IL MATTINO
Le condizioni degli addetti alle pulizie negli Ospedali ai tempi del Covid-19
10.04.2020 - 18:31
Anna Auria, operaia in servizio all’Ospedale di Potenza ha contattato la redazione per rispondere alla lettera che l’Usb (Unione sindacale di base) Lavoro privato Basilicata ha inviato ai lavoratori della ditta Csl (Consorzio servizi lucano), al direttore generale dell’Ospedale S.Carlo di Potenza, all’Ispettorato del Lavoro e alla Csl dell’Ospedale San Carlo, in cui si denunciano condizioni contrattuali svantaggiose per gli operatori impegnati nelle pulizie del nosocomio e l’esclusione di alcune lavoratrici. Di seguito, la nota inviata dall’operatrice Anna:
«Vorrei rispondere a questa sigla sindacale che in questo momento non è il caso di disquisire su queste situazioni visto che è una vita che ci sono disparità. Come operaia in servizio al San Carlo dal 2007 ci tengo a rispondere alla coordinatrice regionale della sigla sindacale Usb (Unione sindacale di base) che in un momento come questo lamenta le condizioni contrattuali di 10 dipendenti addetti alla pulizia degli uffici dirigenziali nel nosocomio potentino. Ci tengo a ricordare che questi addetti hanno gli stessi diritti di ogni singolo lavoratore ma è vero anche che loro sono entrati a far parte del totale delle unità che prestavano servizio di sanificazione del San Carlo, solo nel settembre 2017, con l'ultimo appalto che non li vedeva presenti nelle liste originali ma che comunque sono rientrati nel servizio. Ricordo che anche con l'attuale ditta Csl (Consorzio servizi lucano) che ha iniziato l'appalto ad aprile scorso si sono avuti non pochi problemi in virtù di tagli, che grazie all'intervento delle tre sigle sindacali Uil Cgil e Cisl non ci sono stati ma che anzi hanno garantito orario e posto di lavoro per tutti. Abbiamo colleghi che lavorano da più di 10 anni a tre ore, quattro, e quattro e mezzo; la disparità di orario esiste da tempo e oggi in questa situazione particolare non bisogna guardare a chi, come e perché, non ci sono dubbi che meritino il minimo contrattuale, ma questo è stato denunciato da tempo dalle stesse tre sigle sindacali. Ora però serve l'aiuto di tutti perché tanti colleghi sono anziani, tanti hanno patologie e tanti hanno paura di ammalarsi, ulteriori braccia danno respiro, piuttosto chiedo all'Usb di unirsi alla richiesta dei dispositivi di sicurezza che sono fondamentali per garantire al meglio che il virus non contagi chi, per 6 euro all'ora rischia la vita».
I lavoratori non vogliono sottrarsi allo svolgimento del loro dovere, oggi ancora più di fondamentale importanza, ma chiedono di poterlo fare in condizioni di sicurezza. «I dispositivi sono necessari per i medici, gli infermieri, gli operatori socio sanitari e anche per gli operai dei servizi esterni, pur comprendendo le difficoltà del momento nel reperire questo tipo di materiale» afferma Anna, che ha anche raccontato che la ditta Csl ha messo a disposizione per il suo personale uno sportello di ascolto psicologico a distanza, nell’ambito della criticità lavorativa legata alla pandemia.
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