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Oggi Venosa coglie l'attimo che fugge con Orazio, il poeta lucano alla corte di
Augusto

Stasera alle 20:30 nella Cattedrale di Sant’Andrea lo spettacolo promosso dall'Apt frutto del lavoro di ricerca della giornalista Margherita Romaniello

Oggi Venosa coglie l'attimo che fugge con Orazio, il poeta lucano alla corte diAugusto

VENOSA - Uomo di umilissime origini, figlio di un liberto divenuto esattore delle tasse, grazie ai sacrifici e
agli insegnamenti di umiltà del padre riuscì ad avere un’istruzione eccellente. Diventò uno degli
intellettuali e scrittori più apprezzati dell’età augustea, periodo assai travagliato della storia di
Roma. Il periodo della crisi politica della Res Publica, delle guerre civili, delle espropriazioni dei
terreni ai privati, della nascita dell’Impero. Il periodo anche di una profonda corruzione, di un
profondo disordine sociale e morale, di un profondo scoraggiamento umano. Attanagliato
dall’angoscia di questo “suo” tempo complicato, fece della scrittura - seppure non intenzionalmente
- un uso propriamente terapeutico, finalizzandola alla “cura” dell’anima. Volle con essa, cioè,
sconfiggere il senso di precarietà della vita con l’idea di ricreare un’esistenza “altra”, guidata dalla
misura, dalla costanza, dall’equilibrio, dalla poesia. Una esistenza “candida”, semplice, priva di
ingordigia e di superstizione, in cui necessario, urgente, prioritario diventava “cogliere” gli attimi
come frutti appena maturi, dopo averli coltivati con costanza, ogni giorno, senza procrastinare ad un
domani perennemente incerto.
Lucida consapevolezza del tempo che fugge ma anche passionale amore per la vita. Questo il sunto
del suo credo filosofico – letterario raccolto nel celeberrimo ed abusato “Carpe diem”: non una
semplice esortazione a godere spensieratamente l’effimero ma l’invito - anzi il richiamo - alla
valorizzazione di quanto di positivo vi può essere nell'attimo che stiamo vivendo, senza trasferire le
proprie aspettative e i propri desideri ad un futuro che nessun essere umano può conoscere.
Orazio. Quinto Orazio Flacco. Il poeta. Il venosino. Proprio lui. Piccolo, il colorito olivastro, gli
occhi cisposi, un’anima sorridente e inquieta, alla costante ricerca del “vero” e del “bene” in ogni
goccia di vita, alla costante ricerca dell’affermazione della propria humanitas e della fede nella
poesia eternatrice.
Un evento, a Venosa, vuole celebrarlo, con l’intento di rendere onore, attraverso la sua opera,
soprattutto alla sua forza creativa. “Cogli l’attimo che fugge. Orazio, il poeta lucano alla corte di
Augusto”. Questo il titolo dello spettacolo promosso dall’APT Basilicata in programma il prossimo
27 settembre alle 20:30 presso la Cattedrale di Sant’Andrea. Frutto del lavoro di ricerca della
giornalista Margherita Gina Romaniello, l’evento è incentrato sulla figura e sulla produzione
dell’illustre lucano attraverso una intrigante narrazione del suo spirito inquieto e della sua saggezza,
del ricordo indelebile della sua terra natale e della vita semplice e beata della sua infanzia. Versi
tratti dalle Odi, dagli Epodi, dalle Satire e dalle Epistole, quale degustazione colta e ironica della
sua vena creativa, saranno affidati, nella rappresentazione scenica, alla bella voce e all’intensità
interpretativa dell’attore Alessio Boni e si alterneranno alle musiche su improvvisazione e agli
atavici canti del poliedrico Oscar Bonelli. Nella visione del regista Pino Quartullo, un “concertato” a due, strutturato per far coesistere magicamente, in un canto corale e straordinario, presente e passato.
Una imperdibile occasione per ascoltare alcune delle più memorabili, divertenti ed evocative liriche
di Orazio, note per la peculiare capacità di rappresentare la reale misura del suo stile semplice e
raffinato, caratterizzato dalla giusta collocazione di ogni singola parola inserita esattamente nel
posto ad essa destinato e, proprio per questo, piena di ogni sfumatura di significato. Al contempo
una irrinunciabile occasione per decifrare il codice intrinseco dell’intera produzione oraziana,
incentrata sul senso trasfigurante dell’amore inteso quale unico strumento concesso agli uomini per
dilatare il breve tempo orizzontale della esperienza terrena.
Quinto Orazio Flacco, dunque, testimonial d’eccezione per la Lucania. Una sfida importante per
l’APT, che intende realizzare dello spettacolo di Quartullo una produzione RAI da mandare in onda
sui canali di massima diffusione nazionale. Una sfida importante per la Basilicata che, grazie a
questa strategia di marketing, punta ad una idea di valorizzazione fondata sul legame profondo tra il
poeta per eccellenza della lirica latina e la sua terra madre. Un legame autentico, che si fa arte
attraverso la rappresentazione della memoria. Lo spettacolo del 27 settembre è a ingresso libero e
gratuito con prenotazione obbligatoria su www.eventbrite.it

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