IL MATTINO
acerenza
13.04.2021 - 18:08
Ad Acerenza, antichissima e prestigiosa sede vescovile, c'è un gruppo che bonariamente, parafrasando il fu premier Conte, "agisce con il favore delle tenebre" per attenzionare all'opinione cittadina e non, particolari vicende relative alla gestione di alcune gare e sulla modalità delle stesse che - da quanto appreso - sarebbero poco lineari. «Attenzione a dire c'è un asino che vola» recita il contenuto di un "volantino" dello scorso primo aprile e diffuso presso tutti i pubblici locali. Non si trattava, però, di un goliardico pesce di aprile. «I nostri signori amministratori - proseguono - potrebbero alzare la testa e guardare il cielo! Cari amministratori, non è la minoranza che razzola male. Chi scrive è un gruppo cittadino composto anche da vostri sostenitori nell’ultima campagna elettorale che denuncia gli oltraggi di un ufficio tecnico pubblico che si comporta come privato e di una classe amministrativa inerme». E ancora: «Chi amministra si ostina a credere ingenuamente che la ricerca di finanziamenti ad personam e anomali affidamenti di lavori, sia il risultato di un operato svolto secondo il principio di legalità. È stata indetta la gara per la “Riqualificazione dell’ex Carcere Mandamentale” (per citarne solo una delle tante): senza pubblicazione di uno straccio di avviso di avvio della procedura, con e tra un elenco ditte già impacchettato in gran segreto a fine agosto 2020 (a pochi giorni dalle elezioni comunali), invitando solo cinque imprese e tutte di fuori (del Comune di Bella, di Lauria, di Potenza, di Satriano e di Lagonegro), due imprese hanno declinato l’invito, probabilmente non interessate, e due sono state escluse (caso molto strano), l’aggiudicazione è andata all’unica ditta rimasta in gara che ha offerto un ribasso del solo 4,154% (caso molto strano per una gara con criterio di aggiudicazione per minor prezzo). E loro (i ns. amministratori con tanto di laurea in legge) hanno candidamente creduto che tale modalità sia obbediente al principio di legalità. L’art. 1, comma 2, lett. b, L. 120/2020 e l’art. 5.1.4 delle Linee Guida Anac n. 4, prescrivono che la stazione appaltante deve: pubblicare avviso di avvio delle indagini di mercato sui propri siti internet. Prescrizione gravemente violata. Alla faccia del principio di "trasparenza"; invitare un numero “minimo” e non massimo di cinque operatori economici. La legge non limita il numero delle ditte da invitare, al contrario, si sarebbero potute invitare tutte le imprese interessate, quelle di fuori e quelle locali. Alla faccia del principio di "concorrenza" e di "economicità" e rispettare un criterio di rotazione che tenga conto “anche” (e non esclusivamente) di una diversa dislocazione territoriale.
Il Comune di Acerenza - denuncia il volantino - avrebbe potuto invitare, nel pieno rispetto della legalità, sia le imprese del posto sia quelle di fuori. La legge è stata applicata dal Comune di Acerenza, non in “favor” dei propri imprenditori, come fanno tutte le amministrazioni attive e di buon senso (per esempio come fa il Comune di Oppido) ma in loro “sfavor”, come se i locali proprio non fossero. Alla faccia del principio di "non discriminazione." È lecito chiedersi: “Chi o che cosa avrebbe mai potuto contestare gli inviti rivolti agli operatori economici del posto?” Forse avrebbero potuto contestarlo le imprese o i Comuni di Bella, di Satriano, di Lauria, di Potenza, di Lagonegro che mai hanno invitato, a memoria d’uomo, alcuna delle nostre imprese? Dobbiamo aspettarci, dunque, che alla prossima gara saranno invitate imprese del Materano o del versante ionico? Applicando questo criterio, quando arriverà il turno degli Acheruntini?». Infine una riflessione dal sapore agrodolce: «Ci chiediamo: dove sono i nostri amministratori che tanto amano Acerenza? Che fa il nostro assessore ai lavori pubblici, che probabilmente, era del tutto ignaro dell’esistenza stessa di detta procedura di gara? Chiediamo se ci sia un'altra motivazione che giustifica l'esclusione delle nostre imprese. Riteniamo importante sottolineare che le imprese di Acerenza danno lavoro a maestranze locali favorendo la cosiddetta "economia circolare." Aspettando una risposta, attenzioniamoci su quale sarà la "fortunata" impresa del posto che prenderà il subappalto e invitiamo la nostra amministrazione ad approfondire, a studiare, a sorvegliare e ad informarsi sull’operato degli uffici, non limitandosi ad inviare avvisi whatsapp sul ritrovamento di chiavi e/o smarrimento di cani». Nemo profeta in patria e storie di ordinaria burocrazia e di un malcontento tra gli imprenditori che - è il caso di sottolineare - in piena emergenza sanitaria e di riflesso economica, cercano, tra mille difficoltà, di non arenarsi e di garantire i livelli occupazionali salvaguardando un clima di leale concorrenza tra le imprese che è alla base della serenità di una piccola comunità.
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