IL MATTINO
I nodi della politica
25.06.2018 - 10:26
Antonio Tisci
«La roccaforte Toscana è caduta insieme alla cassaforte senese. La sinistra è stata spazzata via da tutta l’Italia. Prona ad inseguire tutte le minoranze si è ridotta ad essere una minoranza sparuta. Ora è il turno della Basilicata. Il Governatore Pittella vorrebbe diventare, insieme ai suoi colleghi di Puglia, Campania e Calabria il masaniello del meridionalismo anti governativo.
In Basilicata abbiamo il dovere di essere capaci di spezzare questa finta alternativa. Pittella e il centrosinistra meridionale sono colpevoli della cancellazione del mezzogiorno dall’agenda di Governo del centrosinistra. Pittella e i suoi accoliti sono colpevoli di aver abbandonato questa terra alla disperazione. La metà degli studenti lucani andrà a studiare al Nord perché qui non vede nessuna speranza per il futuro, lentamente stanno andando dietro di loro i genitori ed i nonni. La nostra regione sta morendo tra sacchi di immondizia, discariche non autorizzate, rifiuti scaricati illegalmente e scorie di amianto». Il leader lucano dei sovranisti Antonio Tisci, dopo la vittoria del centrodestra in Toscana, coglie l'occasione per caricare i suoi.
«I colpevoli sono chiari e devono essere processati dal tribunale della storia. Se avessero dedicato al popolo lucano la metà dell’attenzione che stanno dedicando al popolo Rom non saremmo in questa situazione». Secondo Tisci «il centrodestra ha il dovere di offrire un’alternativa. I quattro partiti parlamentarizzati del centrodestra si sono riuniti ed hanno affermato la propria volontà di aprire alla società civile, ai movimenti, a chiunque voglia essere alternativo al centrosinistra».
E ancora: «È un primo passo ma non basta. Un tavolo a quattro non è sufficiente, non lo sarà neanche un tavolo a dieci. Serve un grande rito collettivo di rinnovamento. Un momento di discussione aperta che sappia ascoltare chi ha idee per la nostra terra, sappia unire nel confronto categorie produttive, rappresentanze sociali, partiti e movimenti.
Serve una grande aggregazione libera di uomini liberi, dove l’unico parametro di valore sia la libertà e l’autonomia di azione e di pensiero. Nessuno deve più trincerarsi dietro l’autorità della carica elettorale o dell’incarico politico, della segreteria politica o della funzione istituzionale».
Secondo Tisci «l’autorità della cattedra deve lasciare il posto all’autorevolezza delle idee. Non mi appassionano le discussioni su uomini e sigle, serve rimettere in discussione tutto, per primi noi stessi. Non mi piace il Movimento Cinque Stelle e non intendo seguire le sue proposte e le sue idee, né tanto meno impantarmi nell’inseguimento delle sue burocrazie di governo partitico. Credo che ci sia una sola cosa da dover mutuare dai cinque stelle: il principio secondo cui uno vale uno. Da questo principio può nascere un autentico movimentismo alternativo lucano che parli a tutti, che sappia affrontare con tutti la discussione nel merito e nelle squadre politiche, nelle idee come nelle strutture e che sappia far capire che il momento della svolta è arrivata.
Anche nella roccaforte lucana vincere si può, vincere si deve. Una grande alleanza libera di uomini liberi, senza difese pregiudiziali di prerogative, senza cattedre, senza rendite di posizione, in cui tutti sappiano mettersi in discussione con un’unica pregiudiziale: porte chiuse a chiunque abbia intenzione di voler aiutare il Partito Democratico, Pittella, Polese, Lacorazza. Porte chiuse a chi tergiversa, per il resto si aprano le porte a tutti».
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