IL MATTINO
Dialogo con Raffaello Glinni su Basile, Pitagora, miti e leggende e Dracula
13.05.2017 - 19:16
Il genio Basile visse e scrisse a Acerenza. Nel Cunto dei Cunti ha inventato personaggi come Cenerentola, La bella addormentata nel bosco,Il gatto con gli Stivali . Ne parliamo con lo studioso Raffaello Glinni
In effetti la Lucania appariva agli occhi dei visitatori un luogo incantato : ecco cosa diceva l’enciclopedia Treccani sulla Basilicata nell’edizione del 1930 : Un mondo vasto di leggende sull'antichità dei paesi, con eroi eponimi, e fate, orchi, regine, re, maghi, palazzi incantati; la comparsa degli spiriti e del monaciello popola fantasie e racconti orali; diavoli che costruiscono ponti giganteschi, o sovrappongono montagne e montagne. Il Basile nato a Giugliano in Campania IL 15 febbraio 1566 e morto sempre a Giugliano il 23 febbraio 1632.
Fece parte della corte del duca d'Acerenza, Galeazzo Pinelli,
Il genio Basile visse e scrisse a Acerenza. Nel Cunto dei Cunti ha inventato personaggi come Cenerentola, La bella addormentata nel bosco,Il gatto con gli Stivali . Ne parliamo con lo studioso Raffaello Glinni.
Raffaello Glinni ci parli del suo progetto su Basile
“Dal 2010 , con gruppo di amici, vorremo realizzare un borgo letterario delle fiabe ad Acerenza con annesso Museo della Fiaba , ed ho raccolto moltissimo materiale in particolare libri del 1800 ed inizio 1900, da esposizione , la location è quella del palazzo di famiglia Glinni , attualmente in ristrutturazione , ma spero presto operativo e sto cercando per altro di individuare i luoghi descritti dal Basile in Lucania , tracciando una strada delle fiabe. Il Basile infatti, così come aveva fatto nel libro sulle dame Napoletane ,pubblicato nel 1621, utilizza spesso la sciarada e il rebus, e gli anagrammi , e tale sistema è ripetuto nel Cunto”.
Ci spieghi allora
“Dopo tali premesse è da dire che la cosa eccezionale è che il Basile, fu un vero e proprio cacciatore di fiabe, che raccolse dalle tradizioni popolari lucane e campane, e che per tale motivo vennero strascritte in dialetto meridionale, per evidenziarne l’origine . Il genere letterario fiabesco fu praticamente inventato dal Basile, che inserì in quasi tutti i racconti due aspetti fondamentali: la magia , tipica dei luoghi del Sud che egli attraversava e l’inserimento del “ lieto fine “ in molte delle storie”
Acerenza
Ma in quali luoghi dove nacquero le fiabe ?
“La prima località è l’antico borgo di Acerenza. La reggia del Re dove sono narrate la fiabe è chiamata infatti Valle Pilosa, corrispondente ad una zona di Acerenza detta valle della Pila , dove è sita una fontana ancora oggi ritenuta terapeutica, e dove la tradizione popolare colloca da sempre la zona detta “ valle del Trono “ , poiché ivi esistente una mitica Reggia ,con un evidente il riferimento e l’omaggio ai Duchi Pinelli cui venne dedicato il libro .
E’ da dire che la zona è alquanto misteriosa, poiché ivi esistente la grotta dell’Acheron , ritenuta l’ingresso nell’oltre mondo , cui fa riferimento lo scrittore francese Fenelon nel 1800 e l’antica mitologia greca, come studiato recentemente da uno storico lucano, Michele di Pietro .
Il nome , la storia ed i luoghi di Acerenza non possono che ispirare storie fantastiche. . Il nome del toponimo si lega perfino alle Sfingi ed alle Piramidi in Egitto. Anche se la cosa può sembrare incredibile tutte queste località hanno lo stesso nome “.
Però dottor Glinni qui entriamo nel mondo della leggenda e del’esoterismo
“Senza tirare in ballo strani fenomeni prossimi al paranormale , il vero nome della località dove sorgono le Sfinge e le Piramidi , si chiama Aker o Akeru , nome antichissimo che significa porta dell'oltremondo , in sostanza , una porta tra dimensioni diverse .Tale è il nome dell'altipiano che ospita le due Piramidi e con ogni probabilità anche due Sfingi, una a Est, ossia quella che conosciamo, e l’altra collocata a Ovest, in caverna, come detto nei testi che parlano del mito dell’Aker, proprio sul “Terzo livello” .È non è finita :anche la montagna oggi chiamata Ararat , proprio quella del mito dell'Arca di Noè , possiede lo stesso nome Akera ( agira) ed perfino il toponimo di Gerusalemme , deriva dalla composizione di a-cher -lemm ( montagna o terra ). il toponimo antichissimo deriva dalla divinita Cher ( oggi : TERRA più o meno uguale ) in sostanza , erano luoghi abitati o dove era possibile un contatto con la Divinità , posta all'ingresso dell'oltre mondo , dove per altro finivano le anime dei morti”.
Ritorniamo nella nostra Basilicata
“Il Bradano è quindi mitico fiume che congiungeva il mondo dei vivi con l’oltre mondo, in sostanza un passaggio tra dimensioni , da cui il nome di Acheronte, il traghettatore con l’aldilà. Gli stessi nomi dei luoghi sono davvero inconsueti , poiché il frutto di una antica unione di termini greci, latini ma anche celtici, come testimoniato proprio dal nome del fiume Bradano, che deriva dai celtico Brix e Dan, ( tradotto Fiume che viene dall’alto ) ma che indica anche il Bradan, il mitico pesce Salmone , che risaliva il fiume per morire e rinascere . In tali luoghi era ovvio che il Basile traesse ispirazione per le sue storie.
Seguendo il Fiume Bradano,(alias Acheron) , Vaglio di Lucania, l’antica Balium, nome celtico da Bala ( : Roccaforte) o bella utilia ( dal dio celtico Belenos altro nome di Lug) potrebbe aver ispirato proprio una delle fiabe riprese nel film di Matteo Garrone «La vecchia scorticata» Il termine “BALA “ indica anche il lago delle ninfe dal quale partiva il fiume che congiungeva con l’oltre mondo .Ed è qui che il Basile probabilmente colloca la fontana dell’eterna giovinezza e ricchezza,identificata con le acque magiche della Dea Mefitis nella zona detta Braida di Vaglio, con la leggenda della ninfa Egeria trasformata in fonte, dal pianto della stessa per il Re Numa, a cui stele originale ( Nummelos re dei lucani ) è posta ancora oggi all’interno del locale Museo civico delle Antiche Genti di Lucania”.
Ma la sua ricostruzione sul rapporto tra Basile e la Lucania non finisce qui
“Spostandoci nella zona del Monte Pollino e della città di Lagonegro , dove il Basile fu governatore, è possibile che da detta zona provenga la favola della bella addormentata nel Bosco. Ancora oggi la cima della montagna si chiama serra Dolce dorme , e Cozzo della Principessa. I pastori presero a raccontarla vedendo forse sulla cima e tra le nebbie i pini Loricati, i cui rami una volta caduti e persa la corteccia, assomigliano ad esseri umani in riposo. La favola è poi forse la rielaborazione del mito del dio Apollo, dal cui deriva il nome del Monte Pollino( i greci credevano che gli dei vivessero in cima alle montagne ) , e della sua compagna Dea celtica Siriona , da cui il nome del Monte Sirino. Secondo la leggenda fu Pitagora in persona che, lasciata la vicina Metaponto , ebbe a dare i nomi alle montagne, creando dei santuari dedicati ad Apollo iperboreo, cui era devoto”.
Glinni in che modo Pitagora diede questi toponimi?
«Secondo il mito Apollo, dio della bellezza, s’invaghì infatti di una ninfa, fatto che scatenò la gelosia di Siriona , situazione che è alla base della celebre favola, che ne costituisce la rielaborazione . Ed ancora oggi nel lago Laudemio, posto sulla cima del Sirino, si specchia la Dea Siriona, per verificare chi sia la più Bella del reame”.
Altri luoghi lucani che secondo lei hanno influenzato il Basile?
Il castello di Lagopesole da dove arriva la favola di Raperonzolo chiamata Petrosinella dal Basile. Il nome deriva sia da prezzemolo sia da pietra , ed ancora oggi è visibile la statua della donna con le trecce di pietra posta sopra una torre nel castello in attesa dell’amato “Petrosinella chiusa nella torre,alla finestrucola faceva penzolare le magnifiche trecce “. La fiaba venne poi diffusa da Normanni fino alla Sicilia, dove ancora oggi è raccontata dai pescatori »
Particolare del Donjom del castello di Lagopesole
Altri luoghi di Basilicata da individuare nel Cunto dei Cunti?
“Forse la favola più intrigante e misteriosa riguarda il paese di Pietragalla , nei pressi di Acerenza. La prima favola della IV giornata del Cunto de Li Cunti , si chiama proprio “ la pietra del Gallo” e non è poi così azzardato dire che la favola, costituisca la mappa per una ricerca davvero intrigante , poiché uno dei simboli del Graal è proprio una pietra , che a questo punto sarebbe custodita dentro una Gallo, ed ovviamente il titolo, non lascia dubbi sull’esplicito riferimento alla località, ed anche un collegamento con il Borgo Pietrapertosa , dove è accertata la presenza dei Templari , quasi si trattasse di una mappa del Tesoro . Poi la foresta di Acerenza, dove nacque la fiaba di Hansel e Gretel detta Nin dove sono site alcune strutture megalitiche a cerchio (nonché piccole costruzioni di pietra ,che hanno dato origine ad una favola diffusa in zona degli orchi e di tesori nascosti. Ancora oggi la zona della foresta abitata da orchi e streghe è chiamata “inferno”Il Basile nell’ultima fiaba del Cunto fa infine espresso riferimento alle isole Orcadi, dette le Isole delle Orche . Ecco il finale della fiaba raccontata dal Basile, Cenerentola , che speriamo sia anche quello della nostra “Sappiate dunque .. Le sorelle vedendo ciò, piene di rabbia, se la filarono quatte quatte verso la casa della mamma, confessando a loro dispetto che è pazzo chi contrasta con le stelle”.
incisione dell'epoca del Voivoda di Valacchia Vlad Tepes
Il vampiro è la figura che maggior mente ha colpito la fantasia del genere horror specie da quando si è sviluppato il cinema. In realtà la figura è presente in dalle notte dei tempi nel folklore e nel mito; a partire da Lilith la dea demone, il più antico riferimento è conservato al British Museum; una tavoletta babilonese contenente una formula magica per proteggere dai bevitori di sangue notturni: i demoni Etimmè. Lasciando il racconto il vampiro di Polidori, il morto vivente per eccellenza è Dracula, nato dalla fantasia di Bram Stocker ispirato figura storica del principe Vlad III di Valacchia (2 novembre 1431-dicembre 1476 ???) detto Tepes l’Impalatore. Il vampiro cinematografico ha qualche legame con la Basilicata, diretto perché il primo film del genere fu diretto dal lucano Bob Vignola nel 1913 “The Vampire “ e l’altro indiretto con il capolavoro Dracula del maestro Francis Ford Coppola. Ma i legami con la Lucania del Voivoda della casata dei Drăculești non finsicono qui.
Ed arriva anche Vlad Tapes III, detto Dracul. Quindi non solo il Dracula di Bram Stoker del bernaldese Francis Coppola
“Un ultima suggestiva ricerca riguarda un collegamento tra l’altra favola raccontata nel film di Garrone, quella della principessa di Selvascura ed una vicenda che riguarda la principessa Maria Di Balsa, vissuta tra il 1400 ed 1500, in Lucania ed a Napoli ritenuta la figlia del celebre Dracula riportata in talune fonti Ungheresi , come Maria ZalesKa, ( B - alsha)
Entrando nella cripta della Cattedrale di Acerenza si nota un affresco di Santa Marina o Margherita di Antiochia che schiaccia il Drago”.
L'affresco di Acerenza
Però mi sembra un volo pindarico dottor Glinni
“La Santa è da sempre la protettrice delle donne che vorrebbero avere figli e delle partorienti. Nell'affresco di Acerenza è notorio che sia è la principessa Maria di Balsa a raffigurarsi nelle vesti della Santa. Nella fiaba la principessa del regno di selvascura uccide il DraGo e ne mangia il cuore , ed ottiene la nascita di un figlio che in realtà è il figlio del drago. A ben vedere Il Basile racconta proprio la storia della principessa Maria e della sua stirpe : figlio del Drago in romeno è proprio il significato di Dracula.
Sopra l'affresco è rappresentato un uomo drago, senza dubbio parente strettissimo della principessa , che volta le spalle a Dio , in un contesto pittorico che reca gli stessi celebri gioielli/ simboli della dinastia di Dracula , e dove compaiono Mattia Corvino , Re d'Ungheria legato a Dracula , ed il Re Di Napoli”.
In conclusione?
“Per chiedere ecco il finale della fiaba raccontata dal Basile, Cenerentola , che speriamo sia anche quello della creazione del Borgo delle fiabe . “Sappiate dunque .. Le sorelle vedendo ciò, piene di rabbia, se la filarono quatte quatte verso la casa della mamma, confessando a loro dispetto che è pazzo chi contrasta con le stelle”.
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