IL MATTINO
Territorio
14.03.2021 - 12:22
Lunedì 15 marzo 2021, ore 21.05, su “France 3”, in prima assoluta, la Basilicata sarà protagonista del racconto del noto programma televisivo francese “Secret Histoire”. “Secret Histoire” sta ai francesi come “Ulisse ‒ il piacere della scoperta” sta agli italiani; al centro della scena, come previsto dal format, personaggi, storie e luoghi di innegabile valore storico. La conquista da parte del Vulture degli schermi tv transalpini non è casuale o fortunata, ma conseguenza di un progetto di ampio impegno, avviatosi nove mesi fa. Era giugno 2020, infatti, quando la troupe ― fra i suoi membri Vincent Mottez, redattore de «Le Figaro», fra i più longevi quotidiani francesi ― raggiunse la località di Monticchio Laghi e diede inizio alle riprese. «Una passeggiata attraverso il Sentiero dei Briganti, che si va dipanando in prossimità dell’Abbazia di San Michele Arcangelo, fino a raggiungere il belvedere a 850 metri s.l.m. ― Illustrava al Mattino, il 17 giugno, il giovane storico rionerese Antonio Cecere, promotore del progetto in collaborazione con il professor Carmine Pinto dell’Università di Salerno, ordinario di Storia contemporanea. ― Siamo poi scesi leggermente per visitare le grotte di Carmine Crocco. Le riprese sono proseguite all’interno dell’Abbazia, quindi alla grotta di san Michele. Qui osserviamo una laura basiliana costruita dai monaci omonimi che fuggirono dall’Oriente a seguito delle lotte tra iconoclasti e iconoduli di Leone lll Isaurico, proibitore del culto delle immagini. I monaci rifugiati nel Vulture eressero una piccola edicola in cui è ancora visibile la diesis, momento di preghiera, Cristo fra la Madonna e san Giovanni Battista. In alto un’aquila simboleggia san Giovanni Apostolo. Questa laura fu consacrata da Papa Niccolò II nel 1059, venuto per il primo concilio a Melfi. Oggi l’Abbazia settecentesca mostra uno stile barocco e si erge a picco sui due laghi. Per le riprese, in questo punto, sono stati utilizzati dei droni». Tappa del secondo giorno il Comune di Rionero in Vulture: «Il giorno seguente è stato dedicato a Rionero e al Museo del Brigantaggio che in origine nasce come Grancia, dal francese grance che sta alla base di ranch, corrispettivo americano, quindi “tenuta”. La grancia rionerese era alle dipendenze del Convento di Santa Maria degli Angeli di Atella e controllava un po’ tutte le terre di proprietà di quel convento nella zona di Rionero. Diventò, poi, carcere nel periodo borbonico e, infine, nel 2012, Museo del Brigantaggio. Attualmente ospita al suo interno alcune installazioni, anche multimediali, concerni alle vicende che caratterizzarono il Sud immediatamente post unitario». Un appuntamento irrinunciabile per i lucani, che avranno l’opportunità di assistere ― in un periodo di restrizioni ― alla riscoperta dei propri luoghi, narrati da un punto di vista nuovo, internazionale.
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