IL MATTINO
Scuola
12.01.2021 - 14:09
“Il 7 gennaio è stata la giornata del rientro a scuola per 5 milioni di studenti dopo la pausa natalizia: sono tornati in classe, con poche eccezioni, i bambini delle materne, elementari e i ragazzi delle medie di quasi tutta l’Italia. Per le scuole superiori, solo tre regioni (Abruzzo, Toscana e Valle d’Aosta) si sono uniformate alla data di rientro in classe decisa dal governo. Nelle restanti, il ritorno, sempre al 50%, è stato spostato tra il 18 gennaio (Piemonte, Lazio, Liguria, Molise), 25 gennaio (Lombardia, Campania, Umbria ed Emilia Romagna), o addirittura 1° Febbraio (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Calabria, Sardegna, Sicilia e Basilicata”). Linee di prudenza necessarie per la disastrosa situazione sanitaria, seppur i ragazzi che non frequenteranno la scuola in presenza saranno in gran parte gli stessi che durante le variazioni delle gradazioni di colori s’incontreranno nel bar sotto casa, nella piazza di paese o ancora nei negozi aperti del centro. Non che questa sia per loro una condanna: necessitano di socialità come l’aria, ma necessitano anche della scuola come i polmoni per respirare. “Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici. Si fa l’errore di credere che la scuola non produca incassi: se io chiudo un negozio so purtroppo quanto ho perso, sulla scuola questo discorso non si fa ma i costi sono altissimi”. Se io chiudo una scuola invece, ho perso una generazione, e perdere una generazione equivale ad un futuro senza futuro. Il lavoro febbrile speso per garantire la ripartenza del nuovo anno scolastico in sicurezza non ha portato i suoi frutti seppur tutto fosse pronto: dai protocolli di sicurezza, percorsi differenziati, didattica digitale integrata con attività sincrone ed asincrone. Nemmeno il tempo di abituarsi a queste modalità che si ritorna alla Dad. Una Dad che non può essere definita di certo del tutto improduttiva ma nemmeno proficua, anzi spesso costituisce un pericoloso banco di prova per gli adolescenti chiamati a coniugare volontà ed intelligenza senza l’indispensabile regia dei loro sentimenti. La ministra dell’Istruzione Azzolina dichiara: “Oggi la Dad non può più funzionare, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati e sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica”. “Il rischio zero non esiste, ma non esiste in alcun ambito. Chiedo a tutti di trattare la scuola non in modo diverso di come si trattano le attività produttive”.
L’importanza della scuola intesa come luogo, ambiente, spazio, habitat è fondamentale per apprendimento. La lezione deve diventare soprattutto momento di vita vissuta, di esperienze concrete, di relazioni reali; la classe è luogo di umanità ed è dalla stessa umanità che matura l’apprendimento. L’ambiente fisico non è neutro e la sua struttura, conformazione, qualità e predisposizione equivalgono ad un terzo insegnante. Il luogo diviene spazio d’azione creato per sostenere e stimolare la costruzione di competenze, abilità, conoscenze e motivazioni. In questo spazio di azione, si verificano interazioni, scambi, relazioni, sentimenti tra alunni, oggetti del sapere e docenti. La socialità produce una serie di emozioni positive (l’allegria, il buon umore e la magia creata da un sorriso) che permettono il così detto apprendimento caldo il quale favorisce il fluire delle conoscenze, la comprensione e l'acquisizione permettendo di evitare il blocco e cortocircuito emozionale creato dalla negatività, tristezza, paura, chiusura che producono al contrario disattenzione e mancanza di motivazione. Motivazione che passa attraverso la relazione: è l’alchimia relazionale e comunicativa tra studenti e docenti ad attivarla e senza di essa, ahimè, non avviene apprendimento. La scuola, l’aula, la presenza in presenza, la relazione, permettono un viaggio tra identità ed alterità indispensabile nell’educazione e formazione che parte dal fanciullo accompagnandolo in tutta la sua vita. “La scuola contribuisce, in misura determinante, a far crescere la personalità degli studenti, a radicare i loro valori, a definire e consolidare le loro speranze, a mettere alla prova intelligenza, socialità, creatività. Vi si prepara il domani della nostra civiltà e della nostra democrazia. A scuola si disegna il futuro.” Pensiamoci prima di dire che la chiusura delle scuole sia l’ultimo dei problemi nell’attuale situazione di emergenza sanitaria, pensiamoci prima di affermare che “tanto le scuole non perdono niente”, perché così, perdiamo davvero tutto.
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