IL MATTINO
Salute
15.03.2021 - 16:59
Oggi 15 marzo 2021 viene celebrata la X Giornata Nazionale del “Fiocchetto Lilla” per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dei Disturbi del Comportamento Alimentare (D.C.A.): Anoressia, Bulimia, Binge Eating, Obesità, EDNOS e tante nuove forme ancora. L’iniziativa promossa per la prima volta nel 2021 dall’Associazione “Mi Nutro di Vita” è partita da un padre, Stefano Tavilla, che ha perso la figlia Giulia a soli 17 anni per bulimia, e perciò ricorre il 15 marzo, proprio nel giorno della sua scomparsa. Gli obiettivi della giornata sono fondamentalmente: difendere i diritti fondamentali di chi è colpito da un DCA, sensibilizzare l’opinione pubblica, facendo conoscere la frequenza, le caratteristiche e le gravi conseguenze che questi disturbi possono avere per la salute fisica e psicologica di chi ne soffre, accrescere la consapevolezza a livello individuale, collettivo ed istituzionale, creare una rete di solidarietà verso chi è colpito da DCA personalmente o in famiglia, per combattere il disagio relazionale e il senso di abbandono e sconfiggere l’omertà che accompagna questi disturbi, e soprattutto per non sottovalutare più tale malattia spesso non riconosciuta come tale, e scoraggiare il distacco ed il disinteresse da parte di chi non è direttamente coinvolto fornendo i mezzi per poter dare un primo supporto. Purtroppo la società attuale, poco preparata all’argomento, spesso li considera dei “capricci” o delle ossessioni per l’aspetto fisico in quella che è la cultura dell’esibizionismo e dell’apparenza. Ciò innesca un senso di colpa profondo nel soggetto che ne è affetto, tale da avere lui stesso in primis una distorsione della realtà e autoconvincersi che non sia una malattia. Di conseguenza viene sabotata la richiesta di aiuto che sarà attuata (eventualmente) da chi sta accanto, solo in caso di una netta evidenza fisica o di un atteggiamento ambiguo, e nella maggior parte dei casi sarà troppo tardi, e più grandi le conseguenze e i danni subiti a livello fisico e psicologico.In Italia sono 3 milioni i giovani che soffrono di DCA, il 95,9% donno e 4,1% uomini con un’esplosione di almeno il 30% in più in questo delicato momento storico segnato dalla pandemia di Covid. A differenza di quello che si potrebbe pensare, non sono solo i chili di troppo ad essere aumentati, ma purtroppo sono aumentati anche i casi di Anoressia, Bulimia, Binge eating disorder o alimentazione incontrollata. In un clima di totale incertezza, insoddisfazione personale e, ahimè, anche professionale, senso di smarrimento, apatia per la mancanza di esperienza, infelicità per l’assenza dei legami e confronto relazionale, e in situazioni di chiusura in casa, smart working, dad, orari sconvolti e ritmi sonno-veglia alterati, possono emergere i primi sintomi di disturbo alimentare che non devono assolutamente essere ignorati o colmati con diete fai da te. I primi campanelli d’allarme sono “atteggiamenti molto restrittivi nell’alimentazione o abbuffate e dipendenze dal cibo, tendenza ad isolarsi, ossessione nei confronti del peso corporeo e della forma fisica, negazione.. ecc”. Il primo passo da fare è quello di rivolgersi ad un nutrizionista che saprà consigliare un piano alimentare adatto alle differenti caratteristiche personali del paziente. Già il nutrizionista ascoltando e visitando il paziente saprà riconoscere quando è necessario un percorso completo che tratti il comportamento alimentare prevedendo un programma di cura, e quando invece è fondamentale rivolgersi ad un centro con consapevolezza della malattia. Per il successo del trattamento è essenziale una diagnosi precoce della malattia ed un intervento tempestivo affidato ad un’equipe di medici specialisti. Inoltre, dal 2011 è attivo un numero verde Sos Disturbi Alimentari 800180969 gestito dagli operatori del Centro per disturbi del comportamento alimentare di Todi, mentre le indicazioni su strutture e associazioni dedicate possono essere ricercate sul sito www.disturbialimentarionline. it, che fornisce una mappa nazionale dei servizi pubblici e privati. Ciò è possibile farlo anche rivolgendosi all’Asl di riferimento del proprio comune nella propria regione di domicilio/residenza. Ricordiamo che dietro le malattie dei disturbi alimentari si insidiano molteplici sofferenze e dolori; non fermiamoci alle considerazioni superficiali sulla mania di dimagrire o deridendo l’incapacità di controllo sul cibo. “Se andiamo oltre a quello che appare di primo acchito, scopriremo un dramma esistenziale e una profonda crisi di identità”. Tutto merita di essere curato, tutti meritano di essere aiutati.
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