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A Matera il manifesto della comunicazione non ostile

Una carta di princìpi, votata nel 2017 a Trieste da una community di oltre 300 comunicatori, blogger e influencer, che raccoglie dieci indicazioni di stile per ben comunicare in Rete. Uno degli ultimi colpi di coda di Matera 2019, quasi un’eredità di sviluppo sociale

A Matera il manifesto della comunicazione non ostile

Le parole? Espressioni linguistiche chiarificatrici del pensiero, poesie fonetiche in grado di offrire
un'immagine o un gesto tridimensionali, preziosi strumenti di creazione empatica. Un dono da
apprezzare e declinare con accuratezza per dare giusta forma alla bellezza delle cose umane.
Evidente quanto necessario sia “pesarle” per dare il corretto avvio all’attività emozionale che
determinano.
Rispecchiamento. Così si dice tecnicamente per significare il potere neuro-linguistico della
comunicazione, funzionale ad un approccio delicato e rispettoso di relazione. L’uomo è parola, si
manifesta con la parola, genera parola. Ogni singola volta che decide di utilizzare la parola per
comunicare, rispondere o intervenire, sorge la sua personale responsabilità rispetto a ciò che
comunica: contenuti che, una volta “usciti”, non tornano più indietro.
Chi “abita” i social assiste quotidianamente a picchi di violenza verbale inaudita, elargita con la
leggerezza e la facilità che il mezzo informatico consente. Fiumi di post e hashtag contro tutto e
contro tutti, manifestazioni di aggressività “pubblicate” in nome di una inviolabile libertà a gestire
una “bacheca” concepita quale intangibile spazio personale. Uno Speakers’ Corner virtuale in cui
ognuno si sente autorizzato dire - o a fare - tutto ciò che vuole, fino a decidere di “cancellare” o
“eliminare” chi non si allinei al proprio pensiero, fino a decidere di nascondersi dietro false identità
per dare sfogo, con superficialità estrema, a personali tensioni o rancori. Anarchia social. Ma pur
sempre “anarchia”. Qualcosa di realmente pericoloso che porta a “leggere e condividere”
indistintamente, per fare prima degli altri, per essere sempre e clamorosamente on line.
Alt. Sulle parole bisogna riflettere! Sulle parole bisogna impegnarsi ad un uso ponderato e in
atteggiamento d’ascolto! Il fenomeno va affrontato e con urgenza, per non rischiare di
compromettere ulteriormente la comune fiducia e la reale possibilità di relazioni autentiche, in Rete
e off line. Un obbligo di responsabilità che sempre più spesso diventa impegno di Istituzioni ed Enti
di prossimità per favorire comportamenti rispettosi e civili.
Lo scorso dicembre a Matera 131 Sindaci della Basilicata, alla presenza del Ministro dell’Interno
Luciana Lamorgese, hanno sottoscritto il Manifesto della Comunicazione Non Ostile, una “carta
scritta” di princìpi, votata nel 2017 a Trieste da una community di oltre 300 comunicatori, blogger e
influencer, che raccoglie 10 indicazioni di stile per ben comunicare in Rete. Uno degli ultimi colpi
di coda di Matera 2019, quasi un’eredità di sviluppo sociale.
Virtuale è reale, ovvero dico e scrivo in solo cose che ho il coraggio di dire di persona. Si è ciò che
si comunica: le parole che scelgo raccontano la persona che sono, mi rappresentano. Le parole
danno forma al pensiero, quindi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel chepenso. Prima di parlare bisogna ascoltare, nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con
onestà e apertura. Le parole sono un ponte: scelgo le parole per comprendere, farmi capire,
avvicinarmi agli altri. Le parole hanno conseguenze, allo stesso modo delle azioni. Condividere è
una responsabilità: condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi. Le idee si
possono discutere, le persone si devono rispettare: non trasformo chi sostiene opinioni che non
condivido in un nemico da annientare. Gli insulti non sono argomenti e di conseguenza, non accetto
insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi. Infine, anche il silenzio comunica. Quando
la scelta migliore è tacere, taccio.
Questi i princìpi del Manifesto. Sottoscrivendolo gli Amministratori lucani hanno assunto
l’impegno consapevole di contrastare, ad ogni livello, il linguaggio dell’odio, di portare avanti lo
sviluppo auto-educante delle comunità che rappresentano e l’affermazione, nelle stesse, di un
dialogo basato sul principio del rispetto anche dei ruoli. Un importante progetto sociale di
sensibilizzazione che, al di là di ogni appartenenza politica, vuole essere battaglia culturale per la
affermazione della forza delle idee e contro ogni violenza o irruenza verbale. Una strategia di
coalizione finalizzata a “costruire” un diverso linguaggio di comunità e una visione di futuro attenta
ai contenuti e all’ascolto, attenta, in realtà, alla cura del dialogo ed alla cultura di comunità.
A tutti l’invito a prendere coscienza – www.paroleostili.it - e magari a sottoscrivere e diffondere il
Manifesto. Perché riflettere sui rischi nella pratica del disprezzo e della malevolenza on line serve a
tutti. Perché restare “connessi” con “stile” rimane esclusiva responsabilità personale di ciascuno.

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