IL MATTINO
Agricoltura
20.11.2020 - 12:56
La Cooperativa “Rapolla Fiorente”, con i suoi circa trecento associati, dal 1980 si caratterizza quale punto di riferimento per gli agricoltori olivicoli della zona del Vulture Melfese e per i chi a tavola non rinuncia all’olio extravergine d’oliva. Un’azienda che negli anni ha mostrato un atteggiamento innovatore, attento alle dinamiche ed esigenze territoriali e nazionali: nel 2004 è stata la prima Op-Organizzazione di produttori del settore riconosciuta a livello italiano; promotrice della Dop Vulture e determinata nel posizionare sul mercato il proprio olio e, quindi, il proprio marchio commerciale. Consapevole che la qualità del prodotto si determina sul campo ha attivato la fornitura di mezzi tecnici diretta e consigliato la difesa integrata degli oliveti nel rispetto dell’ambiente e della qualità delle olive, offrendo di fatto un servizio di assistenza tecnica. Il direttore Donato Americo fornisce al Mattino un’istantanea dell’annata in corso.
Il giorno 26 ottobre è ufficialmente iniziata la campagna di raccolta 2020-2021. Cosa comunicano i dati registrati finora rispetto alla produzione, alla resa e alla qualità del prodotto olivicolo?
«Si prevedeva un’annata non massimale, influenzata dai lunghi periodi di siccità che hanno caratterizzato la stagione. Le belle giornate di pioggia fra settembre e ottobre hanno, invece, favorito la ripresa della produzione. Siamo molto soddisfatti, anche quest’anno centriamo l’obiettivo di un’alta qualità, riscontrata giorno per giorno durante la lavorazione. Purtroppo, come da previsioni, registriamo un calo della produzione intorno al 20-30 per cento, — la produttività dei campi è a macchia di leopardo — che ci preoccupa relativamente perché un buon 70 per cento dovrebbe consentirci di soddisfare la richiesta del mercato. Siamo abbastanza soddisfatti anche della resa, che quest’anno è media e si attesta intorno al 13-14 per cento, durante alcune giornate raggiungiamo il 15 per cento».
Quanto costerà l’olio extravergine d’oliva al consumatore?
«Nel Vulture da tempo cerchiamo di portare avanti un’unica voce: il cliente nella nostra zona dovrebbe, data anche l’uniformità della produzione, trovare prezzi univoci. Non tutti la pensano allo stesso modo e oggi vediamo nei diversi paesi di produzione del Vulture i prezzi più svariati: dai 5,50 euro fino ai 6,50 euro e questo disorienta il consumatore. Quest’anno proponiamo il nostro olio al prezzo di 7,50 euro al litro, quindi 37 euro a lattina. Abbiamo congelato il listino dello scorso anno, perché date le condizioni generali non ci è parso opportuno effettuare aumenti. Pensiamo di rappresentare la punta di diamante, ovvero avere il prezzo più alto in zona, ma ci attestiamo in un discorso di mercato ad un prezzo medio».
La pandemia ha avuto influenze sul settore e gli oleifici sono stati oggetto di incentivi da parte del Governo?
«Il Covid ha rallentato le normali tempistiche, però stiamo realizzando quanto avevamo pianificato di fare. Siamo candidati a programmi nazionali e comunitari e veniamo puntualmente finanziati. Portiamo avanti un progetto di riammodernamento della struttura e degli impianti grazie anche al Psr – Programma di sviluppo rurale della Regione Basilicata».
La coesistenza di tecnologie all’avanguardia e di metodi di lavorazione tradizionali restano per la società un punto di forza: se da un lato l’utilizzo di un impianto a ciclo continuo con centrifughe consente un controllo costante e continuo delle temperature, della gramolazione e dei tempi di lavorazione, dall’altro si continua a ricorrere a macine in pietra.
Principe del Vulture e Sàrolo sono i due oli realizzati dalla Cooperativa. In cosa si differenziano?
«Il Principe è un olio delicato, morbido e meno amaro al palato; il Sàrolo è deciso, robusto e tendente all’amarognolo. Il 90 per cento della produzione si concentra sul primo, perché più familiare al consumatore. La differenza si deve all’epoca di raccolta. A questi si aggiunge il Biologico ottenuto dalle olive fornite da soci produttori aderenti certificati bio». Fra gli ultimi riconoscimenti l’inserimento, per ben due anni, nella guida del Gambero Rosso.
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