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Il fallimentare 2020 del ministro Speranza: un'emergenza nell'emergenza

Solo il 6 marzo ha avviato le pratiche Consip per reperire ventilatori e Dpi ed il 15 le assunzioni di nuovo personale. Dalle autopsie Covid al mancato adeguamento delle sale autoptiche Bsl3. Dal piano pandemico, al commissario in Calabria. Delle 3.500 terapie intensive previste dall’art. 2 del Decreto Rilancio, realizzate la metà. Dalla delazione, ai numeri puntualmente errati (tra i quali figuravano incidenti stradali e morti sul lavoro) ed il costante disprezzo della Costituzione

Il fallimentare 2020 del ministro Speranza: un'emergenza nell'emergenza

Il giovane vecchio della politica italiana del: «Proveremo a incidere su alcuni pezzi della vita delle persone che consideriamo non essenziali», che dice il nulla sostenendo qualsiasi cosa. «Non ci sono dubbi: guariremo», scrive il ministro Speranza a pagina 14 della sua autocelebrativa fatica letteraria, ma a quale prezzo?

Il ministro Speranza è di fatto un’emergenza nell’emergenza e per un politico incapace c’è sempre un passato da strumentalizzare: le lezioncine dei tagli ereditati e trent’anni di scelte sbagliate che hanno messo a repentaglio la nostra salute, sono il costante ombrello di chi affronta una bufera e cerca, in qualsiasi modo, di proteggersi. Se la prima ondata è stata un'emergenza, la seconda è figlia di un semestre buttato al vento: nessuna organizzazione ospedaliera, nessun potenziamento della medicina del territorio, le terapie intensive sono un miraggio ma, in compenso, il ministro si è dedicato a spiegare agli italiani cosa non potevano fare e come comportarsi. «Quando c’è una norma, questa va rispettata e gli italiani hanno dimostrato di non aver bisogno di un carabiniere o di un poliziotto a controllarli personalmente ma è chiaro che aumenteremo i controlli, ci saranno le segnalazioni». Da Fabio Fazio l'esaltazione della delazione come strumento di tutela della (nostra) salute. Ma viene subito redarguito, in una nota di circa due pagine intitolata "Ipotesi riguardanti gli assembramenti destinati a svolgersi nei luoghi di privato domicilio" dal Capo della Polizia, Franco Gabrielli, il quale scrive al ministro dell'interno Luciana Lamorgese che lo aveva interpellato per un parere tecnico in vista dell'ennesimo Dpcm. «Ci sono questioni di ordine giuridico e altre di ordine pratico». Gabrielli ricorda che le forze di polizia sono già impegnate nel contrasto dei reati e nella gestione dei flussi migratori ed è escluso che possano occuparsi anche di controlli che «Potrebbero nascere da meccanismi delatori, rivalità e dissidi di vicinato». Infine dal punto di vista meramente giuridico «L'articolo 14 della carta costituzionale riconosce l'inviolabilità del privato domicilio. Ci sarebbe un modo per autorizzare questi controlli: il Parlamento dovrebbe dichiarare lo stato di guerra e conferire al governo i poteri necessari per farvi fronte». Nel 2020 il ministro Speranza si è distinto per fare e dire la cosa sbagliata al momento sbagliato. Questo modus operandi lo ha sempre accompagnato in qualsiasi sua azione. Il giovane vecchio della politica italiana che parla a vuoto e dice il nulla sostenendo qualsiasi cosa. A fine gennaio 2020 il governo già conosceva il rischio grave e imminente rappresentato dal Covid-19. L’8 febbraio nel corso di una riunione tecnica, il ministro della salute era stato dettagliatamente informato che - in assenza di prevenzione – il Covid-19 avrebbe provocato in Italia più di 600.000 morti: il governo ha nascosto la situazione "per non creare panico" ha spiegato lo scorso ottobre il presidente del Cts, Agostino Miozzo. "Non avrei mai immaginato di vedere a Bergamo sfilare gli autocarri dell’Esercito con le bare… [delle] vittime del Covid-19": questo disse Giuseppe Conte il 25 marzo in Parlamento. Ma ora sappiamo che da mesi il governo, nella persona del ministro della salute, ben sapeva ciò che stava per accadere.
Dicembre è il mese dei bilanci: l'Italia ha il tasso di mortalità più alto del mondo, ben peggiore del Brasile del "negazionista" Bolsonaro, nonostante a detta del premier Conte, fossimo un modello di riferimento, tanto collaudato che solamente a marzo inoltrato è stata attivata dal ministro Speranza la macchina organizzativa: il 6 marzo sono state avviate le pratiche CONSIP per l’acquisto di ventilatori polmonari, mascherine e protezioni per il personale sanitario quando ormai sui mercati internazionali non si trovava più nulla ed il 15 marzo sono state avviate le procedure per assumere nuovo personale medico-infermieristico. Come tante altre testate (Report, Libero, ecc.) anche noi attendiamo le sue risposte. Durante tutta la fase emergenziale, con più proroghe, le autopsie e gli esami diagnostici sono stati inspiegabilmente "sconsigliati" dalle circolari del Ministero della Salute aventi ad oggetto le indicazioni emergenziali connesse all'epidemia da Covid-19 riguardanti il settore funebre, cimiteriale e di cremazione. "Per l'intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all'esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di Covid-19, sia se deceduti in corso di ricovero, presso un reparto ospedaliero, sia se deceduti presso il proprio domicilio." Inoltre "l'Autorità Giudiziaria potrà valutare, nella propria autonomia la possibilità di limitare l'accertamento alla ispezione esterna in tutti i casi in cui l'autopsia non sia necessaria, limitando allo stretto necessario gli esami diagnostici da eseguire per motivi di studio e di approfondimento." La circolare ministeriale (Ufficio 4), però, al capo B prevede che "il paziente deceduto, a respirazione e motilità cessate, non è fonte di dispersione del virus nell'ambiente" ma permaneva, con le dovute precauzioni, il divieto "dell'ultimo saluto" ossia di mostrare ai parenti il proprio caro a seguito del decesso, avvenuto solitamente dopo un lungo e straziante ricovero. Nonostante i proclami del premier Giuseppe Conte: «Ci stanno guardando dagli altri Paesi, anche con ammirazione» si tratta di comunicazioni e provvedimenti lacunosi e contraddittori che hanno accompagnato tutta la gestione della fase più critica della pandemia: dalla definizione di "congiunto" e di "affetto stabile" al divieto dei "party privati" che però potevano trasformarsi in "incontri con parenti" permessi a partire dalla fase 2, alla confusionaria conta dei decessi "per" o "con" Covid-19. La Germania, ad esempio, ha autorizzato gli esami autoptici e numerosi Land hanno costituito delle equipe composte anche da radiologi ed infettivologi ed il numero di vittime riconducibili al Covid-19 come causa primaria del decesso è stato notevolmente ridotto rispetto all'Italia. Il nostro ordinamento penale prevede l'obbligatorietà dell'autopsia a fini diagnostici quando non è possibile individuare la causa della morte e grazie alle pochissime autopsie condotte è stato possibile iniziare ad approcciare diversamente il Covid-19: la polmonite era una conseguenza della trombosi e che solo nei casi di resistenza alle cure antitrombosi subentrava la polmonite interstiziale e che la ventilazione meccanica nelle terapie intensive era controindicata. Dalla circolare ministeriale emerge la possibilità di procedere ad esami autoptici "solo nelle sale settoie che garantiscano condizioni di massima sicurezza e protezione infettivologica per operatori ed ambienti di lavoro: sale BSL3, ovvero con adeguato sistema di aereazione, con un minimo di 6 ed un massimo di 12 ricambi aria per ora." La pandemia ha messo in luce le gravi carenze ospedaliere su tutto il territorio nazionale e le strutture necroscopiche non sono esenti: l'Italia ha affrontato la pandemia con pochissime sale autoptiche BSL3 fruibili (una decina in tutto, con alcune regioni totalmente sprovviste: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise, Umbria, Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta) e a nulla è valso l'appello della SIMLA (Società Italiana Medici Legali e Assicurativi): «C'è una grave limitazione nella regolare esecuzione delle Autopsie Giudiziarie Medico Legali con notevoli limitazioni per la magistratura inquirente e rilevanti limitazioni nell'ordinaria e conseguente opera Medico Legale connessa con l'esercizio dell'azione penale. Si invita con carattere di urgenza di procedere all'adeguamento delle sale settoie con i requisiti appartenenti alla categoria BSL3, almeno una per ogni Comune capoluogo di provincia». In Calabria, invece, la grottesca nomina del "No Mask" Zuccatelli la si può riassumere con le dichiarazioni del deputato calabrese Wanda Ferro (FdI): «Zuccatelli è stato infatti un amministratore del Pd, vicino a Bersani e candidato alla Camera con Leu. Fallito l’ingresso in Parlamento, Zuccatelli è stato gratificato dal ministro Speranza con una serie di incarichi in Calabria, tra cui quelli di commissario dell’ospedale e del policlinico universitario di Catanzaro. È stato lui ad opporsi, insieme al Pd, alla realizzazione dell’ospedale Covid a Catanzaro, entrando in forte conflittualità con il rettore dell’Università». Continua

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