un peso emotivo non indifferente. 

Zaki ormai è diventato protagonista della quotidianità, tanti gli appelli a lui dedicati come la richiesta del conferimento della cittadinanza italiana riproposta con forza oggi da Letta. David Sassoli, presidente del Parlamento europeo,  in un tweet rinnova la sua posizione: "Zaki non ha fatto nulla, non ha commesso reati. La sua detenzione è una vergogna".

Le istituzioni europee però non hanno ad oggi mai concretizzato con atti o decisioni le varie dichiarazioni dei propri esponenti, creando un velo di indifferenza sulla vicenda che stride un po' con le numerose battaglie che il mondo associativo cerca di portare avanti nella difesa dei diritti civili ed in particolare riferimento agli eventi che hanno come protagonista lo studente.

Tra le tante associazioni che sostengono la causa di Patrick, Amnesty International Potenza si è subito fatta sentire, sin dagli albori della vicenda, e con una dura nota chiede giustizia in questo giorno così importante per lo studente dell'Università di Bologna: «Oggi più che mai il gruppo Italia 308 di Amnesty Potenza si stringe attorno a Patrick Zaki, ingiustamente detenuto da mesi nel carcere di Tora, il più pericoloso d'Egitto, e costretto a trascorrere lì il suo trentesimo compleanno. Patrick è a tutti gli effetti un prigioniero di coscienza, reo di aver difeso i diritti umani in un Paese, l'Egitto, che li viola ogni giorno e da un Paese, l'Italia, che evidentemente non li tutela abbastanza. Condanniamo senza appello l'inefficienza del governo italiano e l'indifferenza dell'Europa tutta, incapaci di chiedere e ottenere l'immediata scarcerazione di Patrick. Il continuo ed esasperante prolungamento dello stato di detenzione si è ormai tramutato in una forma di tortura. Nell'augurare un buon trentesimo compleanno al nostro Patrick, continuiamo - conclude la nota - senza sosta a chiedere la sua liberazione».

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