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Ambiente

Torna l’incubo del nucleare: individuate 67 aree in tutta Italia, 17 tra Basilicata e Puglia. L’indignazione di Bardi e Rosa

I comuni interessati: Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano e Montescaglioso

Scorie

I lucani ripiombano nell’incubo scorie nucleari, dopo quasi 18 anni dalle manifestazioni di Scanzano Jonico. Nella notte appena trascorsa, la pubblicazione della “Cnapi” la carta delle aree potenzialmente idonee potranno ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani. Brusco risveglio per i comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso e per altre 50 aree sparse per tutta la penisola.

I lucani ripiombano nell’incubo scorie nucleari, dopo quasi 18 anni dalle manifestazioni di Scanzano Jonico. Nella notte appena trascorsa, la pubblicazione della “Cnapi” la carta delle aree potenzialmente idonee potranno ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani. Brusco risveglio per i comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso e per altre 50 aree sparse per tutta la penisola.

Le zone individuate, oltre a quelle lucane e pugliesi, interessano Piemonte con otto, la Toscana e il Lazio con 24 aree, la Sardegna con 14 aree e la Sicilia con quattro aree.

Molti i criteri guida per l’individuazione delle zone “cimitero di scorie”, tra i tanti è possibile citare sicuramente l'altitudine, la scarsa sismicità, la lontananza da aeroporti e aree industriali. 

Ed ora cosa accade? Nei due mesi immediatamente successivi alla pubblicazione le Regioni, gli enti, i comuni potranno presentare le proprie osservazioni alla società Sogin, azienda che si occupa dello smantellamento delle centrali. 

La risposta della politica lucana non si è fatta attendere, con una nota il governatore Bardi e l’assessore Rosa criticano duramente l’operato del governo dichiarando la propria contrarietà.

«La Regione Basilicata si opporrà con tutte le sue forze ad ogni ipotesi di ubicazione nel proprio territorio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Non eravamo stati informati – hanno aggiunto Bardi e Rosa – e ribadiamo la nostra contrarietà a questa scelta, certi di interpretare il comune sentire del popolo lucano che come è noto a tutti ha già manifestato questo orientamento, in maniera composta ma decisa, 17 anni fa quando fu indicato il sito di Scanzano Jonico. Ora come allora il nostro territorio, che contribuisce in maniera rilevante al bilancio energetico del Paese con le proprie risorse naturali, non può essere ulteriormente gravato da una attività che rischierebbe di mettere in discussione e di pregiudicare la prospettiva di sviluppo sostenibile che con tanta fatica, in questa difficile congiuntura dovuta all’emergenza sanitaria in atto, le istituzioni e le forze economiche e sociali stanno cercando di concretizzare. Nella consultazione pubblica che è stata prevista – concludono Bardi e Rosa – la Regione produrrà una serie di osservazioni negative che in queste ore sono in corso di elaborazione. A questo scopo giovedì mattina alle 10.30 si terrà una riunione via web con tutti gli organismi regionali coinvolti, Arpab, sindaci interessati e presidenti delle Province per discutere e approfondire ogni aspetto della vicenda».

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