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L'analisi di Mario Restaino a un giorno dal voto

Le elezioni politiche ci diranno se la Basilicata sta cambiando strada

«Da sempre incontrastato feudo prima democristiano e poi del Pd, la Basilicata si troverà domani forse per la prima volta nella sua storia politica davanti ad un bivio: questa forza storica uscirà confermata dal voto?»

Le elezioni politiche ci diranno se la Basilicata sta cambiando strada

Manifesti elettorali (foto Gianfranco Vaglio)

Confinata da un "peso" elettorale che non le consegna certo il destino di ago della bilancia nazionale, la Basilicata che domani partecipera' alle elezioni politiche va alle urne per anticipare qualcosa - se non tanto - sul suo futuro politico, cioe' su chi governera' la Regione dal prossimo autunno, quando i lucani torneranno al voto. Da sempre incontrastato feudo prima democristiano e poi del Pd, passando per l'Ulivo, la Basilicata si trovera' domani forse per la prima volta nella sua storia politica davanti ad un bivio: questa forza storica uscira' confermata dal voto o subira' un qualche ridimensionamento? E ad opera di chi? La prima risposta e' quasi del tutto legata alla quantita' di voti che raccogliera' il Movimento 5 stelle. Alle passate elezioni, i grillini elessero in Basilicata due parlamentari su 13: e' evidente che se quel successo fosse domani sera ancora piu' netto, si potrebbe immaginare uno scenario diverso dal solito quando si votera' per le elezioni regionali. E gli elementi per sostenerlo non sono basati sul nulla: l'inchiesta in cui e' indagato il principale candidato pentastellato in Basilicata non sembra aver inciso profondamente sul consenso - espresso o soltanto potenziale - che sembra circondarlo. C'e' un altro elemento da considerare: Potenza e Matera, alle ultime elezioni comunali, hanno eletto sindaci di centrodestra e gia' quella fu vista come una novita' assoluta nel panorama politico lucano. Negli anni, quelle maggioranze sono state "riviste" dagli avvenimenti e dai giochi politici, ma comunque il "significato" di quei voti non puo' essere scomparso. Fra i candidati di domani, poi, ve ne sono almeno due - uno nel centrodestra, l'altro nel centrosinistra - che sono visti dai lucani come titolari di una "targa" esattamente opposta a quella che hanno esibito nella campagna elettorale appena finita: uno, "storico" parlamentare berlusconiano, e' ora alfiere del centrosinistra; l'altro, fino a pochi mesi fa assessore in una giunta regionale di centrosinistra, e' ora candidato di punta del centrodestra. Completa il quadro dell'incertezza almeno una candidatura - nel centrosinistra - "paracadutata" in un collegio dove non e' sicuramente facile spiegare una scelta del genere. E farla accettare. C'e' poi un ulteriore elemento, tutto politico: hanno lasciato il Pd anche in Basilicata per approdare a Leu esponenti di Governo e parlamentari di spicco dotati di un vasto consenso. Quanto pesera' questo loro consenso nelle urne di domani? E quanto pesera', dopo il risultato di domani, nelle future elezioni regionali? In conclusione, ecco che la giornata del 4 marzo in Basilicata si proietta direttamente sul futuro: la bandiera rossa (prima bianca) da sempre piantata sulla regione potrebbe cambiare colore o quanto meno assumere tinte un po' diverse. A pochi mesi dal voto alla Regione - e con il voto a Potenza neanche tanto lontano (c'e' addirittura chi lo vede vicino) - le riflessioni da fare saranno tante. Avendo dietro la domanda davvero importante, che riguarda il futuro stesso della Basilicata.

*Ansa

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