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Pubblicazioni internazionali dalla neurologia del San Carlo: gli studi del dottor Paciello sul Journal of the Neurological

I risultati di uno studio multicentrico osservazionale prospettico condotto con altri cinque centri italiani di terzo livello per la cura dell'epilessia sull'efficacia di un nuovo farmaco antiepilettico di terza generazione

Pubblicazioni internazionali dalla neurologia del San Carlo: gli studi del dottor Paciello sul Journal of the Neurological

Il dottor Paciello

Recentemente è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale "Journal of the Neurological" rivista ufficiale della "World Federation of Neurology" un articolo che vede protagonista il dottor Nicola Paciello direttore dell'Uoc di neurologia dell'ospedale San Carlo di Potenza, in qualità di coautore.
«L'efficacia del Perampanel come terapia add on nelle epilessie focali farmaco resistenti in un contesto di mondo reale: un focus sull'epilessia lobo temporale». Il documento descrive i risultati di uno studio multicentrico osservazionale prospettico condotto con altri cinque centri italiani di terzo livello per la cura dell'epilessia sull'efficacia di un nuovo farmaco antiepilettico di terza generazione in 246 pazienti affetti da epilessia focale farmacoresistente. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per comprendere la portata e l'importanza degli studi condotti.

Per un pubblico che esula il mondo medico e per i non addetti ai lavori: di cosa si tratta?

«L'epilessia focale nasce solitamente da un'anomalia citoarchitetturale del cevello o da un'anomalia genetica sul recettore che codifica i neurotrasmettitori. Una lesione architetturale del cervello la possiamo paragonare ad una casa con un tramezzo storto, la casa non crolla ed il problema è solo estetico. Sul cervello un'anomalia che spesso si chiama displasia corticale focale determina anomalie dell'attività elettrica che in alcuni contesti porta alla comparsa delle crisi epilettiche. I farmaci antiepilettici, anche combinati tra loro, non sono in grado di curare l'anomalia strutturale ma di modulare l'attività elettrica che questa anomalia produce. Infatti per definizione il farmaco antiepilettico è un farmaco non curativo e perciò, talvolta, l'assunzione dura anche tutta la vita. Dallo studio condotto emerge che il 55% - 60% dei pazienti ha risposto molto bene al farmaco somministrato ed addirittura un 25% è diventato libero da crisi. L'intuizione è nata durante un congresso con il mio amico fraterno, oltre che collega Angelo Labate e con tutto lo staff impegnato nella ricerca siamo stati i primi al mondo a studiare l'effetto di un farmaco antiglutammatergico nei pazienti epilettici temporali. Si tratta del principale neurotrasmettitore eccitatore del cervello ed in tali pazienti i livelli di glutammato sono molto elevati rispetto a tutti gli altri pazienti epilettici. Il Perampanel, perciò, essendo un antiglutammatergico ha una grande efficacia su questa popolazione di pazienti poichè evita un eccesso di glutammato riducendo in maniera sensibile le possibilità di crisi epilettiche».

L'epilessia tende a peggiorare la qualità della vita psicologica e sociale. Nel 2020 come è vivere con l'epilessia?

«Nel 2020 rispetto, ad esempio, agli anni '70 è molto più facile vivere con l'epilessia. Il nostro arco ha molte frecce, conosciamo i meccanismi delle crisi e c'è stato un profondo lavoro sulla genetica dell'epilessia con terapie sempre più mirate. Però, non bisogna dimenticare che attualmente
a differenza del passato i monitor di smatphone, computer e televisioni ci espongono massicciamente a stimolazioni luminose intermittenti che sono una delle cause di peggioramento di alcune forme di epilessia. La stimolazione luminosa è più epilettigena tra gli 8 ed i 23 hertz e queste frequenze sono molto più pericolose per le crisi e per soggetti già fragili, mentre oltre i 50 Hertz si è abbastanza al sicuro».

Come è, invece, convivere con un soggetto affetto da epilessia?

«Dipende dalla forma di epilessia, la variabile è molto importante. Un buon 60% di pazienti diventa libero da crisi epilettiche con un primo farmaco appropriato. Un 40% invece è farmacoresistente sia da forme lievi sia da forme più gravi come l'encefalopatia epilettica in particolare in età infantile.
Si tratta di pazienti che devono essere gestiti con molta attenzione con un aggravio per le famiglie ed ovviamente per la qualità della vita. Purtroppo l'epilessia non avverte, deriva dal greco antico e vuol dire "cogliere di sorpresa" in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento mentre si svolgono le più svariate attività».

A che punto siamo con la ricerca in Italia? Vengono destinate le giuste risorse?

«Il ruolo della ricerca è fondamentale. Ne approfitto per invitare a donare il 5x1000 alla ricerca universitaria o sanitaria. Il nostro è stato un lavoro indipendente ed abbiamo avuto un supporto dalla casa farmaceutica che produce il farmaco. Ovviamente più complessi sono gli studi e soprattutto i dati da analizzare e da gestire e più onerosi diventano i costi che la ricerca non
è in grado di sostenere. La ricerca sviluppa progresso, non solo in ambito medico».

Quale consiglio vuol dare ad un genitore che affronta per la prima volta una crisi epilettica del proprio figlio?

«In primis non farsi prendere dal panico. Sono un padre e con la disponibilità dei dirigenti scolastici, svolgo, talvolta, attività di sensibilizzazione nelle scuole. Nella maggior parte dei casi la crisi epilettica non è mortale. Bisogna avere delle accortezze e soprattutto bisogna saper gestire la crisi. Evitare, con delicatezza e senza immobilizzarlo, che il soggetto possa inghiottire la lingua specie se in posizione supina ed avere una crisi respiratoria. La crisi non dura mai oltre i 60 o i 90 secondi. Dopo possono esserci quindici o venti minuti di stato confusionale post critico. Il primo episodio necessita obbligatoriamente di accesso in pronto soccorso affichè possano essere fatte tutte le valutazioni del caso».

Quale può essere il ruolo dell'Ospedale San Carlo?

«L'Ospedale San Carlo è una struttura di primissimo livello. Abbiamo in corso numerose ed importanti collaborazioni anche per quanto riguarda il morbo di Parkinson e la sclerosi multipla. Possiamo ulteriormente crescere e potenziare il nostro servizio con la chirurgia dell'epilessia, attualmente esercitata in pochissimi ed eccellenti centri in Italia. Sono giovane ed il reparto che ho l'onore di guidare, con l'ausilio di tutto lo staff medico e paramedico, ha le carte in regola per diventare un punto
di riferimento per il Mezzogiorno, con la finalità di erogare prestazioni di altissimo livello e ridurre la nota migrazione sanitaria con un aggravio per il sistema sanitario regionale».

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