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La storia senza fine del Centro internazionale di dialettologia lucano

Il botta e risposta tra l’assessore Cupparo e la professoressa Del Puente

La storia senza fine del Centro internazionale di dialettologia lucano

Continua la querelle tra l’assessore Francesco Cupparo e la professoressa Patrizia Del Puente riguardo al futuro del Centro internazionale di dialettologia.
Alla conferenza stampa indetta dal centro lo scorso 12 aprile, durante la quale si è ufficializzata la sospensione delle attività e le dimissioni della professoressa Del Puente dal ruolo di direttrice, è seguito un botta e risposta tra quest’ultima e l’assessore regionale con delega alla Formazione e Ricerca, Francesco Cupparo. L’assessore, con un comunicato uscito il 14 aprile, aveva spiegato: «Nei prossimi giorni si provvederà all’approvazione definitiva del progetto di Dialettologia, si firmerà la Convenzione con l’Unibas e si avvieranno le attività con i soggetti che l’Unibas – unico referente istituzionale del progetto - intenderà coinvolgere». Afferma di aver incontrato i ricercatori lo scorso dicembre e di averli rassicurati sulle sorti del loro futuro professionale, «utilizzando le risorse residue della Convenzione triennale di cui in precedenza, dopo comuni interlocuzioni, l’Unibas stava predisponendo un nuovo progetto e una nuova Convenzione. Appena dopo il lockdown natalizio gli uffici dipartimentali non avendo ancora ricevuto il progetto da parte dell’Unibas, con nota del 15 gennaio 2021, chiedevano all’Unibas la progettazione esecutiva delle attività per la durata di 18 mesi per un finanziamento di € 288.196,93», continua l’assessore. Per quel che si apprende dal comunicato, si sarebbe riscontrato un ritardo nella presentazione della documentazione necessaria alla conferma del progetto, la quale sarebbe giunta lo scorso 8 aprile in forma ufficiale, dopo una serie di “bozze” e invii “informali” sopraggiunti al dipartimento. «Certamente queste valutazioni non sono rivolte a chi persegue altri obiettivi, quali il mantenimento o l’istituzionalizzazione di piccoli centri di potere al di fuori di regole e procedure che gli Enti pubblici come la Regione e l’Unibas sono tenuti a garantire nei confronti di tutti, non sono rivolte a chi pensa di guadagnare credibilità nascondendo all’opinione pubblica la conoscenza di come i fatti siano regolarmente» ha continuato l’assessore nella sua nota. Un’accusa ben precisa alla quale la professoressa Del Puente non è rimasta indifferente. È di questa mattina un suo videomessaggio in cui ha voluto ribadire come le sue intenzioni non fossero quelle di creare “un piccolo centro di potere”, ma di portare avanti le attività del Centro internazionale di dialettologia, al quale si è dedicato molto tempo e lavoro, guadagnando credibilità a livello nazionale e internazionale. Nel suo video, inoltre, tiene a spiegare cosa si intenda per “nuova” convenzione, la quale era «già autorizzata dall’autorità di gestione regionale mesi fa. Questa nuova convenzione sarà fatta sui fondi che il centro di dialettologia già aveva, perché si erano creati dei risparmi per quelle attività che il Cid non aveva potuto fare durante il periodo di pandemia. Noi abbiamo un budget triennale per le attività e per pagare gli stipendi dei ricercatori. Il lavoro dei giovani ricercatori durante il Covid è continuato e quindi quei fondi sono stati spesi; le attività per ovvi motivi non sono state fatte e quindi quei fondi sono rimasti utilizzabili». A quel punto, continua Del Puente, a luglio dello scorso anno, era stata fatta una richiesta all’autorità di gestione, ottenendo una risposta affermativa, per poter utilizzare i fondi “avanzati”, senza spese aggiuntive: questo avrebbe significato un prosieguo dei lavori e dei contratti dei ricercatori per altri diciotto mesi. A questa situazione, però, è subentrato l’assessore Cupparo, secondo il quale, a detta della docente, «non si deve proseguire, ma si deve fare una nuova convenzione. Noi abbiamo accettato questa condizione, che comunque penalizzava i giovani ricercatori e la Basilicata. Perché? Perché in attesa delle cose burocratiche i giovani perdevano il lavoro a settembre e altri lo perdevano ad aprile e, quindi, si interrompeva per la Basilicata tutta quella serie di servizi che per quattordici anni avevamo svolto come Cid». Con la nuova convenzione, i tempi si dilateranno di molto a causa di un nuovo concorso da indire e da svolgere, che potrebbe anche non andare a favore dei ricercatori che hanno già lavorato al progetto i quali, seppur preparati e competenti, rischiano comunque di essere tagliati fuori. Inoltre, i diciotto mesi di contratto potrebbero essere ridotti drasticamente a causa dei tempi della burocrazia regionale.
L’assenza della definizione di un prosieguo delle attività è un ulteriore punto sul quale la ormai ex direttrice del Cid vuole soffermarsi nel corso del suo video: «Quando noi finiremo questi fondi che erano già in nostro possesso, la Regione e l’Università cosa intendono fare del Centro internazionale di dialettologia? Perché a questa domanda non c'è alcuna risposta? Perché alle lucane ai lucani si sbandierano nuove convenzioni, ma non si parla davvero del futuro del Cid?». Il rischio, dunque, è che al termine di questa nuova convenzione ci si ritrovi al punto di partenza.
La professoressa Del Puente, infine, pone delle domande a chi di competenza: «Perché l'Assessore e il Rettore non accettano un confronto pubblico con noi? Perché l'Assessore e il Rettore non hanno accettato il nostro invito? Il rettore ha rifiutato; l'assessore, come ha sempre fatto, non ha nemmeno risposto al nostro invito alla conferenza stampa».
Domande lecite alle quali sarebbe interessante ricevere risposta e che, sicuramente, aiuterebbe ad avere un quadro più chiaro della situazione. Un confronto che gioverebbe a tutti: al centro, alle autorità che ne sono protagoniste, ma anche ai lucani che hanno apprezzato e goduto di un progetto che finalmente ha fatto conoscere la Basilicata per la sua identità e varietà dialettale.

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