IL MATTINO
covid19
18.08.2020 - 11:53
prof. Giulio Tarro
Intervista esclusiva al prof. Tarro, virologo di fama internazionale e primario al Cotugno di Napoli dal 1973 al 2006
Discoteche chiuse e utilizzo delle mascherine dalle 18:00 alle 6:00 anche nei luoghi all'aperto dove non sia possibile rispettare il distanziamento fisico. Siamo all'ennesimo provvedimento tardivo?
«Le mascherine all'aperto non servono a nulla, le terapie intensive sono vuote ed i decessi si contano sulle dita di una mano. In merito agli ultimi provvedimenti il governo impedisce la ripresa ad una vita normale. I provvedimenti andrebbero presi sempre a monte e non a valle, questa recrudescenza è legata a soggetti che vengono o tornano dall'estero in Italia: turismo ed immigrazione. Come ha detto l'OMS la scorsa settimana ogni Nazione sta attraversando la propria curva, certamente questioni ambientali ed abitudini sociali influiscono sulla diffusione e, ad oggi, non avrebbe significato parlare di seconda ondata. Dobbiamo domandarci: perchè il governo, l'unico in Europa, ha già prorogato lo stato di emergenza? Questo vuol dire partire con il piede sbagliato. Altri Paesi europei a maggio hanno riaperto le scuole ed addirittura, con le dovute limitazioni gli stadi, per gli eventi calcistici. In italia, invece, a seguito degli ultimi provvedimenti di ieri si cerca di offuscare la ripresa scolastica, il referendum e le regionali. Il Coronavirus è diventato un virus politico e noi dobbiamo scientificamente opporci. Ad esempio la peste di Atene nel 430 a.C fu approcciata con l'isolamento del paziente e la quarantena, ad oggi le cose non sono cambiate e fortunatamente nel nostro caso la quarantena idonea è di due settimane. Rimanendo con l'esempio dell'antica Grecia, nel 370 a.C Platone parla di libertà e di pericolo di autoritarismo: "La democrazia muore prima che nel sangue, nel ridicolo." E così ci rendiamo conto che attualmente c'è stato un attacco ai principi basilari della democrazia».
Come valuta l'operato del ministro della salute e delle task force?
«Il ministro della salute ha costituito gruppi di esperti trascurando i veri esperti, perchè in fin dei conti i fatti hanno dimostrato che non fossero tanto esperti. L'Italia ha agito sempre in ritardo trascurando già a novembre la gravità della situazione in Cina. Si è trascurata ad esempio l'affinità climatica ed ambientale tra la nota città di Whuan e la pianura padana e molte decisioni, come ho detto, sono state prese sempre a valle e non a monte. Gli esperti scelti dal ministro avevano inizialmente rassicurato che in Italia non ci sarebbe stato alcun problema ed invece dalle iniziali zone rosse, le note 14 province chiuse, il lockdown è stato esteso, senza motivazioni, a tutto il Paese creando disagio e crisi economica. Dai documenti desecretati era emerso, però, che i competenti una cosa giusta l'avevano detta ed in questo caso il loro parere non è stato preso in considerazione. Sono stati commessi tanti errori, ci terrorizzano senza alcuna tesi scientifica prendendo delle decisioni sulla base di focolai che sono normali manifestazioni al termine di un processo pandemico».
Il vaccino sarà davvero risolutivo o si rischia di assistere alla più grande speculazione economica e politica del XXI secolo?
«Il vaccino è un mezzo di prevenzione e come strumento preventivo deve essere utilizzato prima della malattia. Con la vaccinazione si cerca di avere degli anticorpi che vengono prodotti rispetto all'agente con cui si potrebbe venire a contatto. Ad esempio prima di un viaggio in Africa ci si vaccina per la febbre gialla. In questa fase dell'epidemia un vaccino non c'è e la cosa più preziosa erano e sono gli anticorpi dei guariti. Infatti nel pieno della crisi sanitaria tra Mantova e Pavia è stata praticata la sieroterapia i cui risultati sono stati buoni ma inspiegabilmente il dott. De Donno è stato oggetto di numerose critiche. Basti pensare che con questo metodo ci sono stati 35 mila casi di profilassi negli Stati Uniti ed i risultati sono stati molto efficaci. Nelle città lombarde, dove è stata praticata la sieroterapia è notevolmente calato il numero delle vittime e questo è un dato che non può essere trascurato. Il ministero della salute, praticamente, ha impegnato una grande cifra per firmare un accordo di circa 400 milioni di dosi di un vaccino che ancora non esiste e non si conosce sia la sicurezza, sia l'efficacia ammesso, che ce ne sia. È davvero incredibile e la cosa che stupisce maggiormente è che ad esempio se arriva il vaccino russo, tutti quelli che erano favorevoli ai vaccini diventano improvvisamente no vax. La situazione diventa ridicola e torno a ripetere: il virus è politico ed abbraccia grandi interessi politici ed economici».
Da febbraio ad oggi come valuta l'informazione e l'operato dei mezzi di comunicazione di massa?
«Proprio la qualità dell'informazione mi ha profondamente meravigliato. Tutte le principali emittenti televisive e le principali testate avevano una narrazione unica: se noi dobbiamo pensare di ascoltare gente pagata per dire che in Italia non ci sarebbero stati problemi, che la sieroterapia non è buona o che addirittura era costosa e pericolosa. Molto importante, invece, è stato l'utilizzo delle web tv indipendenti e di tutte le potenzialità offerte dai canali di comunicazione legati ad internet ed ai social network. Io ho scoperto "il male oscuro di Napoli" isolando il virus nei bambini affetti da bronchiolite, sono stato un pioniere della terapia immunologica dei tumori, sono stato allievo del maestro Sabin e ancora lo rappresento nel mondo scientifico, ho condotto studi al Cotugno sull'AIDS ed ho ricevuto due nomination per il premio Nobel per la medicina. Penso di aver dato un buon apporto al mondo scientifico ma non sono stato preso in considerazione, anzi la mia persona e la mia professionalità è stata boicottata a vantaggio di virologi-tuttologi che non capiscono nulla, come è stato ampiamente dimostrato. Molte Tv e giornali erano e sono orientati alla narrazione di un unico pensiero. Chi non diffondeva il messaggio del terrore, purtroppo, non è stato preso in considerazione».
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