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Giulio Tarro in esclusiva: «L'ultima ordinanza in Basilicata è priva di senso logico e scientifico»

«La mascherina all'aperto è una scelta inutile, si tratta di misure eccessive legate alla propaganda politica e a giustificare l'emergenza» Così il noto virologo e professore emerito del Cotugno di Napoli

Tarro: «Il ministro della salute ha costituito gruppi di esperti trascurando i veri esperti»

prof. Giulio Tarro

Con l'illustre virologo Giulio Tarro andiamo ad approfondire e cercare di comprendere alcuni dei passaggi dell'ultima ordinanza regionale numero 35 per il contenimento e la gestione dell'emergenza sanitaria da Covid-19.

Nelle scorse ore in Basilicata è stata emanata un'ordinanza che prevede l'uso della mascherina anche all'aperto, nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto e negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico. Come valuta e giustifica questo provvedimento?

«In Basilicata ed in numerose altre regioni come Lazio e Campania è stata emanata un'ordinanza che difficilmente può essere interpretata da un punto di vista logico e scientifico ed a mio parere stiamo tornando alle note circostanze di marzo ed aprile con la ricerca di capri espiatori e con i droni e gli elicotteri che inseguivano i runner. Ad oggi il problema è causato da chi non indossa la mascherina. Bisogna inoltre premettere che non viene aggiunto nulla di nuovo, infatti nei mezzi pubblici di trasporto e nei luoghi al chiuso come attività commerciali e supermercati è già in vigore l'obbligo di indossare la mascherina, anche se il noto strumento di protezione personale deve essere indossato dagli operatori sanitari e parasanitari e da soggetti positivi, almeno stando alle direttive dell'Oms. Il contenuto di queste ordinanze e del conseguente bombardamento mediatico sulla stampa, sulle televisioni e sui social network è dovuto a causa di valutazioni errate e su ipotetici scenari futuri. Lo dimostra il fatto che dopo gli assembramenti per la vittoria del Napoli in Coppa Italia non ci sono stati casi, focolai e problemi di alcun genere per il sistema sanitario campano. In via generale l'uso che stiamo facendo delle mascherine è errato, possono causare anche forme di allergia, sono recettori di germi di ogni tipo e risulterebbero inutili nel caso in cui venisse accertato che gli asintomatici sono meno contagiosi di quanto sostenuto dal Ministero della Salute.
La mascherina all'aperto è una scelta inutile, basta eventualmente rispettare la distanza. Si tratta di misure eccessive legate alla propaganda politica e a giustificare l'emergenza».

Inoltre non sono soggetti a questo obbligo i bambini al di sotto dei sei anni e soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso delle mascherine. Perchè?

«Nel primo caso è legato a questioni sociocognitive, ma è errato perchè i bambini non solo fino a sei anni ma almeno fino ai dodoci sviluppano le capacità di vivere in società, di riconoscere e rapportarsi al prossimo e di vivere in gruppo per evitare l'estraniamento dalla società. La crescita dei bambini è legata al riconoscimento e all'interpretazione delle espressioni facciali. Ciò può causare deficit percettivi in età evolutiva. Nel secondo caso, invece, sono questi i soggetti che dovrebbero essere difesi e tutelati. Sostanzialmente l'ordinanza va a colpire coloro che dovrebbero essere protetti. Per disabile non si intende solo il soggetto che ha difficoltà a deambulare in maniera autonoma ma si intendono tutti quei soggetti, solitamente anziani, che hanno anche disabilità renali, cardiache ecc che possiamo definire con la nota espressione di patologie pregresse. Talvolta la difficoltà a deambulare si mescola alle patologie pregresse e per un soggetto fragile il Covid-19 potrebbe essere fatale. Per questo motivo nelle Rsa bisogna prestare la massima attenzione ma non certamnete nei luoghi aperti specialmente nelle giornate soleggiate. L'ordinanza dovrebbe a questo punto prevedere anche regole di comportamento specifiche per i luoghi all'aperto in caso di pioggia, vento, sole, temperature alte o basse, è diventata ormai una situazione surreale».

Professore, attualmente la situazione nelle terapie intensive non desta preoccupazioni?

«I ricoveri nelle terapie intensive, che ad oggi non hanno alcun problema in termini di numeri e di posti occupati, sono principalmente dovuti ad altre circostanze. Un soggetto potrebbe essere stato intubato anche a seguito di un incidente stradale o sul lavoro e solo dopo il tampone risultare anche positivo al Covid-19. Questo determina numeri complessi in quanto in caso di ipotetico decesso futuro la causa della morte non sarà stata certamente il Covid-19. È la nota questione del decesso con Covid e decesso per Covid. I numeri sono errati ma con i numeri vengono giustificate le iniziative ed i provvedimenti presi dal governo e dalle giunte regionali».

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