IL MATTINO
Salute
07.12.2020 - 16:27
Nell’attuale periodo di emergenza sanitaria, economica e psicosociale, quest’ultima risulta essere quella più trascurata. La mancanza di supporto psicologico in un momento così grave in cui se ne richiederebbe maggiore necessità, produce, come conseguenza, una grande incapacità di equilibrio, gestione e collaborazione nel rispetto dei duri DCPM oltre che nella cura della propria situazione di salute e nel rispetto di quella degli altri. Le emozioni, sensazioni e difficoltà che possono riscontrarsi in questo periodo sono numerose e differenti e richiedono consigli professionali su come affrontarle. Ne discutiamo con il Dott. Vincenzo Di Bernardo, psicologo psicoterapeuta, ipnotista e ideatore dello Psicocoaching e del Metadramma, il quale ci illustra, oltre al resto, anche di cosa sarebbe necessario all’interno delle strutture sanitarie per non venir meno all’importante bisogno di psicoterapia. L’analisi del Dott. Di Bernardo: “L’intera popolazione italiana sta soffrendo per le restrizioni imposte in questo periodo e alcune persone, più di altre, stanno subendo le forti ripercussioni psicologiche dovute al Covid-19, di cui purtroppo quasi nessuno si occupa. Alcune associazioni e società psicologiche si sono attivate durante il lockdown dei mesi di marzo e di aprile per offrire gratuitamente i loro servizi alla popolazione italiana e alcune di esse hanno anche riattivato il servizio gratuito in questo periodo, tuttavia quasi nessuno ne è a conoscenza, con la conseguenza che le persone che vorrebbero ricevere un supporto psicologico non sanno come fare per contattare queste associazioni. È evidente, quindi, un vizio di comunicazione. I mass media veicolano solo notizie allarmanti, andando ad amplificare il disagio psicologico in atto, mentre non fanno nulla per veicolare quelle informazioni che potrebbero invece ridimensionarlo o addirittura estinguerlo. Sto personalmente organizzando, in collaborazione con l’ONDiF (Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia) un servizio di supporto psicologico per i positivi al Covid-19, rivolto ai residenti della regione Basilicata e, nonostante le numerose adesioni degli psicologi e degli psicoterapeuti siano state raccolte in brevissimo tempo, sono proprio le lungaggini burocratiche relative ai protocolli di intesa con le Istituzioni a rallentare i tempi di erogazione del servizio di supporto psicologico gratuito.
Nel frattempo, avendo sperimentato in prima persona l’enorme e insopportabile disagio psichico e fisico del Covid-19, so bene come si sentono le persone ricoverate in ospedale per il Covid-19, quelle sintomatiche che si stanno curando in casa, ma anche tutti i positivi paucisintomatici (che hanno solo pochi sintomi) o asintomatici che sono costretti a stare in casa anche per oltre un mese, poiché restano a lungo positivi al tampone. Gli stati d’animo prevalenti sono di scoraggiamento, senso di solitudine e di abbandono, paura, incertezza, senso di disorientamento, senso di impotenza. Affrontarli da soli è complicato. A questo si aggiungono i frequenti improvvisi sbalzi d’umore, con rabbia o paura immotivata, o scoppi di pianto in preda alla tristezza. Sono tutte reazioni naturali dell’organismo all’attuale stato di cose e al forte disagio psicologico a cui si è o si è stati sottoposti, specie se si è stati positivi al Covid-19 e sintomatici. Il modo migliore per ritrovare l’equilibrio è quello di richiedere il sostegno di uno psicologo, poiché non è facile farsi forza sa soli e non si hanno neanche gli strumenti per farlo. Ci sono invece tecniche specifiche, alcune proprie della psicologia dell’emergenza, che possono aiutare le persone a ritrovare la calma e un discreto equilibrio emotivo in tempi molto rapidi (o relativamente brevi).
A mio parere è fondamentale e indispensabile inserire l'intervento psicologico all’interno di ogni reparto ospedaliero Covid-19, poiché è proprio durante la degenza ospedaliera che l’ammalato ha maggior bisogno di aiuto e vive situazioni spesso molto traumatiche. Lo stesso vale per tutti i sintomatici e i paucisintomatici che si stanno curando in casa, e per gli asintomatici che restano positivi per più di 15 giorni. La situazione di disagio vissuta può provocare un Disturbo da stress acuto nell’immediato e un Disturbo da stress post-traumatico nei mesi successivi alla guarigione. L’intervento precoce è il miglior modo per evitare l’insorgenza di tali disturbi. Inoltre, ci sono evidenze scientifiche che il Sars-CoV-2 possa causare anche dei danni neurologici, il che la dice lunga su quanto sia trascurato l’impatto che questo virus ha sulla psiche e sul cervello. Anche in questi casi la diagnosi e il trattamento precoce possono risolvere il problema in tempi brevi, evitando che ci siano conseguenze negative di lungo temine. Alla luce di tutto ciò è mio modesto parere che si crei un’inversione di rotta, ovvero è necessario parlare molto più di psiche che di tutto il resto. L’attenzione all’aspetto psicologico, magari veicolato in modo massiccio dai mass media, non solo aiuterebbe chi sta vivendo l’attuale disagio da Covid-19, ma scuoterebbe anche le coscienze e aiuterebbe a prendere maggiore consapevolezza dell’emergenza sanitaria ed economica, che avrebbero una chiave di lettura molto differente e sarebbero accolte con maggior senso civico e di responsabilità”.
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